Il ministro dei Trasporti: "Sono tragedie che non devono capitare in un Paese civile come l'Italia. Chi sarà identificato come responsabile deve pagare fino all’ultimo". E ha annunciato: "Un progetto per un monitoraggio attraverso semplici sensori che verificano la stabilità di infrastrutture e viadotti". La società dichiara che l'infrastruttura era monitorata e che la tragedia "è qualcosa di inaspettato e imprevisto". Le interrogazioni parlamentari del 2014 e 2016: "Ponte oggetto di preoccupante cedimento dei giunti"
“La manutenzione ordinaria del ponte Morandi competeva ad Autostrade”. Dopo il crollo del Viadotto sul Polcevera a Genova che ha provocato decine di morti, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha messo sotto accusa la società che gestisce l’infrastruttura. “La manutenzione a qualsiasi livello spetta a loro, mentre i tecnici del ministero devono seguire gli interventi straordinari”. Poco prima al Tg1, aveva dichiarato: “Mi dispiace da cittadino italiano constatare come sulla manutenzione ordinaria” in Italia “non si sia fatto a sufficienza e questi fatti ne sono purtroppo la testimonianza”. Alle sue parole la società ha replicato a distanza, dicendo che sono stati fatti “controlli regolari”. E che non è mai risultato nulla. Il direttore del Tronco di Genova Stefano Marigliani ha inoltre dichiarato che la tragedia “è qualcosa di inaspettato e imprevisto rispetto all’attività di monitoraggio che veniva fatta sul ponte”. E non c’era alcun “elemento per considerare il ponte pericoloso. Si tratta di una struttura dal punto di vista ingegneristico molto complesso: da qui la moltitudine di controlli, ma nulla è emerso che facesse presagire tutto questo”. Se la priorità in questo momento è mettere in salvo i sopravvissuti, il governo ha garantito che subito dopo si occuperà di capire colpe e responsabilità della tragedia. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è intervenuto con una nota: “Gli italiani hanno diritto a infrastrutture moderne ed efficienti”, si legge. Ma questo è il momento dell'”impegno comune“. Segnale che il presidente della Repubblica si auspica che lo scontro rimanga dentro i ranghi e che ci si focalizzi sulle operazioni di soccorso.
Nel giorno dei soccorsi però non sono mancate le polemiche politiche. Chi ha attaccato direttamente Toninelli è stato il predecessore fino al 2015 Maurizio Lupi: “Per commentare una tragedia il ministro Toninelli non ha bisogno di sputare sempre su tutto e su tutti”, ha dichiarato, “come se prima di lui nessuno avesse pensato alla manutenzione di ponti e viadotti, per i quali invece sono stati stanziati solo quattro anni fa 800 milioni di euro. Questo modo di fare politica più che la responsabilità, che dovrebbe essere il tratto distintivo di chi governa, ricorda lo sciacallaggio politico nel pieno di una tragedia. Prima di fare certe affermazioni è sempre bene accertare quello che è veramente successo”. Il Pd invece ha accusato i 5 stelle di aver diffuso nel 2013 un comunicato dei No Gronda (la grande opera che voleva ridisegnare il traffico in città e criticata dallo stesso Beppe Grillo) in cui si definiva “favoletta” la possibilità che il ponte crollasse. Il testo è stato cancellato dalla pagina locale di Genova sul sito www.movimento5stelle.it. Lo stesso Toninelli, solo il 2 agosto scorso, aveva detto di voler revisionare il progetto della nuova infrastruttura.
Nel dibattito è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini: “Da cittadino italiano farò di tutto per avere nomi e cognomi dei responsabili passati e presenti perché è inaccettabile che in Italia si muoia così”. Il senatore leghista Alberto Bagnai su Twitter si è limitato a scrivere: “Austerità”. E contro di lui si è scagliato, per essere poi a sua volta sommerso dalle polemiche il capogruppo Pd in commissione Bilancio Luigi Marattin: “Preghiere per le vittime e i feriti. Con quello che rimane delle preghiere,la speranza che-la prossima volta ci sarà occasione-gli italiani con il proprio voto rimandino nella fogna quelle miserabili teste di cazzo che hanno il coraggio di sparare fesserie su spread e austerità”.
