“Ilva? Chi predica fretta per la sua vendita, in nome e per conto del mercato, sbaglia. L’Ilva oggi è in piedi perché in questi ultimi anni è intervenuto lo Stato, con l’amministrazione straordinaria voluta dai governi di centrosinistra“. Così a L’Aria che Tira Estate (La7) il deputato Pd, Francesco Boccia, si esprime sul caso Ilva. E puntualizza: “L’Ilva sarebbe fallita non per i risultati economici, ma per il reato di disastro ambientale che è stato accertato. Questo non deve mai dimenticarlo nessuno, soprattutto quelli che non sono tarantini. Oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dice che ci sono irregolarità accertate nella gara di cessione a Mittal. Io sono tra quelli che lo diceva un anno fa che non era chiara la situazione, perché non erano stati consentiti i nuovi rilanci all’altra cordata. Se è vero che ci sono irregolarità accertate” – continua – “fa bene il ministro Di Maio a procedere in autotutela. Non vedrei nulla di scandaloso se, con una legge condivisa dalle parti politiche, si andasse avanti con una gestione commissariale per qualche altro anno, fino a quando non ci sarebbe la certezza che nessuno più commetterebbe il reato di disastro ambientale, che è stato accertato dalla magistratura e che è stato ammesso dagli stessi protagonisti di quei reati”. E chiosa: “Gli autori del reato hanno patteggiato e quei 1,1 miliardi di euro della famiglia Riva sono rientrati in Italia dai forzieri svizzeri, perché costituiscono il pagamento dei Riva per il patteggiamento. Non dimentichiamolo mai, perché altrimenti raccontiamo un’altra storia”. Insorge Mario Lavia, vicedirettore di Democratica: “Veramente non ci sono più soldi, serve una soluzione rapida”. “Certo, ma i soldi si mettono. Non c’erano nemmeno tre anni fa”, risponde Boccia.
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