La ministra della Difesa risponde al capo del Viminale, che sabato sera aveva rilanciato l'idea della leva obbligatoria da Lesina, nel Foggiano. Dopo aver già detto al Tg5, lo scorso 9 agosto, che la naja non è al passo con i tempi, fonti di via XX Settembre ribadiscono l'alt: "I nostri militari sono e debbono essere professionisti, su questo aspetto è d'accordo anche Salvini"
Per Matteo Salvini servirebbe per “imparare un po’ di educazione” e per questo “facciamo bene a studiare i costi, i modi e i tempi per valutare se, come e quando reintrodurre il servizio militare alcuni mesi”. Un’idea che però la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, aveva smontato già negli scorsi giorni definendola “non più al passo con i tempi”.
E dopo le parole del capo del Viminale sabato sera, durante un comizio a Lesina, nel Foggiano, fonti di via XX Settembre tornano a ribadire che quella della leva obbligatoria “è un’idea romantica” ma “i nostri militari sono e debbono essere professionisti” sottolineando che “su questo aspetto è d’accordo anche Salvini”.
Che però dal palco di Lesina era stato chiaro: “Da ministro e da papà vorrei che oltre ai diritti tornassero ad esserci anche i doveri. Io ho un figlio di 15 anni e ogni tanto, sia per lavoro che per divertimento, metto delle foto su Instagram. Anche ieri l’ho fatto, dalle isole Tremiti, e gli scemi non mancano mai. A me la critica piace, altrimenti cambierei mestiere”, aveva argomentato.
Per poi affondare: “Ma c’è chi si sveglia la mattina con il gusto di insultare. Poi, vai a vedere e molti hanno 13, 14, 15 anni e allora mi si conferma il fatto che facciamo bene a studiare i costi, i modi e i tempi per valutare se, come e quando reintrodurre il servizio militare alcuni mesi e il servizio civile per i nostri ragazzi”. Il motivo? “Così almeno si impara un po’ di educazione che i genitori non sono in grado di insegnare”.
Eppure la Trenta in un’intervista al Tg5 il 9 agosto aveva definito la naja “fuori dal tempo” perché i soldati di oggi “sono dei professionisti” e “non abbiamo più le truppe che vengono dalle Alpi“. Dunque, “non c’è più bisogno di tanti soldati tutti insieme”. Ma Salvini non l’ha mai pensata.
Già in campagna elettorale aveva affermato durante un incontro delle associazioni nazionali Alpini e Bersaglieri che “di fronte a rigurgiti razzisti e alla minaccia del terrorismo un esercito di leva sia meglio per la democrazia” spiegando che la Lega lo aveva già “messo in una proposta di legge” per reintrodurre un “servizio di leva su base regionale per sei mesi”.
Non è la prima volta che le vedute di Salvini e Trenta divergono. All’inizio di luglio i due ministri, in occasione dello sbarco della nave militare irlandese Samuel Beckett con a bordo 106 migranti nel porto di Messina. Il capo del Viminale annunciò l’intenzione di voler chiudere i porti anche alle missioni Ue, provocando la reazione dell’omologa della Difesa che ricordava come la competenza per una simile decisione non fosse del suo ministero.