C’era chi stava andando in vacanza, chi rientrava dal mare e chi invece era al volante per lavoro quando alle 11.30 di martedì 14 agosto una parte del ponte Morandi è crollato, trascinando giù per quasi cento metri auto e tir. Un tratto di A10 lungo duecento metri, all’altezza di Genova Voltri, che si è letteralmente sbriciolato per cause ancora da accertare. Fin dal primo istante che lì sotto ci sarebbero state decine di vittime: 38 i morti accertati, alcuni dei quali ancora da identificare. Negli ospedali di Genova, all’obitorio, nei punti di soccorso, continuano ad arrivare decine e decine di parenti di persone che non si trovavano più, di gente che voleva sapere, sperare. C’erano gli psicologi ad accogliere tutti, a trovare le parole per dire che non c’erano più speranze o che quel marito, quella sorella, quel figlio, era nell’elenco dei dispersi.

Tra le vittime, c’è un’intera famiglia originaria di Campomorone, in provincia Genova: Ersilia e Roberto e il figlio Samuele, di 8 anni. Erano partiti per le ferie e li aspettava un traghetto per la Sardegna: tra le lamiere sono stati ritrovati il loro ombrellone e il pallone del bimbo. Il bimbo è stato fra i primi a essere ritrovato. Ma in quel viadotto è stata distrutta anche un’altra famiglia, originaria di Pinerolo: Andrea Vittone, 49 anni, la compagna Claudia Possetti, 48 anni, Manuele e Camilla Bellasio, di 16 e 12 anni, figli della donna. Anche loro stavano andando in vacanza per Ferragosto. Una seconda famiglia piemontese, residente ad Arquata Scrivia, nell’Alessandrino, stava tornando a casa dopo un periodo di riposo al mare, a Varigotti, nel Savonese. Lui si chiamava Alessandro Robotti, 50 anni (nella foto), lei Giovanna Bottaro, 43 anni. Per ora lei è ancora ufficialmente dispersa, ma le speranze di ritrovarla in vita sono ormai vane. Robotti era stato tra i fondatori del Gast, un gruppo di appassionati di astronomia che ha partecipato ad importanti ricerche.

Ci sono poi i quattro amici di Torre del Greco, che stavano andando in vacanza in Spagna: dovevano partire in aereo ma poi avevano cambiato idea, optando per la macchina. Volevano trascorrere un po’ di giorni insieme, tra Nizza e Barcellona, ma non ci sono arrivati. Su Facebook i tanti messaggi in ricordo di Matteo Bentornati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione. L’auto che doveva condurli verso la vacanza è precipitata nel vuoto, e per loro non c’è stato scampo. Poco più che ventenni, l’ultima telefonata alle famiglie alle 11 di martedì: “Stiamo entrando a Genova”.

Bruno Casagrande e Mirko Vicini erano invece due operai dell’Amiu, l’azienda comunale dell’ambiente, e stavano lavorando a bordo di un furgoncino nell’isola ecologica proprio sotto il viadotto. Non hanno nemmeno fatto in tempo a capire che cosa stesse succedendo. Sono rimasti sepolti da massi enormi di asfalto, cemento armato, piloni. Stavano lavorando anche Alessandro Campora, 46 anni, operaio di una azienda privata, la Aster, e Gennaro Sarnataro, 43 anni, padre di due figli, autotrasportatore napoletano. Stava rientrando in Italia dalla Francia, dopo aver trasportato il suo carico di ortofrutta. Ci sono poi anche due uomini di origini albanesi: Marius Djerri, appena 22 anni, il più giovane giocatore della rosa del Campi Corniglianese, che con il collega Edy Bokrina (anche lui di origine albanese) era sul furgone della EuroPulizia: dovevano effettuare alcuni lavori in una ditta di Rapallo. Erano in ritardo: minuti che gli sono stati fatali.

Stella Boccia, 24 anni, di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, stava invece tornando da una vacanza assieme al fidanzato di origine domenicana, Carlos Jesus Truillo, 23 anni, cameriere: sono morti entrambi. Come loro, anche un’altra giovane coppia ha perso al vita: Marta Danisi, 29 anni, infermiera originaria di Sant’Agata di Militello, e il fidanzato toscano Alberto Fanfani, di 32 anni, originario di Firenze, che lavorava come anestesista all’ospedale Cisanello di Pisa. Erano in auto insieme, quando il viadotto è crollato. Si sarebbero dovuti sposare il prossimo anno. Juan Carlos Pastenes, 64 anni, stava viaggiando invece con la moglie: originario del Cile, da molti anni viveva in Italia ed era sposato con Nora Rivera. Ma le vittime di origine cilena sono tre: morto anche Juan Figueroa, 60 anni, da quaranta residente in Italia.

