Ancora scosse in Molise, dove il 16 agosto alle 20.19 la terra è tornata a tremare a Montecilfone (Campobasso). In via precauzionale è stato chiuso un tratto della strada statale 647 “Fondo Valle del Biferno” per consentire la verifica delle infrastrutture. Scosse continue sono state registrate durante la notte anche se più lievi per intensità. Migliaia di persone hanno dormito in strada: tende, soccorsi e beni di prima necessità stanno arrivando in queste ore a Montecilfone, l’epicentro dove si era registrato un altro sisma solo due giorni fa.
Non sono invece emerse criticità per quanto riguarda la diga del Liscione, l’ha detto all’ANSA l’ingegnere Massimo Pillarella, responsabile del dipartimento Territorio della Regione Molise: “Stiamo effettuando anche verifiche sulle condotte idriche, sulle portate, sullo scarico d’acqua. Per quanto riguarda il viadotto – ha aggiunto – da questa mattina sono in corso verifiche, si registra solo un piccolo cedimento di un ponte in prossimità dell’invaso del Liscione, ma non sembra nulla di grave”. Nella tarda mattinata sono iniziati anche i controlli con mezzi anfibi da parte dei Vigili del fuoco e personale dell’Anas. “Solo quando saranno terminati – ha fatto sapere Pillarella – si procederà eventualmente a riaprire al traffico il tratto della Bifernina chiuso da questa notte”.
Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia suggeriscono che i terremoti possano essersi attivati all’interno della placca Adriatica, ossia nella struttura della crosta terrestre che arriva dall’Appennino alle Alpi, fino ai Balcani. “La placca Adriatica si trova al di sotto di alcuni chilometri di sedimenti – ha detto il sismologo Alessandro Amato – ed è un blocco rigido che ha le sue linee di debolezza: ora dobbiamo capire perché si rompe in alcuni punti, in che modo e a quale velocità”. Contrariamente alle faglie dell’Appennino che sono visibili, “quelle della placca Adriatica sono troppo profonde per essere osservate. Si tratta probabilmente di faglie minori, della lunghezza di tre-quattro chilometri, ma che si vedono solo nel momento in cui si attivano”.
Questa notte, delle scosse registrate solo una è stata di magnitudo 3.1 (al’1.02 con epicentro a 5 km da Montecilfone), mentre tutte le altre hanno avuto una magnitudo inferiore a 2.5. L’ultima è stata registrata in mattinata alle 7.07 con magnitudo 2.5 a 6 km da Montecilfone (CB) e a una profondità di 10 km. E sempre questa mattina la terra ha tremato anche nelle Marche. Una scossa di magnitudo 2.6 è stata registrata alle 6.12 sulla Costa Marchigiana Anconetana (Ancona). Il sisma è stato localizzato dall’Ingv ad una profondità di 8 km, con epicentro a 9 km da Ancona.
Le scosse più forti, di ieri, sono state chiaramente avvertite a Roma, Napoli, Bari, Pescara. Dal Lazio alla Puglia, passando per Campania, Marche e Abruzzo. Ma il sindaco di Montecilfone Franco Pallotta ha cercato di rassicurare la popolazione: “La gente si è impaurita ed è scesa in strada ma non ci sono segnalazioni di danni alle persone. Qualche muro vecchio è crollato, ma era già danneggiato”. Ai vigili del fuoco non sono arrivate richieste di soccorso: le squadre uscite in ricognizione hanno riscontrato per ora solo la caduta di alcuni cornicioni. Anche la protezione civile del Molise non ha notizie di danni. Intanto sono in corso le verifiche con i sindaci di una ventina di comuni coinvolti. Sul posto il personale già impegnato per le verifiche della scossa che ha colpito la stessa zona nella notte tra il 14 e il 15 agosto. Il governatore del Molise Donato Toma ha fatto sapere che al momento non ci sono notizie di “danni importanti” ad edifici o persone. Lievi danni alle case si sono registrati nel paese di Palata (Campobasso), dove secondo una prima ricognizione ci sono crepe nei muri e danni interni alle abitazioni. Tanta paura anche a Campomarino (Campobasso), dove in tanti sono scesi in strada. La scossa di terremoto è stata avvertita distintamente e ci sono stati anche dei malori.
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha parlato di dinamica simile a quella del terremoto del 2002 che ha interessato la regione molisana. A San Giuliano di Puglia le scosse fecero crollare una la scuola elementare uccidendo 30 persone di cui 27 bambini. Per il presidente dell’Istituto Carlo Doglioni, però è “sicuramente di una faglia diversa”. Stando alle prime stime, si è mobilitata un’area di circa 10 chilometri quadrati. La zona colpita oggi si trova infatti 20 chilometri a Nord rispetto a San Giuliano di Puglia. La dinamica è simile, ha spiegato, perché “si tratta di un fascio di faglie orientato in direzione Est-Ovest con un movimento di tipo trascorrente”, nel quale la crosta terrestre si muove in modo orizzontale. E’ una dinamica diversa rispetto a quella del terremoto di Amatrice, dove il movimento della crosta terrestre è di tipo estensionale. Dopo l’evento sismico delle 20.19 di magnitudo 5.2 a Montecilfone, in provincia di Campobasso, l’Ingv ha registrato dieci repliche più lievi nella zona.
Vari i messaggi di solidarietà tra gli utenti di Twitter: “Sentire di nuovo la terra tremare, dopo mesi in cui non ho dormito per le continue scosse nelle Marche, è quanto di più brutto possa capitare. Molise siamo con voi #terremoto”, è uno dei messaggi. O ancora: “Apprendo del #terremoto in Molise e la mente vola subito a quel 24 agosto 2016, ad Amatrice, al centro Italia, alle mie Marche, a noi che quella notte avevamo negli occhi la paura”. E pure: “00:00 Che non succeda niente alla mia famiglia, a me, che non venga il terremoto qui da noi, che non succeda niente alle persone di Napoli, del Molise, dell’Abruzzo. #terremoto”.