Mondo

Usa, così la legge “inaccettabile” per Trump ha dato la cittadinanza americana ai genitori di Melania

Intanto un giudice ha ordinato il rimpatrio immediato di una donna salvadoregna che aveva chiesto asilo politico per sé e la figlia agli Stati Uniti ma era stata comunque messa su un volo per riportarla nel suo Paese. Il tribunale ha minacciato anche di perseguire il procuratore generale degli Stati Uniti per oltraggio alla corte, in quanto l'espulsione era stata precedentemente bloccata in attesa che il caso fosse esaminato

In America i genitori di Melania Trump ottengono la cittadinanza grazie a una legge sull’immigrazione criticata dal presidente, che l’aveva definita “inaccettabile“. Intanto un giudice di Washington blocca il rimpatrio di una donna salvadoregna che aveva chiesto asilo politico negli Stati Uniti per sé e per la propria figlia di pochi mesi e minaccia di perseguire il procuratore generale degli Stati Uniti per oltraggio alla corte.

Viktor e Amalija Knavs, genitori della First Lady, hanno beneficiato della cosiddetta “chain migration”, la legge secondo cui un immigrato che risiede legalmente negli Usa può sponsorizzare l’ingresso nel Paese di membri della sua famiglia e anche di altre persone con le quali non ha legami famigliari diretti. La cerimonia del giuramento si è svolta a New York e il loro avvocato ha riferito che la coppia non ha ricevuto trattamenti preferenziali. Il New York Times sottolinea però che i genitori di Melania hanno beneficiato proprio di quelle regole contro le quali il loro genero si è scagliato più volte: Trump ha infatti dichiarato per più volte questo regolamento inaccettabile e lo scorso novembre il presidente ha scritto in un tweet che questo sistema doveva finire quanto prima.

La notizia arriva nel giorno in cui un giudice di Washington ha ordinato il ritorno verso il territorio statunitense dell’aereo che stava rimpatriando una donna salvadoregna che chiedeva asilo politico negli Stati Uniti per sé e per la propria figlia di pochi mesi e ha minacciato di perseguire il procuratore generale degli Stati Uniti per oltraggio alla corte.

La donna, che secondo quanto riportato da CNN Politics era stata vittima di numerosi episodi di violenza, con l’aiuto dell’organizzazione per i diritti civili Aclu aveva fatto causa denunciando quanto accaduto. Mercoledì si è tenuta la prima udienza. Secondo la ong, il giudice aveva bloccato l’espulsione in attesa di esaminare il caso. In tribunale si è appreso che al contrario il governo aveva deciso per l’espulsione della donna e del suo bambino poche ore prima, mettendo a rischio la loro vita. “Questo contraddice l’impegno del governo nei confronti del tribunale che nessuno sarebbe stato deportato fino al giorno successivo”, ha spiegato l’Aclu in una serie di tweet. Secondo un funzionario del Dipartimento della sicurezza nazionale citato da Nbc News, l’aereo non ha potuto invertire la rotta, ma all’arrivo la donna e la figlia non sono scese e ora saranno riportate negli Stati Uniti.