Come se non bastassero le divisioni interne, la crisi dei tesserati e il calo dei consensi, il Partito democratico a Bologna si spacca e fa due Festa dell’Unità. Nella città che per anni è stata simbolo della sinistra infatti, quest’anno ci saranno due manifestazioni: due rassegne fotocopia (o quasi) con stand, concerti e gnocco fritto. Solo che da una parte ci saranno le bandiere del partito e dall’altra rigorosamente “nessun riferimento alla politica”. La festa ufficiale ha infatti traslocato dopo più di 40 anni dalla storica sede del Parco Nord per finire nell’anonima sede della Fiera (spazio al chiuso dove si fanno congressi ed eventi commerciali), mentre là dove tutti erano abituati ad andare a sentire dibattiti e incontrare i rappresentanti in Parlamento, ci sarà la contro-festa dal nome “Made in Parco Nord“. Un colpo duro in terra emiliana che uno del leader dei dissidenti, Said Amini Navai, a ilfattoquotidiano.it, ha spiegato così: “Noi vogliamo attirare quelli che non sono più convinti dal Pd. Daremo spazio ai temi sociali, loro vogliono chiamare Maria Elena Boschi, ma non so quanta gente vorrà sentirla”. E non è solo, anzi si è portato dietro due colossi dell’ambiente, capaci di smuovere sponsor e presenze: l’organizzatore storico delle feste dell’Unità a Bologna Fabio Querci e il gestore dello spazio Red Matteo Cavalieri nonché membro della direzione Pd a Bologna. Il partito, contattato ripetutamente da ilfattoquotidiano.it, non ha voluto commentare o rilasciare dichiarazioni sull’argomento.
Insomma quest’anno la kermesse organizzata dal Pd dovrà contendersi il pubblico con un rivale “interno” e molto agguerrito. Non solo perché si svolgerà in un luogo storicamente legato agli ambienti della sinistra in città, ma anche perché ad animarla saranno persone che hanno fatto parte della galassia Pd fino a ieri. Su tutti appunto Said Amini Navai, amministratore delegato della società che gestisce l’area e per tanti anni regista della festa dell’Unità bolognese. Lui, originario dell’Iran, ha la tessera di partito, ma assicura che nel suo “Made in Parco Nord” (in programma dal 18 agosto al 16 settembre) la politica non ci sarà: “Quella la lascio a loro: so che vogliono invitare l’ex ministra Maria Elena Boschi, ma non so quanta gente vorrà andarla a sentire. Noi daremo voce ai temi sociali: sono in contatto con due realtà di educatori di carceri minorili per fare una serata con loro, mentre ci sarà uno spazio interamente dedicato al mondo gay”. Molti degli appuntamenti infatti in programma alla contro-festa rivelano l’impronta di Red, lo spazio gestito storicamente da Cavalieri alla Festa dell’Unità e che fa riferimento al locale punto di riferimento della scena Lgbti a Bologna. La sfida a distanza non sarà però solo sui dibattiti, ma anche sui nomi degli artisti: il partito (la festa ufficiale sarà dal 23 agosto al 10 settembre) si è aggiudicato le esibizioni di Ermal Meta, Fabrizio Moro e la Bandabardò, mentre i “dissidenti” hanno ottenuto la partecipazione di Cristiano De Andrè, Loredana Bertè e Orietta Berti.
Lo sdoppiamento della festa è stato accolto con stupore misto a imbarazzo negli ambienti democratici a Bologna. L’elettorato in città ha dovuto digerire negli ultimi mesi non poche decisioni centrali che hanno ammaccato la compattezza del gruppo: dalla svolta renziana in terra che era da sempre vicino ai Ds alla candidatura del centrista Pier Ferdinando Casini nel collegio locale in quota centrosinistra. Ma non solo: alle porte ci sono le elezioni Regionali che, alla luce dell’exploit elettorale di Lega e M5s alle scorse nazionali, ora fanno temere che possano esserci sorprese anche in Emilia.
Insomma, in un momento così delicato per i democratici ci mancava solo la contro-festa a Bologna che si rivolge a un elettorato democratico: “Noi puntiamo ad attrarre quelli che non sono più convinti dal Pd e dalla loro programmazione”, ha continuato Navai. Quello che preoccupa il partito sono i numeri: nel 2017 la kermesse, da sempre considerata entrata sicura per le casse del partito, ha fatto segnare perdite per circa 700mila euro. Al trend negativo quest’anno si aggiunge anche la competizione di un evento organizzato nella storica casa della sinistra bolognese “Era dagli anni ‘70 che la festa si teneva a Parco Nord, una zona della città allora molto legata al Partito Comunista: quelli che non erano del Pci qua non ci mettevano piede”, ha raccontato Navai. “Poi con il tempo questa cosa è cambiata e anche la Festa dell’Unità è diventato un festival di fine estate bolognese, dove le persone vanno per divertirsi e non perché sono comunisti o del Pd”. Ma secondo Navai il trasferimento potrebbe essere un ulteriore problema anche per le casse dei dem: “L’anno scorso a Parco Nord hanno speso circa 600mila euro per l’affitto. Alle Fiere, dove pagheranno anche per l’allestimento, penso supereranno gli 800mila. Erano anni che il Pd diceva di volersene andare. Per me non c’è nessun problema, farò la mia festa, ma secondo me saranno le loro sabbie mobili”.
In giugno, dopo l’annuncio dell’evento di Parco Nord, il Comune aveva fatto sapere di voler indagare: “Se questa doppia festa dell’Unità ha la stessa fortuna dell’altra festa (la ProBo) nata il mese scorso e chiusa dopo una settimana direi che non dovrebbe destare preoccupazioni”, aveva dichiarato l’assessore al Patrimonio Matteo Lepore. “Di sicuro approfondirò questa strana presenza nel Parco Nord di alcune manifestazioni che poi ad un certo punto scompaiono”. Navai intanto continua a lavorare per mettere in piedi il suo evento, che prenderà il via il 18 agosto, ma non nasconde di sentire la pressione dell’amministrazione e del Pd: “Abbiamo avuto e avremo attacchi da parte delle autorità. Io a Bologna non posso fare determinate cose mentre loro sì, a loro è concesso tutto”.