Crepe nei muri, pioggia di calcinacci, pavimenti lesionati, strade ulteriormente dissestate, ma soprattutto tanta, tanta paura. “Non abbiamo chiuso occhio stanotte. Dopo 16 anni dal sisma di San Giuliano viviamo di nuovo l’incubo del terremoto“, parla Maria 59 anni, dalla provincia di Campobasso dove il 16 agosto sera due scosse di 5.1 e 4.5 hanno interrotto il clima di vacanza ferragostana nella piccolo regione del centro sud. In Molise – la “regione che non esiste ma che dopo le amministrative di aprile, e a causa di queste dannate calamità, torna spesso nelle cronache” – già tre giorni fa, il 14 agosto, si erano registrate varie scosse. Nessuna preoccupazione ma sono scattati immediatamente i controlli in tutta la regione abituata all’iter di sicurezza post-sisma, dopo quello del 2002. Poi la nuova ondata sismica del 16 agosto. Non è un caso se “15 minuti dopo la prima scossa delle 20.19, la Protezione Civile era già nella piazza principale, dove hanno costruito un campo Operativo per le segnalazioni”, racconta Antonio di 29 anni, abitante di Guglionesi, indicato dall’Ingv come uno dei comuni vicini all’epicentro del terremoto insieme a Montecilfone. Immediato il “corri corri”, a controllare lo stato dei tanti anziani che abitano il paesino di 5.200 anime. “Tutti hanno dormito fuori casa, nel parcheggio del supermercato, nel campo sportivo, nelle piazze principali”, racconta Antonio. Una notte passata così – con il tempo sospeso in attesa e nella paura di una nuova scossa – quando il timore diventa collettivo e i momenti di aggregazione servono anche ad esorcizzare, a condividere, a sdrammatizzare. Come in tutti i paesi interessati dal doppio sisma, anche a Montecilfone – paese a 4 chilometri dall’epicentro – è stato individuato un punto di ritrovo per dare informazioni, rassicurare, passare la notte: la scuola elementare, considerata dal sindaco, Franco Pallotta, edificio sicuro.

Lo sciame sismico infatti, non si è arrestato fino a stamane – sono stati oltre 110 i terremoti registrati in Molise a partire dal 14 agosto e, di questi, oltre 80 sono avvenuti dopo la scossa più forte delle 20.19 del 16 agosto – e ha costretto la popolazione del Basso Molise a rifugiarsi in spazi ampi, dove nulla può crollarti addosso. “Su una popolazione di 1600 persone, almeno in 600 hanno passato la notte fuori dalle mura domestiche”, ha detto il sindaco di Palata Michele Berchicci. Una “paura” che “è stata tanta” e “ancora non passa” nel paese che dista meno di 10 chilometri da Montecilfone. Vari anziani e disabili sono stati trasferiti in ospedale a Larino perché non possono rifugiarsi in strada, né ripararsi in caso di una scossa più forte. Subito dopo il doppio evento sismico, Palata sembrava essere tra i paesi con più segnalazioni. Questa mattina si fa la conta dei danni in tutti gli edifici pubblici e non: dal Comune, “una struttura degli anni ’80”, “lesionata da fare spavento” alla caserma dei carabinieri. Poi ci sono quelle tre strutture agricole, ancora in restauro per il sisma del 2002, che beffate “hanno subito nuovi danni”. Ieri notte a fare il giro dei Comuni in pericolo c’era il governatore Donato Toma che nel suo appartamento di Termoli, cittadina sulla costa, “dove attualmente mi trovo” ha costruito “una sorta di base operativa”, “in costante contatto con i tecnici della Protezione civile, Regione, Prefettura, Vigili del fuoco, con i sindaci dei comuni “.

