“Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola”. Si chiama così la petizione lasciata su change.org da un gruppo di genitori che hanno figli con patologie al fegato. La petizione in pochi giorni ha raccolto oltre 170mila adesioni ed è rivolta al premier, al ministro della Salute e a tutti i parlamentari. Il documento chiede di evitare il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale perché potrebbe avere conseguenze anche fatali sui bambini immunodepressi. L’autocertificazione, si legge sul documento, non è di per sé una garanzia di controllo perché non è previsto un termine certo, le conseguenze di un abuso ricadrebbero immediatamente sui più fragili.
“Ci battiamo per i nostri bambini e per tutti quelli che hanno diritto di vivere in un ambiente protetto – affermano i genitori firmatari – diritto che lo Stato ha il dovere di garantire. Crediamo fermamente che i nostri bambini abbiano il diritto di sentirsi sicuri e che questo diritto debba essere anche un impegno dello Stato e delle istituzioni: siamo la voce dei nostri bambini, siamo la loro forza”.
La petizione è stata lanciata da due genitori di Terruggia, in provincia di Alessandria che conoscono bene il problema: la loro figlia è stata sottoposta ad un trapianto di fegato all’età di otto mesi, cura che le è servita per risolvere un problema congenito alle vie biliari. Roberta Amatelli e Rosario Gentile sulla petizione spiegano che per la bambina contrarre la varicella, il morbillo o la rosolia potrebbe essere fatale. Ecco perché vogliono essere sicuri che la piccola stia in una classe con dei compagni d’asilo vaccinati. “Servono certificati, non autocertificazioni – incalzano – Ci vuole la certezza. È bene che la politica ne parli, ma seriamente, senza scontri di fazione solo perché cambia il colore di chi governa. Anche il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale, infatti, potrebbe avere conseguenze serie. A pagarla non devono essere i nostri figli, soprattutto se malati”.
I genitori hanno l’appoggio del sindaco terruggiano Giovanni Bellistri: “Non posso che condividere le loro preoccupazioni – dice – Ho scritto all’Asl e alla direzione scolastica, chiedendo che prendano una posizione. Attendo una risposta. Quella in cui mi trovo, dopo le decisioni romane è, certamente, una situazione che mette in imbarazzo, essendo in qualità di primo cittadino anche tutore della salute pubblica“.
Cronaca
Vaccinazioni, petizione raccoglie 170mila firme: “Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola”
La petizione chiede di evitare il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale perché potrebbe avere conseguenze anche fatali sugli immunodepressi. "Crediamo fermamente che i nostri bambini abbiano il diritto di sentirsi sicuri e che questo diritto debba essere anche un impegno dello Stato e delle istituzioni", si legge nel testo lanciato da due genitori di Terruggia
“Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola”. Si chiama così la petizione lasciata su change.org da un gruppo di genitori che hanno figli con patologie al fegato. La petizione in pochi giorni ha raccolto oltre 170mila adesioni ed è rivolta al premier, al ministro della Salute e a tutti i parlamentari. Il documento chiede di evitare il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale perché potrebbe avere conseguenze anche fatali sui bambini immunodepressi. L’autocertificazione, si legge sul documento, non è di per sé una garanzia di controllo perché non è previsto un termine certo, le conseguenze di un abuso ricadrebbero immediatamente sui più fragili.
“Ci battiamo per i nostri bambini e per tutti quelli che hanno diritto di vivere in un ambiente protetto – affermano i genitori firmatari – diritto che lo Stato ha il dovere di garantire. Crediamo fermamente che i nostri bambini abbiano il diritto di sentirsi sicuri e che questo diritto debba essere anche un impegno dello Stato e delle istituzioni: siamo la voce dei nostri bambini, siamo la loro forza”.
La petizione è stata lanciata da due genitori di Terruggia, in provincia di Alessandria che conoscono bene il problema: la loro figlia è stata sottoposta ad un trapianto di fegato all’età di otto mesi, cura che le è servita per risolvere un problema congenito alle vie biliari. Roberta Amatelli e Rosario Gentile sulla petizione spiegano che per la bambina contrarre la varicella, il morbillo o la rosolia potrebbe essere fatale. Ecco perché vogliono essere sicuri che la piccola stia in una classe con dei compagni d’asilo vaccinati. “Servono certificati, non autocertificazioni – incalzano – Ci vuole la certezza. È bene che la politica ne parli, ma seriamente, senza scontri di fazione solo perché cambia il colore di chi governa. Anche il rinvio di un anno dell’obbligo vaccinale, infatti, potrebbe avere conseguenze serie. A pagarla non devono essere i nostri figli, soprattutto se malati”.
I genitori hanno l’appoggio del sindaco terruggiano Giovanni Bellistri: “Non posso che condividere le loro preoccupazioni – dice – Ho scritto all’Asl e alla direzione scolastica, chiedendo che prendano una posizione. Attendo una risposta. Quella in cui mi trovo, dopo le decisioni romane è, certamente, una situazione che mette in imbarazzo, essendo in qualità di primo cittadino anche tutore della salute pubblica“.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.