C’è poi il savonese Giorgio Donaggio: il suo corpo è stato ritrovato questa mattina all’interno dell’abitacolo della Volvo su cui stava viaggiando in direzione di Santa Margherita Ligure. 57 anni, residente a Toirano (Savona), era un “maestro d’ascia” (costruiva barche in legno) e il titolare della Donaggio Boat Service, attiva nel porto di Andora. Donaggio lascia la moglie Enrica e tre figli, Cristian, Matteo e Luca. Era anche un ex campione italiano di moto trial, come ricorda il suo amico Vittorio Brumotti, inviato di Striscia La Notizia: “È stato il mio mito fin da piccolo”. Elisa Bozzo, 34 anni, di Busalla, viaggiava invece sulla sua Opel nera. Sono stati gli amici a lanciare l’appello in Rete, di lei si erano perse le tracce. Poi, la tragica notizia.

Andrea Cerulli, 48 anni, era un calciatore amatoriale del Genoa Club Portuali Voltri e padre di un bambino. Sul sito del club il messaggio per lui, morto mentre andava al lavoro: “Il Genoa Club Portuali Voltri si stringe attorno alla famiglia di Andrea, nostro associato, nostro amico, nostro collega, vittima della tragedia di Ponte Morandi. Ciao Andre…”. E tra le vittime accertate anche il 35enne Luigi Matti Altadonna, dapprima indicato fra i dispersi, il suo corpo è stato poi trovato sotto le macerie del ponte crollato. A darne la notizia il sindaco di Borghetto Santo Spirito, cittadina di cui era originario Luigi, e in cui lo zio Luigi lavora alla Protezione Civile. Luigi, originario di Curinga, in provincia di Catanzaro, era sposato a padre di quattro figli. Stava andando al lavoro, a bordo di un furgone, insieme al collega Gianluca Ardini, 29 anni, che tra poco diventerà padre. Gianluca invece si è salvato.

Angela Zerilli, 58 anni, era una funzionaria della Regione Lombardia e abitava a Corsico, in provincia di Milano. Era in vacanza a Uscio, sopra Camogli, in un centro termale. Aveva perso da poco entrambi i genitori ed era separata dal marito. C’è poi un agrigentino tra le vittime: Vincenzo Licata, 58 anni, nato nella Città dei Templi, imprenditore dei trasporti. Tra i morti anche Henry Diaz, di origini colombiane, 30 anni. Il ricordo sul sito Inter Club Colombia e sul sito FC Inter 1908 dove si legge: “Nel partecipare al dolore per la tragedia che ha colpito ieri la città di Genova, FC Internazionale Milano e tutti i suoi tifosi si stringono attorno alla famiglia di Henry Diaz, membro del direttivo dell’Inter Club Recco – Golfo Paradiso. Henry, grande tifoso nerazzurro di soli 30 anni, non era un semplice Consigliere del Club ma un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli interisti del Levante. Sempre presente allo stadio con lo striscione del Club e attivissimo nel sociale, con una attenzione particolare dedicata alla ‘sua’ Colombia attraverso raccolte fondi a Inter Campus e all’associazione di Ivan Ramiro Cordoba ‘Colombia te quiere ver'”.

Francesco Bello, 41 anni, di Serra Riccò (Genova), è stato trovato all’interno di un’Audi A3 nel greto del Torrente Polcevera. Anche lui si era messo in viaggio per una vacanza. Sono quattro poi, i cittadini francesi rimasti uccisi: le prime tre vittime identificate, riferiscono i media d’oltralpe, erano tre ragazzi partiti da Montpelier per imbarcarsi a Genova e trascorrere le vacanze in Sardegna: si tratta di Nathan Gusman, 20 anni, Melissa Artus, 22, et Nemati Alizè Plaze, 20.

Tra i dispersi ci sarebbe anche un’altra famiglia, originaria di Oleggio (Novara): si tratta di Cristian Cecala con la moglie Dawna e la figlia Kristal, 9 anni. “Erano su quella strada, diretti all’isola d’Elba ma non sono mai arrivati a destinazione. Dovevano imbarcarsi a Livorno alle 17”. Il fratello di Cristian ha allertato le autorità, non riuscendo più a contattare la famiglia: si è recato a Genova per cercarli negli ospedali, ma finora non risultano nell’elenco dei feriti.

 

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