Toninelli: “Già avviato progetto di monitoraggio delle infrastrutture” – :Toninelli, intervistato dal Tg1, ha garantito che l’impegno dell’esecutivo per la manutenzione c’è stato fin dall’insediamento: “Sono tragedie che non devono capitare in un Paese civile come l’Italia”, aveva detto. “La manutenzione viene prima di ogni cosa. Chi sarà identificato come responsabile deve pagare fino all’ultimo. Ora è totalmente prematuro dirlo”. Quindi ha annunciato che “il ministero ha già creato la commissione speciale che sta seguendo gli eventi”. E pure: “Quello che mi viene da dire politicamente è che noi in questi 60 giorni di governo in particolare abbiamo dato immediatamente mandato di lavorare sulla manutenzione, sull’ordinario, sulla messa in sicurezza. Un progetto che sta partendo è proprio quello per un monitoraggio attraverso semplici sensori che verificano la stabilità di infrastrutture e viadotti, applicati a tutti i viadotti. Tantissimi ponti italiani hanno costruzione tra gli anni 50 e 60 ed hanno bisogno di manutenzione ordinaria e questo governo metterà i soldi proprio lì: l’attenzione per evitare che ricapitino ancora tragedie di questo tipo”.
Quando il M5s era contrario alla Gronda di ponente e la decisione di Toninelli di “rivedere la grande opera” – Come emerso in queste ore, la condizione del ponte Morandi a Genova era sotto osservazione da tempo. Autostrade per l’Italia ha confermato che da maggio erano in corso lavori per il consolidamento della soletta. Lo stesso Toninelli però, solo il 2 agosto scorso, in un’audizione alla commissione Ambiente della Camera, aveva detto di voler rivedere la realizzazione della Gronda autostradale di Genova (tra gli altri insieme ad Aeroporto di Firenze, Pedemontana Lombarda e Terzo Valico): si tratta della grande opera che avrebbe dovuto ridisegnare il passaggio dell’autostrada in città e rivedere anche il ruolo del ponte Morandi e che il ministro intendeva sottoporre “ad una revisione complessiva, che contempli anche l’abbandono del progetto. Intendiamo portare avanti un’analisi di costi-benefici”. Gli stessi 5 stelle di Genova nel 2013 rilanciarono il comunicato dei comitati No Gronda che, a proposito del piano, dicevano: “Ci viene raccontata la favoletta dell’imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex Presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non avere letto la Relazione Conclusiva del Dibattito Pubblico, presentata da Autostrade nel 2009. In tale relazione si legge infatti che il Ponte ‘…potrebbe star su altri cento anni’ a fronte di ‘…una manutenzione ordinaria con costi standard'”. La pagina su cui il testo era stato pubblicato non risulta attualmente raggiungibile e i 5 stelle hanno assicurato che non si trattava delle pagine ufficiali, ma quelle dei forum locali. Sempre Toninelli, intervistato da SkyTg24, ha poi specificato la sua posizione: “Chi pensa che il Movimento 5 stelle è contro le grandi opere sbaglia. Il M5s è contro quelle grandi opere inutili che sono una mangiatoia di soldi pubblici. Bisogna fare quelle utili, che andavano fatte tanto tempo fa. Faremo la manutenzione e la verifica per la messa in sicurezza delle infrastrutture e andranno fatte anche nuove opere perché molte sono troppo vecchie”.
Le interrogazioni parlamentari a Lupi e Delrio – La questione era già finita anche sui tavoli dei vari governi. Prova ne sono alcune interrogazioni presentate in Aula negli anni scorsi. La prima risale al 2014, a firma Maurizio Rossi (gruppo Misto) e Augusto Minzolini (Forza Italia): “Il ponte Morando, che attraversa la città, ha gravi problemi e necessita di una nuova opera per alleggerire il traffico che vi transita”, si leggeva. “Inoltre tutto il tratto autostradale della zona è al di sotto di quelle disposizioni di sicurezza raccomandate a livello europeo per quanto riguarda gallerie, corsie di servizio e non risulta chiaro fino a quando potranno essere considerate in regola sulla base delle normative richiamate”. A loro rispose Lupi citando proprio la Gronda di ponente: “La realizzazione della gronda di ponente rientra tra gli interventi viari risolutori del problema dei trasporti relativo al nodo di Genova compresi nel “Primo programma delle infrastrutture strategiche” della legge obiettivo, approvato con delibera CIPE del 21 dicembre 2001″. La seconda risale invece al 2016 e la firma sempre Maurizio Rossi (gruppo Misto), questa volta da solo, ed è rivolta al ministro Graziano Delrio: “Recentemente, il ponte è stato oggetto di un preoccupante cedimento dei giunti che hanno reso necessaria un’opera straordinaria di manutenzione senza la quale è concreto il rischio di una sua chiusura. Se non si predispone immediatamente”, si legge, “una nuova strategia stradale di più ampio respiro del capoluogo ligure, i mancati lavori di realizzazione della gronda sommati alla possibile futura chiusura totale o parziale del ponte Morandi determinerebbero inevitabilmente il collasso dell’intero sistema viario genovese“. E si chiede: “Se corrisponda al vero che il ponte Morandi, viste le attuali condizioni di criticità, potrebbe venir chiuso almeno al traffico pesante, entro pochi anni, gettando la città nel totale caos”.