Ma i timori maggiori riguardano le scuole, attenzionate anche dal Miur che ha chiesto agli uffici scolastici della regione di fare “un apposito monitoraggio per accertare eventuali danni alle scuole o altre criticità connesse all’avvio del nuovo anno scolastico”. Una richiesta arrivata dalla pagina Facebook del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Non è ancora svanito, infatti il ricordo dello sciame sismico del 2002, in cui 27 bambini e una maestra sono rimasti schiacciati dal crollo della scuola Francesco Jovine a San Giuliano di Puglia. Furono oltre 3mila gli sfollati dopo il terremoto di magnitudo di 5,74 che ha messo in ginocchio interi centri storici e ha causato 30 morti totali nella regione. “C’è un prima e un dopo San Giuliano, per noi molisani”, racconta Maria, “siamo una regione ad alto rischio. Io personalmente ho una casa anti-sismica, ma il terrore di rivivere quei momenti non passerà mai. Dopo la prima scossa, sei sempre lì a guardare il lampadario di casa”. Anche Michela, 76 anni, che vive sulla costa, a Termoli in zona San Pietro dice di aver tentato di dormire “ma le voci in strada della gente corsa fuori, poi la seconda forte scossa, me lo hanno impedito”. Il terremoto infatti, si è sentito fin qui. Spesso l’istinto è quello di sfidare la fatalità, “dentro o fuori le mura di casa il rischio è sempre alto. C’è in ogni momento”, confida Michela. Ma le ripetizioni sismiche sono lì “a ricordarti che sei in pericolo”. Tanto vale andare via come hanno fatto i molti turisti e non che si erano riversati sul litorale per la settimana di Ferragosto. Ieri sera, la Bifernina, l’unica arteria che collega in maniera diretta la costa con l’entroterra, era piena di macchine in fila per fare ritorno nelle zone di collina, a casa, o per essere ospitati dai parenti di Campobasso e Isernia.
Un’estate spezzata a metà, perché “sono tanti i turisti che hanno fatto le valigie e sono andati via ieri sera”, spiega sempre Antonio di Guglionesi. “La nostra è una zona di mare – siamo a 10 chilometri dalla costa – le varie generazioni emigrate per motivi di lavoro, tornano. Poi ci sono tanti turisti del nord”. I mesi estivi sono una festa, un momento di ritrovo, ma quest’anno la vacanza è finita prima a Guglionesi come a Termoli e Campomarino. “I comprensori turistici a ridosso della spiaggia si sono svuotati nonostante le case sono di 2 massimo o 3 piani”, spiega Sara, 26 anni che come ogni estate da Campobasso si trasferisce qui in villeggiatura. Anche nella località di mare, tanti hanno preferito i sedili della auto al letto. Ed il rischio – quasi una certezza – è che anche la prossima notte il Basso Molise la passerà in bianco.
Non c’è solo la paura, ma anche la sicurezza. Il sindaco di Acquaviva Collecroce, uno dei paesini interessati dal sisma, racconta che c’è un iter da rispettare per le segnalazioni che non è detto si esaurisca tutto nella giornata di oggi. L’ufficio sisma del Comune accoglie le segnalazioni ma poi tocca ai tecnici regionali verificare e stilare la relazione. “Speriamo di smaltire entro oggi le 80 segnalazioni ricevute, ma non possiamo dirlo con certezza”, afferma Francesco Troilo, primo cittadino del paesino, uno dei tre comuni molisani enclave linguistica croata. “È quasi certo che la chiesa principale Santa Maria Ester e la canonica” saranno chiuse per verifiche. Molti edifici, poi, “sono disabitati” ed è difficile accedere per controllare lo stato dei muri e la staticità delle strutture. Senza dimenticare che sono edifici vecchi, in un “territorio vulnerabile” “una terra pericolosa proprio per il tipo di costruzioni fatte e il tipo di magnitudo che può esprimere” ha spiegato Gianluca Valensise, sismologo e dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. “L’esperienza di S.Giuliano ci insegna che ci possono essere scosse più forti e che questo con fabbricati non a norma può comportare problemi”. Senza contare che la tipologia di sisma che si è verificato nella notte tra giovedì e venerdì, – l’allarme di Domenico Angelone del Consiglio nazionale geologi – “è molto simile” proprio a “quello del 2002”. In entrambi si tratta di “faglie trascorrenti”, anche se quella del terremoto 2018 “si trova a 10-15 km più a nord” della prima.
