Dunque si parte. Piazza del Duomo “affittata” e chiusa per le riprese, il corridoio Vasariano, Santa Croce, palazzo Medici Riccardi, tutta Firenze ad uso e consumo, come sua abitudine, di Matteo Renzi. Otto puntate otto di una “docuserie” – orrendo neologismo adatto alla bisogna – con l’ex sindaco, ex presidente del Consiglio, ex segretario del Pd, in veste di conduttore e mattatore, sulla città del Giglio. Che magico è diventato per brevissimo periodo, e pure in odore di ciarlataneria.
Ma a parte la retorica della “città più bella del mondo” sparsa a piene mani nel periodo della sua sindacatura, non si conoscono particolari attitudini del senatore di Scandicci per quanto riguarda storia, arte e costume di Firenze. Anzi, a dir la verità è noto lo sfondone con cui, nel suo libro Stil Novo, la battaglia combattuta dai fiorentini nel 1530 contro le truppe di Carlo V presso Gavinana, borgo dell’appennino pistoiese, viene posta nell’omonimo quartiere fiorentino, che prende il nome dalla piazza ad essa intitolata. Un errore veniale, come si difese l’allora sindaco di Firenze? Certo, non essendo un saggio di storia né un testo scientifico. Ma indicativo della superficialità del personaggio, del carattere brillante e un po’ guascone, contrapposto alle fatiche, e alla noia, dello studio e dell’approfondimento. Insomma, non grandi referenze per condurre una serie lunga e si suppone impegnativa.
Abbiamo il forte sospetto che questa iniziativa non abbia come oggetto Firenze, ma Renzi stesso: come in ogni cosa che fa è lui il centro del mondo, e pretende di esserlo anche per gli altri. Con il suo fare da spigliato entertainer cercherà di vendere se stesso abbinato ad un prodotto di sicuro appeal, e di grande mercato, come la città culla del rinascimento. Rifarsi il look, dopo aver seminato zizzania e rancore, aver dimezzato il suo partito, essere rimasto con un manipolo di seguaci che assomigliano più a tifosi da stadio che a una parte politica.
L’operazione non ci interessa più di tanto. Avremmo preferito, con protagonisti qualificati e preparati, un serio approfondimento storico-artistico su una delle città più ricche e interessanti del pianeta, che offre innumerevoli spunti anche oltre il già noto. Oppure un viaggio nella Firenze che non si vede, coperta dal luccichio della città vetrina. Nelle periferie, nell’abbandono del centro storico da parte dei suoi storici abitanti, espulsi dalle dinamiche del mercato del lusso e della rendita, nelle piazze che si vorrebbero piegate a un decoro che è solo moralismo di facciata, nelle iniziative e negli spazi di socialità e solidarietà, che ci sono e tentano di sopravvivere, al di là e oltre la feroce monetizzazione di ogni respiro, al di là e oltre le politiche di pervasivo neoliberismo che li contrastano. Ma per l’appunto questa non è la città di Renzi, né del suo scudiero Nardella.