Botta e risposta al vetriolo a Omnibus (La7) tra il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, e l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il primo motivo della polemica è il decreto di dignità, sul quale Bentivogli è tranchant: “Questo decreto, purtroppo, è figlio di due estensori, che sono i consulenti giuridici più ideologici della Cgil, con una idea pre-novecentesca del lavoro. E affidare a loro la scrittura del decreto di dignità è come consegnare i corsi pre-matrimoniali a Fabrizio Corona. Questa legge non ha nulla a che vedere con la riduzione della precarietà. Invito tutti, anche Alemanno, a leggere il testo del decreto. C’è bisogno di parlare di lobby e potentati economici per distrarre l’analfabeta funzionale che non capisce il testo di una legge, per cui si affida a una lettura banale”. “Illuminaci tu, allora, visto che sei ben informato”, risponde Alemanno. “Io provo con l’illuminazione” – replica Bentivogli – “quando passiamo al sale, tocca a te”. Il sindacalista poi attacca il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, e la Lega: “Se Bagnai e Borghi incontrano gli investitori e questi subito dopo dicono di voler lasciare l’Italia, perdiamo investimenti e ricchezza e soprattutto lavoro”. Poi polemizza ancora una volta con Alemanno: “La sicurezza di un Paese non la danno solo le forze dell’ordine e la magistratura, capisco che questo nella cultura politica di Alemanno sia difficile da capire. Per lui la sicurezza si ottiene solo con il bastone”. “Ma roba da pazzi”, commenta l’ex sindaco di Roma. Bentivogli ribatte citando “gli amici di Alemanno”. Il politico controbatte menzionando Calenda. E il sindacalista insorge: “Meglio farsi le foto con Calenda che con i Casamonica“. L’atmosfera si surriscalda e il conduttore dà immediatamente la linea alla pubblicità.
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