Cronaca
Terremoto, il racconto dei molisani: “Notte passata in auto”. Ancora “forte il ricordo del sisma 2002”
A 16 anni dal terremoto di San Giuliano, la regione torna a tremare. E torna la paura. In tanti nelle zone a ridosso della costa - Termoli, Campomarino, Guglionesi, Acquaviva - hanno preferito i sedili della auto al letto: "sei sempre lì a vedere se si muove il lampadario". Ma molti, soprattutto turisti, sono andati via, anticipando la fine dell'estate. Nessun grave danno, ma adesso i sindaci sono alle prese con le verifiche di agibilità
Crepe nei muri, pioggia di calcinacci, pavimenti lesionati, strade ulteriormente dissestate, ma soprattutto tanta, tanta paura. “Non abbiamo chiuso occhio stanotte. Dopo 16 anni dal sisma di San Giuliano viviamo di nuovo l’incubo del terremoto“, parla Maria 59 anni, dalla provincia di Campobasso dove il 16 agosto sera due scosse di 5.1 e 4.5 hanno interrotto il clima di vacanza ferragostana nella piccolo regione del centro sud. In Molise – la “regione che non esiste ma che dopo le amministrative di aprile, e a causa di queste dannate calamità, torna spesso nelle cronache” – già tre giorni fa, il 14 agosto, si erano registrate varie scosse. Nessuna preoccupazione ma sono scattati immediatamente i controlli in tutta la regione abituata all’iter di sicurezza post-sisma, dopo quello del 2002. Poi la nuova ondata sismica del 16 agosto. Non è un caso se “15 minuti dopo la prima scossa delle 20.19, la Protezione Civile era già nella piazza principale, dove hanno costruito un campo Operativo per le segnalazioni”, racconta Antonio di 29 anni, abitante di Guglionesi, indicato dall’Ingv come uno dei comuni vicini all’epicentro del terremoto insieme a Montecilfone. Immediato il “corri corri”, a controllare lo stato dei tanti anziani che abitano il paesino di 5.200 anime. “Tutti hanno dormito fuori casa, nel parcheggio del supermercato, nel campo sportivo, nelle piazze principali”, racconta Antonio. Una notte passata così – con il tempo sospeso in attesa e nella paura di una nuova scossa – quando il timore diventa collettivo e i momenti di aggregazione servono anche ad esorcizzare, a condividere, a sdrammatizzare. Come in tutti i paesi interessati dal doppio sisma, anche a Montecilfone – paese a 4 chilometri dall’epicentro – è stato individuato un punto di ritrovo per dare informazioni, rassicurare, passare la notte: la scuola elementare, considerata dal sindaco, Franco Pallotta, edificio sicuro.
Lo sciame sismico infatti, non si è arrestato fino a stamane – sono stati oltre 110 i terremoti registrati in Molise a partire dal 14 agosto e, di questi, oltre 80 sono avvenuti dopo la scossa più forte delle 20.19 del 16 agosto – e ha costretto la popolazione del Basso Molise a rifugiarsi in spazi ampi, dove nulla può crollarti addosso. “Su una popolazione di 1600 persone, almeno in 600 hanno passato la notte fuori dalle mura domestiche”, ha detto il sindaco di Palata Michele Berchicci. Una “paura” che “è stata tanta” e “ancora non passa” nel paese che dista meno di 10 chilometri da Montecilfone. Vari anziani e disabili sono stati trasferiti in ospedale a Larino perché non possono rifugiarsi in strada, né ripararsi in caso di una scossa più forte. Subito dopo il doppio evento sismico, Palata sembrava essere tra i paesi con più segnalazioni. Questa mattina si fa la conta dei danni in tutti gli edifici pubblici e non: dal Comune, “una struttura degli anni ’80”, “lesionata da fare spavento” alla caserma dei carabinieri. Poi ci sono quelle tre strutture agricole, ancora in restauro per il sisma del 2002, che beffate “hanno subito nuovi danni”. Ieri notte a fare il giro dei Comuni in pericolo c’era il governatore Donato Toma che nel suo appartamento di Termoli, cittadina sulla costa, “dove attualmente mi trovo” ha costruito “una sorta di base operativa”, “in costante contatto con i tecnici della Protezione civile, Regione, Prefettura, Vigili del fuoco, con i sindaci dei comuni “.
