“Sono 30 anni che è stata progettata quest’opera, oltre 10 anni che si prova ad avanzare, si dà la colpa ai no Tav ma la verità è che questa è un’opera in cui nessuno crede più. Dieci miliardi buttati“. Con queste parole Luigi Di Maio si inserisce nel dibattito di questi giorni (anche interno al governo) sull’opportunità di proseguire con la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. Nel corso di ‘In Onda”, su La7, il vicepremier non ha nascosto che tra 5 Stelle e Lega le posizioni siano diverse: “Con la Lega abbiamo differenze di vedute, però il contratto di Governo dice che va rivista. Con Salvini troveremo un accordo perché io e lui ci intendiamo al volo”, ha aggiunto.
Le parole del principale esponente del Movimento 5 Stelle arrivano al termine di una giornata in cui anche il ministro grillino Danilo Toninelli, titolare delle Infrastrutture, si era scontrato duramente con il presidente del Parlamento europeo (e vice di Forza Italia) Antonio Tajani: “Lui e tutti gli altri che blaterano su Tav si mettano l’anima in pace”, ha scritto su Twitter dopo che Tajani lo aveva “invitato a sporcarsi le scarpe” prendendosela anche con Di Battista “che parla mentre è sdraiato su un’amaca in Messico”.
A rappresentare la divisione interna al governo di cui anche Di Maio non ha fatto mistero, a Toninelli ha replicato anche il suo vice, cioè il viceministro alle Infrastrutture Armando Siri (Lega). Che, interpellato dall’agenzia Ansa, ha usato altri toni: “Non è che fare la grande opera significhi alimentare una mangiatoia. Nel contratto di governo c’è scritto che avremmo ridiscusso l’opera verificando costi e benefici ed è quello che stiamo facendo. Questo non significa uno stop“. In coda ha parlato anche il predecessore del Pd Graziano Delrio: “Se si sceglie di non farla non ci si nasconda dietro presunte ‘mangiatoie’ che di certo Toninelli non ha trovato in eredità da me, e che se fossero vere vanno comunque denunciate in Procura e non in un tweet”.
DI MAIO: “NESSUNO CI CREDE PIÙ” – Nel corso di In Onda su La7 si è consumato un duro confronto tra il commissario per la Tav Paolo Foietta e il vicepremier Luigi Di Maio. In una intervista registrata il commissario ha lamentato di non essere ancora stato ricevuto dal ministro Toninelli e ha espresso l’intenzione di rimanere “fino al 31/12”, scadenza del suo mandato, “e se Toninelli non ha intenzione di ricevermi scriverò al presidente del consiglio o chiederò udienza al presidente della Repubblica”. Di Maio gli ha risposto così: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, ci sono 10 miliardi buttati quando non ci sono le scuole, ma chi ci è mai andato dal Presidente della Repubblica quando cadevano i tetti delle scuole? Queste cose non le concepisco perché è tutto teatro. E’ teatro con persone che fino a ieri stavano zitte zitte queste persone nominate dai precedenti governi”. Si tratta, aveva detto in precedenza, “di uno che sta lì a difesa del fortino. Se nomino “un commissario per un’opera e quell’opera non la voglio realizzare nominerò” qualcuno, se invece “la voglio portare avanti nominerò un altro. Questo qui viene dal precedente governo”.
LA POSIZIONE DEI 5 STELLE RICORDATA DA FICO – Sulla gestione dei cantieri e su come procedere continuano a esserci divisioni. I 5 stelle storicamente si oppongono alla Tav e molti dei loro eletti hanno un passato nel movimento No Tav. Solo mercoledì il presidente della Camera M5s Roberto Fico, in un’intervista a Repubblica, ha detto: “Quella contro la Torino-Lione è una lotta cui ho partecipato dal 2005. C’è stato un grande lavoro con il movimento no Tav”. “Una battaglia” su cui si giocano le origini del Movimento stesso, il consenso – come ha ricordato anche Alessandro Di Battista – e “che non si può dimenticare”. Nel contratto di governo che hanno stilato Lega e M5s prima della formazione del governo si legge: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.
IL BOTTA E RISPOSTA TAJANI-TONINELLI – Mercoledì il presidente del Parlamento Ue, benedetto a distanza da Silvio Berlusconi, ha visitato, a fianco del governatore Pd del Piemonte, i cantieri dell’Alta velocità. “Io sui cantieri della Tav ci sono andato”, ha detto nelle scorse ore a SkyTg24, “il ministro Toninelli invece non ha mai avuto la bontà di visitarli, inoltre ho sentito di signori sdraiati su un’amaca in Messico parlare di Tav”, ma “invece di fare i turisti, vadano a sporcarsi le scarpe sui cantieri e abbiano rispetto per i lavoratori. A volte si parla a vanvera dalle amache”. Un attacco al ministro Toninelli, ma anche all’ex deputato M5s Alessandro Di Battista, attualmente in viaggio in Centro America, che ha lanciato da poco un invito ai suoi perché si ribadiscano i no a Tav e Tap. A Tajani ha replicato Toninelli nel pomeriggio su Twitter: “Mi sporco le mani da quando sono nato“, ha scritto. “Uso con i soldi pubblici del ministero la stessa attenzione che usavano i miei genitori per gestire le poche risorse familiari. Antonio Tajani e tutti gli altri che blaterano su Tav, si mettano l’anima in pace. La mangiatoia è finita”.