Era il il 12 agosto del 1944 e i nazifascisti uccisero 560 persone di cui 130 bambini. "Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia"
“Il commosso saluto della Repubblica si unisce a quello di tutti gli italiani e di tutti gli europei che considerano irrinunciabile quel patrimonio di libertà, di diritti, di solidarietà che, dopo la Liberazione, i nostri popoli sono riusciti a costruire e che siamo sempre chiamati a difendere da ogni minaccia”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema in una nota diffusa dal Quirinale. Era il il 12 agosto del 1944 e i nazifascisti uccisero 560 persone di cui 130 bambini.
Sant’Anna di Stazzema “è nel cuore degli Italiani” aggiunge il Capo dello Stato, un pezzo di storia che testimonia la barbarie avvenuta durante la seconda guerra mondiale e che si accanì su bambini, donne e anziani inermi. La strage di Sant’Anna di Stazzema è anche un simbolo di forza per “la fermezza e la dignità mostrate dalla popolazione di Sant’Anna nel ricostruire la comunità dopo l’immane tragedia e nel trasmettere ai giovani il ricordo e i valori fondamentali della vita hanno consentito di accumulare tesori preziosi per il Paese intero, il suo tessuto democratico, la sua cultura di pace”.
Sergio Mattarella si dice vicino ai familiari delle vittime, ai discendenti, a tutti coloro che oggi partecipano alle celebrazioni di Sant’Anna di Stazzema affinché la memoria di quanto è accaduto possa essere un monito per il futuro. “Sta ora al nostro impegno e alle nostre responsabilità, personali e collettive, rafforzare nei tempi nuovi la cultura della vita, la pace tra uomini e popoli liberi, la solidarietà necessaria per dar vita a uno sviluppo davvero condiviso e sostenibile”, conclude il Presidente della Repubblica.