Il primo documento sulla delittuosità del Ministero degli Interni dell'èra Salvini registra un calo degli omicidi (da 371 a 319), delle rapine (31.904 a 28.390) e dei furti(1.302.636 a 1.189.499). I dati coprono l’ultimo anno, tra il 1° agosto 2017 e il 31 luglio 2018. E sulla migrazione: sbarchi diminuiti del 76,6%, rifiutato il 53,8% delle richieste di asilo. Fuori c'è solo un latitante di massima pericolosità: Matteo Messina Denaro
Meno delitti (del 9,5%), meno omicidi (-14%), meno furti (-8,7%) e rapine (-11%). Migliorano ma restano alti i numeri sulla violenza di genere. Sul totale degli omicidi – che diminuiscono – lo 37,6% riguarda le donne: circa un terzo. Numeri che peggiorano in ambito familiare, arrivando al 68,7%. Quando ad uccidere sono partner o ex partner le vittime femminili superano l’85% degli omicidi. È questa la fotografia sulla delittuosità del ministero degli Interni, che come ogni anno a cavallo di Ferragosto pubblica i dati ufficiali sulla sicurezza. Non solo, il primo Dossier Viminale dell’èra Salvini parla di sbarchi più che dimezzati e di più di 100 espulsioni per terrorismo. Mentre i dinieghi delle richieste di protezione internazionale superano il 50%. Sul versante della lotta alla criminalità organizzata si sono registrati oltre 1600 arresti per mafia,di cui 53 latitanti di massima pericolosità.
Delitti diminuiti del 9,5% – I numeri sulla sicurezza presentati da Matteo Salvini in Calabria prima della sua partenza per Genova, a causa del crollo del Ponte Morandi, vedono i delitti consumati scendere dal 2.453.872 al 2.240.210. Numero che va dal 1 agosto 2017 al 31 luglio 2018, segnando un calo del 9,5% rispetto ai 12 mesi precedenti. Bene anche i dati sulle rapine, passate da 31.904 a 28.390 e i furti da 1.302.636 a 1.189.499 nell’ultimo anno. Da un anno all’altro sono risultati in calo anche gli omicidi da 371 a 319, flessione che coinvolge anche le uccisioni attribuibili alla criminalità organizzata da 48 a 30.
Violenza di genere – Se gli omicidi diminuiscono del 14,02% – da 371 a 319 – tra l’agosto 2017 e il luglio 2018 le donne vittime raggiungono lo 37,6% del totale di omicidi volontari commessi in Italia. Una inversione di tendenza, anche se i numeri sulla violenza di genere restano alti. È quando i numeri toccano l’ambiente casalingo che si hanno i dati più preoccupanti. Dei 134 omicidi in ambito familiare/affettivo – al 31 luglio 2017 erano 135 – le donne coinvolte aumentano sensibilmente: la percentuale è del 68,7%. In più le donne sono vittime dell’89,6% degli omicidi commessi dal partner, dell’85,7% di quelli commessi dall’ex partner e del 58,6% di quelli commessi da un altro familiare.
Nell’ultimo anno le denunce per stalking sono state 6.437 (contro le 8.732 dell’anno precedente), dunaue è calata del 26,3% la percentuale delle donne che si sono fatte avanti per tutelarsi. Numero in contrasto con l’aumento del 20,7% degli ammonimenti da parte del questore che passano dai 940 del 2017 ai 1.135 del 2018, registrando un +17,9% di quelli per violenza domestica. Aumentano anche gli allontanamenti del 33,1%. Si è passati dai 160 del 2017 ai 213 del 2018.
Mafie, un solo latitante di massima pericolosità ancora in giro: Matteo Messina Denaro – Nel dossier pubblicato dal Viminale il 15 agosto, si legge che nel periodo preso in considerazione – dall’1 agosto 2017 al 31 luglio 2018 – sono state arrestate 1.662 persone collegate a Cosa Nostra. Sono finiti in manette 53 latitanti di rilievo, mentre dal primo agosto 2016 al 31 luglio 2017 ne sono stati arrestati 45. Fuori resta un solo latitante definito di “massima pericolosità”: Matteo Messina Denaro. Sempre sul fronte Mafia, sono stati sequestrati 22.650 beni, di cui 1068 aziende per un valore di 4.592 milioni di euro. Le confische sono state 9.620, di cui 477 aziende per un valore dei beni di 3.227 milioni.
Comuni sciolti per mafia – Quanto ai Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e commissariati il numero è 24. Per altri 10 Comuni è stata prorogata la gestione commissariale.
I Comuni sciolti per mafia – Valenzano, Isola Capo Rizzuto, Marina di Gioiosa Ionica, Petronà, Lamezia Terme, Cassano Ionio, Cirò Marina, San Gennaro Vesuviano, Mattinata, Scilla, Camastra, Calvizzano, Strongoli, Manduria, Caivano, Bompensiere, Limbadi, Platì, Trecastagni, San Gregorio d’Ippona, Briatico, Surbo, Sogliano Cavour, Vittoria –
Migranti: dimezzati gli sbarchi – Al 31 luglio, gli sbarchi di migranti sono più che dimezzati. Gli arrivi sulle coste italiane vedono un meno 76,6%, passando da 42.700 a 182.877 del periodo che va sempre dal primo agosto 2016 al 31 luglio 2017. Gli scafisti arrestati nell’ultimo anno sono stati 209, mentre nell’anno precedente 536. Resta alta la percentuale relativa alla provenienza dei flussi dalla Libia, che si attesta al 65% con 28.161 unità. Seguono la Tunisia 15% e Turchia 3,5%. La nazionalità dichiarata al momento dello sbarco vede: Tunisia 20% (8.628); Eritrea 11% (4.586); Nigeria 7% (3.089); Sudan 7% (2.971) e Costa d’Avorio 6% (2.649). Di pari passo al flusso, scende anche il numero di minori da 24.797 del periodo precedente a 6.042 di quest’anno. In totale nel 2018 risultano 13.151 minori accolti, rispetto ai 17.864 del 2017.
In totale, invece, sono 160.458 i migranti accolti in Italia, di cui 440 in hotspot, 132.287 in centri accoglienza e 27.731 in Sprar. Nel lungo capitolo che riguarda le migrazioni si legge anche che le domande di richiedenti asilo, se nell’ultimo anno sono state 82.782, nei dodici mesi precedenti erano 144.099. Sul totale di richieste di protezione internazionale (89.054 mentre lo scorso anno erano 81.617), sono ben 53, 8% quelle rimandate indietro e rifiutate. Nel 2017 erano 46%. Per quello che concerne i rimpatri, sono stati 6.833 sempre nell’ultimo anno, e quelli volontari assistiti sono stati 1.201. Il doppio dello scorso anno che ne vedeva 596.
Terrorismo, 108 espulsi – Sono stati 108 i soggetti espulsi dall’Italia per motivi di sicurezza nazionale, perché collegati al terrorismo. Di questi due erano Imam. Nel periodo precedente – dal primo agosto 2016 al 31 luglio 2017 – la quota si era fermata a 96, di cui 8 imam. Gli estremisti arrestati nell’ultimo anno sono stati 43, nell’anno precedente 24, mentre i foreign fighters monitorati sono stati 135 di cui 48 deceduti e 26 rientrati in Ue.