Ma i timori maggiori riguardano le scuole, attenzionate anche dal Miur che ha chiesto agli uffici scolastici della regione di fare “un apposito monitoraggio per accertare eventuali danni alle scuole o altre criticità connesse all’avvio del nuovo anno scolastico”. Una richiesta arrivata dalla pagina Facebook del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Non è ancora svanito, infatti il ricordo dello sciame sismico del 2002, in cui 27 bambini e una maestra sono rimasti schiacciati dal crollo della scuola Francesco Jovine a San Giuliano di Puglia. Furono oltre 3mila gli sfollati dopo il terremoto di magnitudo di 5,74 che ha messo in ginocchio interi centri storici e ha causato 30 morti totali nella regione. “C’è un prima e un dopo San Giuliano, per noi molisani”, racconta Maria, “siamo una regione ad alto rischio. Io personalmente ho una casa anti-sismica, ma il terrore di rivivere quei momenti non passerà mai. Dopo la prima scossa, sei sempre lì a guardare il lampadario di casa”. Anche Michela, 76 anni, che vive sulla costa, a Termoli in zona San Pietro dice di aver tentato di dormire “ma le voci in strada della gente corsa fuori, poi la seconda forte scossa, me lo hanno impedito”. Il terremoto infatti, si è sentito fin qui. Spesso l’istinto è quello di sfidare la fatalità, “dentro o fuori le mura di casa il rischio è sempre alto. C’è in ogni momento”, confida Michela. Ma le ripetizioni sismiche sono lì “a ricordarti che sei in pericolo”. Tanto vale andare via come hanno fatto i molti turisti e non che si erano riversati sul litorale per la settimana di Ferragosto. Ieri sera, la Bifernina, l’unica arteria che collega in maniera diretta la costa con l’entroterra, era piena di macchine in fila per fare ritorno nelle zone di collina, a casa, o per essere ospitati dai parenti di Campobasso e Isernia.
Un’estate spezzata a metà, perché “sono tanti i turisti che hanno fatto le valigie e sono andati via ieri sera”, spiega sempre Antonio di Guglionesi. “La nostra è una zona di mare – siamo a 10 chilometri dalla costa – le varie generazioni emigrate per motivi di lavoro, tornano. Poi ci sono tanti turisti del nord”. I mesi estivi sono una festa, un momento di ritrovo, ma quest’anno la vacanza è finita prima a Guglionesi come a Termoli e Campomarino. “I comprensori turistici a ridosso della spiaggia si sono svuotati nonostante le case sono di 2 massimo o 3 piani”, spiega Sara, 26 anni che come ogni estate da Campobasso si trasferisce qui in villeggiatura. Anche nella località di mare, tanti hanno preferito i sedili della auto al letto. Ed il rischio – quasi una certezza – è che anche la prossima notte il Basso Molise la passerà in bianco.
Non c’è solo la paura, ma anche la sicurezza. Il sindaco di Acquaviva Collecroce, uno dei paesini interessati dal sisma, racconta che c’è un iter da rispettare per le segnalazioni che non è detto si esaurisca tutto nella giornata di oggi. L’ufficio sisma del Comune accoglie le segnalazioni ma poi tocca ai tecnici regionali verificare e stilare la relazione. “Speriamo di smaltire entro oggi le 80 segnalazioni ricevute, ma non possiamo dirlo con certezza”, afferma Francesco Troilo, primo cittadino del paesino, uno dei tre comuni molisani enclave linguistica croata. “È quasi certo che la chiesa principale Santa Maria Ester e la canonica” saranno chiuse per verifiche. Molti edifici, poi, “sono disabitati” ed è difficile accedere per controllare lo stato dei muri e la staticità delle strutture. Senza dimenticare che sono edifici vecchi, in un “territorio vulnerabile” “una terra pericolosa proprio per il tipo di costruzioni fatte e il tipo di magnitudo che può esprimere” ha spiegato Gianluca Valensise, sismologo e dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. “L’esperienza di S.Giuliano ci insegna che ci possono essere scosse più forti e che questo con fabbricati non a norma può comportare problemi”. Senza contare che la tipologia di sisma che si è verificato nella notte tra giovedì e venerdì, – l’allarme di Domenico Angelone del Consiglio nazionale geologi – “è molto simile” proprio a “quello del 2002”. In entrambi si tratta di “faglie trascorrenti”, anche se quella del terremoto 2018 “si trova a 10-15 km più a nord” della prima.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - ''Per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo, l’Italia rappresenta un ponte energetico tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente''. Terna, presentando il piano di sviluppo 2025, conferma gli interventi di interconnessione con l’estero, al fine di ''garantire sicurezza, sostenibilità ed efficienza, tramite la possibilità di mutuo soccorso tra sistemi interconnessi. In aggiunta, queste infrastrutture costituiscono un fondamentale strumento di flessibilità per condividere risorse di generazione e capacità di accumulo, a fronte della variabilità della produzione rinnovabile''.
