Scienza

Notte di San Lorenzo, ecco perché si potranno vedere più stelle cadenti quest’anno. Ma il picco sarà il 12 agosto

Quest’anno le Perseidi potrebbero riservare uno spettacolo strepitoso, perché la Luna sarà nuova l’11 agosto e non farà da guastafeste e si prevede cielo sereno in gran parte d’Italia

Conto alla rovescia per la notte delle stelle cadenti di San Lorenzo, che quest’anno si annuncia straordinaria, perché lo sciame di meteore avrà condizioni di visibilità ideali, grazie alla complicità della Luna nuova e del cielo sereno in gran parte d’Italia. Chiamate Perseidi, queste meteore sono associate alla notte in cui si festeggia il santo, il 10 agosto, e per questo vengono chiamate anche Lacrime di San Lorenzo, ma il picco di attività in realtà è previsto tra il 12 e il 13 agosto.

In passato infatti l’attività massima di questa pioggia di meteore si verificava intorno al 10 agosto, ma “da quando lo sciame è stato studiato per la prima volta, come sciame ricorrente, il picco è slittato nel tempo, passando al 12-13 agosto” spiega Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). Tuttavia, come tutte le piogge di stelle cadenti, anche le Perseidi sono attive sia nei giorni precedenti sia in quelli successivi al momento di massima attività e di conseguenza, lo spettacolo astronomico dura alcuni giorni. Se si è fortunati, durante il picco, si possono scorgere anche 100 meteore all’ora, ma in realtà, osserva l’astrofilo, è difficile vederne un numero così alto, “perché il campo visivo delle persone non abbraccia l’intera volta celeste”.

Quest’anno le Perseidi potrebbero riservare uno spettacolo strepitoso, perché la Luna sarà nuova l’11 agosto e non farà da guastafeste e si prevede cielo sereno in gran parte d’Italia. Il consiglio di Volpini, per osservare al meglio lo show astronomico, è quello “di recarsi in spazi aperti, lontani da fonti luminose”. Inoltre bisogna “aspettare le ore centrali della notte” quando la costellazione di Perseo, dalla quale sembrano provenire tutte le scie e dalla quale queste meteore prendono il nome, “diventa alta nel cielo e quindi si può vedere un numero maggiore di meteore”.

Inoltre, la frequenza di meteore visibili dipende anche da altri fattori, a esempio da come la Terra attraversa la nube di polveri che le ha generate: “se la centra in pieno o se la sfiora e se questo capita in pieno giorno o di notte”. In questo caso la nube di frammenti che la Terra attraversa è quella lasciata lungo la sua orbita dalla cometa Swift-Tuttle. “La cometa che attraversa l’atmosfera terrestre si chiama Swift – Tuttle e possiamo vederla solo di rado: l’ultima volta è stato nel 1992 e la prossima sarà nel 2126 – prosegue ancora – ciò che vediamo sono però i frammenti della sua coda, che entrando a contatto con la Terra si infuocano e piombano verso il basso, dando vita a scie luminose che noi chiamiamo stelle cadenti” spiega  Tommaso Settanni, presidente dell’associazione astronomica di Nuoro.