Arriva dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, nel laboratorio congiunto con il Centro Protesi Inail di Budrio, la nuova protesi di mano di derivazione robotica che permetterà ai pazienti di recuperare il 90% delle funzionalità di una mano naturale. Per essere utilizzato, il dispositivo non necessità di impianti o operazioni chirurgiche, in quanto viene controllato dalla contrazione del muscolo residuo dell’arto mancante, con un sistema di sensori di superficie.
Alla protesi, tecnicamente definita poliarticolata a controllo mioelettrico, è stata denominata ‘Hannes‘, in onore del professor Hannes Schmidl, già direttore tecnico del Centro Protesi Inail a cui si deve l’avvio dell’attività di ricerca protesica e la prima protesi mioelettrica nel 1965. ‘Hannes’ è stata progettata affinché conformazione e qualità dei movimenti siano quanto più possibile equiparabili a quelli di una mano reale, per far sì che le persone amputate percepiscano la protesi come una parte di sé e con come un elemento estraneo.
Il meccanismo alla base del movimento delle dita, della forza e del tipo di presa è definito ‘DAG system’ (Dynamic Adaptive Grasp), e consente alla mano una presa che si adatta automaticamente al tipo di oggetto che si vuole afferrare, regolando correttamente la stretta. Hannes ha ottenuto il marchio CE come prodotto di classe 1 e verrà industrializzata a partire dal 2019. Il costo della mano, una volta immessa sul mercato, si dovrebbe attestare sui 10mila euro, ovvero circa al 30% in meno rispetto alle altre mani protesiche poliarticolate attualmente in commercio.
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