Sceglie la linea morbida il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per intervenire nella polemica tra la sua collega alla Salute Giulia Grillo e i dirigenti scolastici. Mercoledì l’associazione nazionale dei presidi ha preso posizione sull’autocertificazione: non intende rispettare quanto contenuto nella circolare dei due ministeri, ma al contrario farà riferimento solo a quanto stabilito dal decreto Lorenzin. La circolare non ha efficacia, è la posizione dei presidi ma anche dei pediatri, poiché l’autocertificazione “non è utilizzabile in campo sanitario”. “Mi sembra una polemica surreale e tardiva, nonché un atto politico contro di me che non c’entro niente, perché l’autocertificazione è un atto deciso dal precedente governo, e utilizzato per tutto il 2017. E’ stato solo proseguito anche per il 2018”, ha replicato giovedì Grillo.
Poi è arrivato il post su Facebook del collega di governo Bussetti: “La questione vaccinale è tema di salute pubblica. Il Miur, nell’ambito delle proprie competenze, garantisce la massima collaborazione al Ministero della Salute per l’attuazione delle politiche sanitarie previste dalle disposizioni legislative vigenti”, ha scritto da un lato il titolare del Miur. Poi ha specificato: “In questo periodo tutti gli uffici del Ministero dell’Istruzione sono al lavoro per il corretto avvio dell’anno scolastico. A questo proposito è opportuno considerare le preoccupazioni dei dirigenti scolastici, che costituiscono snodo fondamentale per il sistema di istruzione e formazione. Certamente la dirigenza scolastica non può essere gravata di incombenze in materia sanitaria”.
Lo scontro tra i presidi e la ministra Grillo andrà avanti. L’associazione dei dirigenti scolastici ha annunciato infatti che a settembre i genitori dei bambini che andranno ai nidi e alle materne dovranno presentare il certificato di avvenuta vaccinazione rilasciato dalla Asl, altrimenti i piccoli non potranno frequentare. Il rinvio dell’obbligo di certificato, presente nel decreto Milleproroghe, ha ricevuto il via libera al Senato ma sarà approvato definitivamente solo in autunno. Anche per questo l’Anp ha preso posizione: “Il diritto alla Salute è prioritario, anche su quello all’Istruzione”, ha ribadito in una nota l’associazione.
I presidi ne hanno fatto una questione di merito: “Se il decreto Lorenzin fosse modificato nel senso ipotizzato, la presenza di bambini non vaccinati nelle scuole relative alla fascia di età 0-6 anni metterebbe a rischio la salute dei bambini che non si possono vaccinare e di quelli le cui difese immunitarie sono indebolite anche temporaneamente, a seguito di patologie varie”. Giovedì è intervenuto anche il Collegio dei professori ordinari di Pediatria ponendo un’altra questione: “L’autocertificazione non è utilizzabile in sanità e per quanto riguarda i vaccini, oltre a mettere in crisi l’obbligo vaccinale, contrasta anche con la normativa vigente sulla sburocratizzazione che testualmente recita: ‘I certificati medici, sanitari (…) non possono essere sostituiti da altro documento'”. Questo sostengono i pediatri, pur sottolineando anche che a loro parere l’autocertificazione “allenta le maglie del controllo ed aumenta il rischio che un numero crescente di bambini accedano alla comunità scolastica senza le necessarie protezioni nei confronti di malattie che possono sconvolgere la loro vita e quella delle loro famiglie”.
Dal canto suo la ministra Grillo, ospite a Omnibus, su La7, ha evidenziato che “l’autocertificazione è stata usata per tutto il 2017, e la presa di posizione dei presidi arriva tardi rispetto a una circolare che è più di un mese fa”. Inoltre ha spiegato che la circolare Grillo-Bussetti “è stata adottata perché, in mancanza di un’anagrafe vaccinale nazionale, che la Lorenzin non ha fatto, non volevamo caricare di oneri ulteriori i cittadini”. “Ribadisco però che autocertificare non significa certificare il falso, perché altrimenti ti becchi sei mesi di carcere”, ha aggiunto.