"La vecchia classe dirigente italiana ed europea vuol far abortire questo governo per non alimentare precedenti populisti", ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in un'intervista al quotidiano "Libero"
Gli establishment di Roma e di Bruxelles (“la vecchia classe dirigente italiana ed europea”) temono il governo populista, perché se dovesse raggiungere risultati potrebbe essere replicato anche in altri Paesi. Per questo Giancarlo Giorgetti prevede un attacco speculativo all’Italia a fine agosto.
“L’attacco io me lo aspetto – ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in un’intervista al quotidiano Libero – i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos’è accaduto a fine agosto nel ’92 e sette anni fa con Berlusconi. In estate ci sono pochi movimenti nelle Borse, è un periodo propedeutico a iniziative aggressive nei confronti degli Stati, guardi la Turchia“.
Per il sottosegretario comunque l’esecutivo è pronto a reagire. “L’Italia è un grande Paese e ha le risorse per reggere, anche grazie al suo grande risparmio privato. Quello che mi preoccupa è che, nel silenzio generale, gran parte del risparmio italiano è stato portato all’estero e quindi la gestione dei nostri titoli non è domestica”. Il motivo dell’imminente attacco, secondo il numero due della Lega, è di natura politica: “Il governo populista non è tollerato. La vecchia classe dirigente italiana ed europea vuol far abortire questo governo per non alimentare precedenti populisti“, ma l’orizzonte dell’esecutivo “non sarà di breve termine. L’accordo con M5S è saldo”.
Giorgetti parla della sua “settimana da eremita, isolato, con cena alle 19 perché in montagna si mangia presto. Ho dato i compiti delle vacanze ai ministri e mi sono ritirato qui, fino al 17-18. Il 25 agosto – spiega – l’attività riprenderà a pieno regime. Ci ritroveremo ciascuno con il proprio dossier e metteremo tutto in un mega frullatore dal quale verrà fuori la manovra finanziaria“. Nella quale troveranno posto “riduzione dell’aliquota fiscale, reddito di cittadinanza e ritocco della Legge Fornero. Ci sarà qualcosa di tutto, siamo d’accordo con M5S e anche con Tria”, assicura Giogetti riferendosi al ministro dell’Economia. Sulle risorse, però il sottosegretario si tiene cauto: “Proposte non ne faccio, penso solo che se decideremo di dare inizio alla flat tax con una cura da cavallo, allora le risorse andranno recuperate da qualche parte”.
Mario Draghi “mi dice che l’Italia deve fare i compiti – prosegue – Ma non è detto che debbano essere quelli stabiliti da altri“, dichiara il sottosegretario. “Quel che conta, sostiene anche Draghi, è aumentare produttività e ricchezza. Le idee dei professori e dei progressisti hanno fallito, magari le nostre funzionano”.