“Anche i proletari hanno diritto alla spiaggia” così, nel 1971, Giovanni ‘Giuan’ Nasi, prete operaio al porto di Savona, riuscì a ottenere per sé e gli altri lavoratori la concessione demaniale per un tratto di spiaggia a pochi metri dal pontile di attracco delle navi. Oltre alla beffa di non potersi permettere le ferie, infatti, molte famiglie non avevano la possibilità di accedere agli stabilimenti. L’idea del sacerdote era anche quella di offrire l’opportunità di darsi da fare nella gestione dei bagni, accogliere i marinai provenienti dall’estero e di passaggio a Savona e permettendogli di prendere parte a tornei sportivi e altre occasioni di socializzazione anche per contrastare solitudine e alcolismo.
Oltre 45 anni dopo, il progetto del sacerdote è più vivo che mai, con 80 famiglie che continuano ad animare quello che oggi è il circolo Acli “Spiaggia Raphael”, “da ciascuno secondo le sue possibilità a ciascuno secondo i suoi bisogni”.
Se i soci più anziani rinnovano il loro sostegno anche in termini economici per sistemare e rinnovare ogni stagione la struttura, i giovani si danno da fare volontariamente come bagnini, mentre tutti si alternano nella gestione del bar riservato ai soci.
“Il segreto del nostro successo non è tanto il costo irrisorio di cabina e lettini – spiega il presidente del circolo Flavio Ermellino – ma la comunità che abbiamo creato intorno a questo stabilimento. L’allestimento delle cinque file di sdraio ombrelloni e lettini inizia ad aprile, mentre a settembre tocca smontare tutto. Un impegno non da poco, che però ha costruito negli anni fortissimi legami e voglia di stare insieme”. Non ci sono ‘posti fissi’ ai bagni Raphael, ci si sdraia dove si trova posto e non ci sono orari, ognuno ha le chiavi dello stabilimento e può andar via anche a tarda sera, magari partecipando a una delle numerose cene sociali che il circolo organizza per autofinanziarsi, stare insieme e supportare iniziative benefiche.
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