Il 9 agosto sulla stampa locale compariva la notizia di un gruppo di richiedenti asilo che avrebbe manifestato davanti alla Questura per vedere le partite di calcio. Ma le forze dell'ordine negano la ricostruzione: "Se 15 persone che parlano con un funzionario pubblico sono una protesta, allora all'anagrafe di Roma ogni giorno c'è una sommossa". Salvini commenta nonostante le smentite: "Chi scappa dalla guerra non ha bisogno di Sky..."
Un colloquio per parlare dell’iscrizione anagrafica e del miglioramento delle condizioni del centro di accoglienza. E non una protesta per poter vedere il campionato di calcio su Sky. La Questura e la Prefettura di Vicenza smentiscono la ricostruzione del Giornale di Vicenza sulla presunta polemica di un gruppo di richiedenti asilo ospiti della cooperativa Cosep. Ieri, 9 agosto, il quotidiano locale, riportava di una manifestazione da parte di una ventina di migranti nordafricani del centro culturale San Paolo in via Carducci. Una notizia che ha subito provocato la reazione dell’eurodeputata leghista Mara Bizzotto: “Meritano di tornare in Africa di corsa”, ha dichiarato. E dopo di lei dell’assessora regionale al Lavoro della giunta Zaia Elena Donazzan che ha dichiarato: “Il governo cambi radicalmente la gestione di questa gente, rimandandola a casa”. Il primo a smentire la ricostruzione dei fatti è stato il giornalista Fabio Butera che, con un post su Facebook che ha superato le 4mila condivisioni, ha raccontato di aver verificato la storia e di aver scoperto che a nessuno degli attori di questa storia “risulta nessuna richiesta in merito ad abbonamento Sky”.
La Questura di Vicenza, contattata ilFattoQuotidiano.it, ha confermato che non c’è stata nessuna protesta per avere Sky da parte dei migranti: “Lunedì mattina”, è la ricostruzione, “si sono presentati in modo assolutamente pacifico una quindicina di persone che hanno avuto un confronto con un nostro funzionario in merito a delle rivendicazioni che però non sono di nostra competenza” e per questo sono stati rimandati alla Prefettura. Non c’è stata nessuna forma di protesta, come scritto dai giornali, “solo un colloquio che abbiamo registrato come prevede la prassi”. Dalla Questura preferiscono non entrare nel dettaglio dei temi della rivendicazione, ma assicurano che “sono i classici problemi” dei richiedenti asilo. Insomma, nessuna richiesta che vada fuori dall’ordinario. E soprattutto nessuna manifestazione: “Se 15 persone che parlano con un funzionario pubblico sono una protesta”, concludono, “allora all’anagrafe di Roma ogni giorno c’è una sommossa”.
La versione è stata ribadita anche dalla Prefettura: “Qui non sono venuti i migranti”, e non c’è stata “nessuna richiesta di avere Sky”, come è stato scritto. Ma “si è tenuto un confronto tra una delegazione degli operatori della Cooperativa Cosep” e un “nostro funzionario per avanzare delle legittime questioni” espresse dai richiedenti asilo. Anche in questo caso, dall’incontro “non è emersa assolutamente la richiesta di avere Sky”. Punto. Ma allora cosa hanno chiesto? La richiesta ha riguardato la “questione dell’iscrizione anagrafica, ovvero la certificazione di residenza e i documenti d’identità. E generiche problematiche riguardo il cibo, per avere un miglioramento delle condizioni di ospitalità. Ma è ingiusto chiamarli “problemi”, continuano. “Sono questioni normali quando si gestiscono centri di accoglienza”.La Cosep, cooperativa che lavora tra Vicenza e Padova, conferma la ricostruzione di Prefettura e Questura. E tutti negano che tra le richieste degli ospiti, oltre a Sky, ci fosse anche quella di avere l’aria condizionata.
Incurante delle smentite di Prefettura e Questura, Matteo Salvini ha commentato il fatto su Twitter: “Se questi signori, ospitati a spese degli italiani, non si trovano a loro agio nel nostro Paese sono pregati di trovarsi un’altra sistemazione. Chi scappa dalla guerra non ha bisogno di Sky…”, scrive il ministro dell’Interno.