Dopo la strage di Genova sono in tanti a speculare dicendo che solo in un Paese dove i controlli non funzionano possono succedere certe cose, e a riprova citano il fatto che in Libia, un altro ponte progettato da Riccardo Morandi sul Wadi al-Kuf, è stato chiuso nell’ottobre del 2017 perché cadeva a pezzi, il ponte sull’Arno tra Empoli e Spicchio di Vinci si è accasciato nel 1966. Il viadotto di Agrigento è stato chiuso perché si sta sbriciolando. Il ponte di Maracaibo, gemello di quello di Genova, è crollato per 600 metri, nel 1964 quando è stato urtato da una petroliera.
La verità è che il crollo di Genova è stato causato da un extracomunitario: si sa che il tip tap, se ballato da un musulmano negro, genera una vibrazione subliminale che manda in risonanza la struttura portante provocando la vaporizzazione del cemento armato. Il che dimostra che ha ragione quel giovanotto padano che dice che chiudere i porti è l’unico modo per salvare i ponti. Gli italiani prima!
Infatti sono gli italiani a morire per primi quando crolla qualche cosa: montagne deforestate, terremoti e case costruite da psicotici con la sabbia di mare, valanghe su alberghi abusivi, fiumi impazziti a causa di intubazioni dementi (Genova, 4 novembre 2011, 6 morti).
In Italia un terremoto del quinto grado può essere una catastrofe. Quando i giapponesi guardano cosa succede da noi restano interdetti. Da noi i telegiornali danno notizia perfino dei movimenti tellurici del terzo grado che se mio cugino scoreggia è più pericoloso.
E poi ci si stupisce se agli investitori internazionali ogni tanto gli prende il panico, vendono i nostri bot e lo spread aumenta. Ma come si fa a investire in una nazione nella quale la stupidità, la burocrazia e la corruzione fanno sì che ci sia una strage per il crollo di un ponte che già averlo costruito è stato un reato contro il buon senso.
E poi il Presidente della Regione Liguria dichiara che lui non c’entra, non sapeva niente degli allarmi lanciati da vari ingegneri, e attende fiducioso che la giustizia faccia il suo corso. Siamo uno dei pochi Paesi del mondo dove un’autorità può giustificarsi dicendo: “Non ne sapevo un cazzo”. Essere disinformati è un merito! E il giornalista che lo intervista non gli chiede: “Scusi posso sputarle in un occhio?”.
E che la situazione dei ponti in Italia sia grave uno dovrebbe averlo capito vedendo che recentemente due cavalcavia sono collassati facendo dei morti.
Sto male all’idea di tutti gli scaricabarile che dovremo sentire nei prossimi mesi… E vedremo come i doppi salti mortali sui cavilli burocratici e le leggi che favoriscono l’irresponsabilità penale, riusciranno a far sì che nessuno rischi di andare in galera per più di 40 morti.
Ovviamente le priorità italiane sono altre, non la messa in sicurezza delle scuole, delle case, dei fiumi, delle montagne, non le mafie, la povertà e la burocrazia che è la mamma di tutti i guai… L’emergenza sono gli immigrati e gli zingari. È proprio vero… Ma se volete un consiglio è meglio che la piantate di andare in giro in macchina a cercare guai: assicuratevi che la vostra casa sia veramente antisismica e tappatevi dentro.
Che se uno resta a casa sua non finisce schiacciato da un crollo…
Se fai turismo estremo poi non puoi stupirti che rischi la vita. E andare a Genova è turismo estremo!