Tra i principali progetti pianificati Terna segnala 'Sa.Co.I.3', il progetto di ammodernamento e potenziamento dell’attuale interconnessione tra Sardegna, Corsica e Toscana, il progetto di interconnessione tra Italia e Tunisia 'Elmed', il raddoppio interconnessione Italia-Grecia, che ''consentirà la gestione in sicurezza dell’intera Zona Sud e favorirà approvvigionamenti efficienti di energia, grazie alla possibilità di abilitare nuove risorse attraverso il coupling del mercato elettrico e di mantenere lo scambio di energia tra i due Paesi anche in presenza di manutenzioni''.
Inoltre, nel piano di sviluppo 2025 sono presenti ulteriori progetti di interconnessione, noti come 'Merchant lines', a cura di altri promotori e/o non titolari di concessioni di trasporto. Il numero di tali iniziative ha subito un’accelerazione negli ultimi anni. Risultano in fase di avvio consultazione 11 richieste per oltre 12 Gw di capacità. Terna segnala che la gestione delle richieste di connessione alla rete in alta tensione, principalmente concentrate al sud e nelle isole, permette di ''avere una visione sistemica delle future evoluzioni degli impianti rinnovabili e dei sistemi di accumulo, così da realizzare uno sviluppo sinergico delle infrastrutture e garantire la massima efficienza nella realizzazione delle opere di rete''.
Secondo i dati di Terna, al 31 dicembre 2024, risultano 348 Gw di richieste di connessione per impianti rinnovabili (di cui 152 Gw di solare, 110 Gw di eolico on-shore e 86 Gw di eolico off-shore) e 277 Gw per sistemi di accumulo. Questi numeri, che ''superano ampiamente il fabbisogno nazionale individuato dal documento di descrizione degli scenari 2024 Terna-Snam e dai target nazionali, confermano che il Paese rappresenta una significativa opzione di investimento, anche grazie a meccanismi legislativi di sostegno alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili e ad una regolamentazione che ne incentiva lo sviluppo'', secondo la società.
In aggiunta, nell’ultimo biennio si è registrata una crescita delle richieste anche per gli utenti di consumo, che prelevano direttamente energia dalla rete di trasmissione nazionale e includono, ad esempio, impianti ad alto consumo energetico. Le richieste di connessione per questi utenti possono riguardare sia l’adeguamento di impianti già operativi sia la connessione di nuovi impianti alla rete. Tale tendenza è attribuibile per larga parte ai centri di elaborazione (data center): al 31 dicembre 2024 le richieste erano pari a circa 30 Gw, dato annuale 24 volte superiore rispetto a quello del 2021. Tali richieste sono principalmente localizzate nel Nord Italia, soprattutto in Lombardia.
Terna annuncia che ''con lo scopo di favorire una sempre più ampia abilitazione delle rinnovabili e per garantire un’elevata qualità del servizio, in sinergia con i concessionari del servizio di distribuzione, è stato individuato un set di Cabine primarie da potenziare o da connettere alla Rete di trasmissione nazionale''. Il trend di tali richieste di connessione si è ulteriormente ampliato per effetto dei fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr. Terna ha definito un approccio di gestione delle richieste di connessione basato sulla definizione di 76 'microzone' che ''consentono di modellare in modo efficace un perimetro all’interno del quale studiare soluzioni di connessione e quantificare la capacità rinnovabile addizionale che può essere integrata nella rete''.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Dallo sviluppo di infrastrutture abilitanti e innovative alla garanzia di stabilità e sicurezza della rete elettrica, passando per la risoluzione delle congestioni locali. Sono gli obiettivi del piano di sviluppo 2025 presentato da Terna. ''Considerato il complesso e sfidante contesto elettrico'' Terna comunica di aver ''svolto una importante attività di definizione delle priorità di sviluppo. Sono stati privilegiati gli interventi che offrono il massimo valore per il sistema, individuando soluzioni 'capital light' al fine di ridurre i costi e massimizzare l'efficacia degli investimenti necessari alla transizione energetica''.
