Nei frame catturati da un filmato storico, quelle case erano già lì nel 1963 quando sono iniziati i lavori del Ponte Morandi di Genova, crollato il 14 agosto 2018. Un ponte definito all’avanguardia ma fragile, bisognoso di continue manutenzioni. Nel clima ottimista degli anni Sessanta, del boom economico, però, tutto sembrava possibile per la tecnologia e la creatività italiana. Anche costruire a pochi centimetri dai tetti. Le finestre ancora aperte e i panni lasciati stesi per fuggire dal possibile crollo di quello che resta del “ponte Brooklyn” di Genova, fanno da cornice alle grondaie dei palazzi di via Walter Fillak che rasentano i pilastri. Le case sembrano intagliate per far posto ai sostegni del viadotto. Così negli scatti fa effetto vedere il ponte interrotto, che ha spaccato in due Genova, incombere sugli edifici sottostanti. Ma sono ancora più impressionanti le immagini della struttura prima del fatidico 14 agosto, quando quel “poggiare” sui tetti delle case, appare “normale”.
Le foto tratte da www.retrofutur.org sono di Kristian Hasenjäger