“I fatti di Pistoia, dove due 13enni hanno sparato a un giovane gambiano, e le baby gang a Napoli? C’è sicuramente un problema di responsabilità genitoriale e purtroppo non posso intervenire. Però stiamo intervenendo con percorsi negli istituti minorili e nelle scuole con il ministero dell’Istruzione”. Sono le parole del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, rispondendo a una domanda di un radioascoltatore di “Ma cos’è questa estate” (Radio24). E spiega: “Siccome finora la giustizia è sempre stata interpretata come un qualcosa con cui uno ha a che fare solo in età adulta, sto avviando nelle scuole un percorso in cui la giustizia agisca in via preventiva come messaggio di legalità. Questo, credetemi, è fondamentale. I primi magistrati antimafia li ho incontrati quando andavo a scuola a Mazara del Vallo, dove i magistrati venivano nelle scuole e ci spiegavano quanto fosse importante essere servitori dello Stato”. Bonafede, poi, si dichiara in sintonia con l’idea di Salvini, secondo cui bisogna far scontare la pena agli extracomunitari nei Paesi di provenienza: “I rientri dei detenuti stranieri nei Paesi di origine costano molto di meno rispetto alla loro reclusione in Italia. Questa è una delle politiche su cui sto investendo. A settembre farò quattro incontri coi ministri della Giustizia dei Paesi aventi le più alte percentuali di detenuti nelle nostre carceri”. Il Guardiasigilli sottolinea l’importanza delle attività culturali nelle carceri: “Il nuovo schema di decreto, che noi abbiamo già approvato in Consiglio dei Ministri, insiste sull’importanza della mediazione culturale coi detenuti. Il carcere finora è stato anche un luogo di reclutamento della criminalità organizzata, un luogo in cui purtroppo è facile la radicalizzazione di estremismi. L’opera dei mediatori culturali all’interno delle carceri è fondamentale non solo per andare incontro alle esigenze religiose e culturali dei detenuti, soprattutto dei minori su cui stiamo investendo tantissimo, ma anche per la sicurezza della collettività”.
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