Gli interventi previsti dal piano, che consentiranno di operare con una visione di lungo termine in considerazione delle esigenze della rete, rispondono alla necessità di ''sviluppare infrastrutture abilitanti e innovative, funzionali al raggiungimento della capacità obiettivo efficiente, per aumentare i limiti di transito tra le sezioni di mercato e massimizzare lo scambio di energia''. Il programma prevede anche di ''risolvere le congestioni locali, garantendo l’esercizio in sicurezza all’interno delle zone di mercato, tramite la pianificazione di interventi intrazonali''.
Terna punta inoltre a ''rispondere in modo efficiente a tutte le richieste di connessione alla rete attraverso la definizione di un nuovo modello, la Programmazione territoriale efficiente''. Infine sarà garantita ''la stabilità e la sicurezza della rete elettrica e l’integrazione dei mercati tramite le interconnessioni con l’estero, che consentono una gestione flessibile e bilanciata delle risorse energetiche, favorendo gli scambi tra le reti nazionali''.
Nell’orizzonte temporale del piano di sviluppo 2025, la maggioranza degli interventi previsti in esercizio entro il 2030 ha ottenuto l’autorizzazione o è già in fase di autorizzazione. Tra questi figurano le principali opere infrastrutturali dell’azienda, come Tyrrhenian Link, il collegamento hvdc sottomarino a 500 kV che unirà la Sicilia alla Campania e alla Sardegna. ''L’opera consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili''. L’opera sarà completata entro il 2028.
Tra le opere principali Terna segnala Adriatic Link: il collegamento hvdc tra Abruzzo e Marche da 1.000 MW di potenza lungo circa 250 km, di cui 210 km sottomarini. L’entrata in esercizio è prevista per il 2029. Entro il 2034 sono poi previsti ulteriori rinforzi infrastrutturali tra cui la Dorsale Adriatica: collegamento in corrente continua tra Foggia e Forlì che garantirà il rafforzamento del corridoio adriatico, permettendo un incremento sostanziale della capacità di scambio.
Terna prevede inoltre la realizzazione di importanti infrastrutture che hanno l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza della rete e la capacità intrazonale. Si tratta di interventi che favoriscono lo scambio di energia all’interno della stessa zona di mercato, funzionali all’integrazione delle fonti rinnovabili e alla risoluzione delle congestioni di rete a livello locale. Tra le opere previste, tre collegamenti a 380 kV in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e uno in Lombardia (Milano-Brescia).
Il Piano di Sviluppo 2025 di Terna si pone l’obiettivo di estrarre maggior valore dagli asset esistenti, tramite interventi di tipo 'capital light', che si basano su strumenti e soluzioni innovative e che si affiancano ai tradizionali interventi infrastrutturali, consentendo di perseguire rilevanti benefici per la rete. L’attività di Terna di pianificazione della futura rete elettrica può contare oggi su iter di approvazione semplificati per le grandi infrastrutture da parte di Arera e Mase. In particolare, l’Autorità, attraverso il meccanismo dell’approvazione per fasi, ha semplificato il processo fornendo strumenti per velocizzare il percorso di progettazione, autorizzazione e realizzazione.
Anche a valle delle recenti semplificazioni normative ''è stato possibile raggiungere una significativa riduzione dei tempip''. La realizzazione delle infrastrutture sarà supportata anche da strumenti che assicurano e garantiscono la sicurezza e la flessibilità del sistema. Su tutti, il Capacity market con cui Terna si approvvigiona di capacità tramite contratti aggiudicati attraverso aste competitive, e il Macse (Meccanismo per l’approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico). La prima asta del Macse sarà svolta da Terna il prossimo 30 settembre.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.