La Diciotti attracca a Catania, dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Alla Diciotti non sarà assegnato un porto “finché il ministro degli Interni non avrà certezza che i 177 migranti a bordo andranno altrove“, risponde Matteo Salvini. Dopo 5 giorni in rada davanti la costa di Lampedusa, il destino della Diciotti ancora incerto sembra risolversi con una posizione di mezzo, comunicata dal Viminale: “La nave potrebbe attraccare in tarda serata nel porto” indicato da Toninelli “ma i migranti a bordo non scenderanno fino a quando non ci sarà dall’Europa una risposta sulla ripartizione degli immigrati tra vari paesi”.
Per la nave della Guardia Costiera con 177 migranti a bordo, infatti, la destinazione assegnata con un tweet dal ministro pentastellato è il porto nella Sicilia orientale: “La nave #Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della guardia costiera – il tweet – hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte”.
Non passa neanche un’ora e il ministro dell’Interno Matteo Salvini fa sapere attraverso fonti del Viminale che “non ha dato nè darà alcuna autorizzazione all’attracco di nave Diciotti, finché non avrà certezza che i migranti a bordo andranno altrove”. Dal dicastero sottolineano con insistenza che “si attendono risposte dall’Europa. Fino a quel momento, dalla Diciotti non scenderà nessuno”. Poi, fonti qualificate del Viminale precisano che “l’imbarcazione potrà attraccare a Catania ma i migranti non potranno scendere“. La condizione di Salvini rimane sempre la stessa: “una risposta dall’Europa sulla ripartizione degli immigrati tra vari paesi”. Ancora una volta si sottolinea che il ministro “non darà alcuna autorizzazione allo sbarco fino a quando la situazione non verrà definita in questo modo”. Punto.
Questa mattina il destino dell’imbarcazione con 177 migranti a bordo, sembrava essere il porto di Pozzallo, nel Ragusano. La notizia riportata dalle agenzie di stampa era stata però smentita dal primo cittadino di Pozzallo Roberto Ammatuna che all’Adnkronos aveva negato “la rotta verso la nostra città”.
Dopo giorni di tira e molla tra Roma e Bruxelles sul destino dell’imbarcazione della Guardia Costiera, – che ha creato insofferenza anche tra Viminale e Marina – l’impasse non si sblocca, dunque. Anzi. Questa mattina il ministro degli Interni Matteo Salvini in visita a Milano all’Opera Cardinal Ferrari Onlus a chi gli chiedeva della nave della Guardia Costiera, ha confermato la linea del Governo: “O l’Europa si ricorda di esistere o l’Italia la smetterà di essere il campo profughi dove tutti arrivano e tutti rimangono e gli italiani pagano. E, quindi, abbiamo detto agli amici europei che se c’è un aiuto concreto, veloce, immediato bene, altrimenti visto che sono sbarcate in Italia 700mila persone negli ultimi anni abbiamo già dato”. Il diktat è sempre lo stesso: “O c’è un aiuto e una redistribuzione immediata oppure cominceremo a riportare queste persone in Libia“, ha aggiunto. Poi, il tweet di Toninelli, con la smentita e la precisazione a stretto giro dal Viminale. Il 19 agosto una nota della Farnesina investiva l’Unione Europea “ufficialmente e formalmente” affinché provvedesse “a individuare una soluzione”.
Ue a “lavoro per trovare una soluzione” – La Diciotti si profila come tavolo da gioco per un braccio di ferro sui migranti con Bruxelles. E le parole spese dal vicepremier in mattinata, non sono passate inosservate in Europa. “Siamo al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. Siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri“. Così Tove Ernst, della Commissione europea per la migrazione. Nessun commento invece sull’ipotesi ventilata da Matteo Salvini di riportare i migranti in Libia senza una soluzione condivisa. “Non commentiamo scenari ipotetici”, ha detto. E non arrivano commenti neanche da Berlino. Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla posizione italiana sui migranti ha tagliato corto: “Non voglio commentare le affermazioni di Matteo Salvini”. Ma sottolinea quanto “nelle scorse settimane” la Germania abbia concordato “che servono soluzioni europee durevoli e solidali, che vanno trovate a livello europeo”, “Berlino darà il suo contributo”, ha assicuratp Seibert.
La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta – “Conoscere il tentativo di ingresso di 190 immigrati extracomunitari avvenuto in data 16 agosto 2018 al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave “Diciotti” e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera”, con queste parole la Procura di Agrigento ha accompagnato l’apertura dell’inchiesta affidata alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e alla Squadra Mobile di Agrigento, per fare chiarezza sulla dinamica del salvataggio. Il procuratore Luigi Patronaggio ha scritto in una nota che “oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento della immigrazione clandestina, tende altresì a conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti a bordo della predetta unità navale militare”.
Il racconto dei migranti agli investigatori – Sulla dinamica del salvataggio, motivo di frizioni tra Roma e La Valletta, gli investigatori hanno raccolto le testimonianza degli otto migranti che erano a bordo della nave Diciotti al momento del movimento in mare e che sono stati trasferiti a Lampedusa e a Porto Empedocle per le cure mediche. Qui sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti e – secondo quanto trapela – hanno raccontato di essere stati soccorsi da un’imbarcazione di maltesi. Il natante li ha “scortati” verso Lampedusa e dopo circa 24 ore dall’intervento, li avrebbe abbandonati, facendo marcia indietro. I migranti – è la ricostruzione – sono stati poi recuperati dalla nave della Guardia costiera italiana. Nella versione dei testimoni, l’intervento di soccorso è stato condotto da un’imbarcazione di “notevoli dimensioni” e da due gommoni. Gli uomini “maltesi” hanno informato i migranti che non li avrebbero portati a Malta, bensì gli avrebbero indicato la rotta per l’Italia. Una volta che si sono resi conto che il gruppo di migranti non aveva dispositivi di navigazione satellitare, hanno fatto capire loro che li avrebbero accompagnati verso Lampedusa. Quando l’imbarcazione su cui viaggiavano ha iniziato ad imbarcare acqua – complici le cattive condizioni meteorologiche – i migranti dicono di essere stati abbandonati e recuperati da nave Diciotti circa due ore dopo. Le testimonianze, acquisite dalla polizia giudiziaria, sono state trasmesse alla procura di Agrigento.
“Voglio capire se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l’altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo, saremmo davanti all’ennesima prova dell’inesistenza dell’Europa, dove troppi paesi fanno i furbi a danno dell’Italia”, ha detto Salvini a proposito di quanto avrebbero dichiarato agli investigatori i migranti che si trovano a bordo di nave Diciotti.
L’appello a Mattarella: “Situazione inaccettabile” – Intanto non si placa la polemica interna. Questa mattina da più parti si sono alzate voci per permettere uno sblocco dello stallo della Diciotti. Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa si è rivolto direttamente al presidente della Repubblica: “Sergio Mattarella intervenga sul governo italiano a proposito della vicenda della nave Diciotti, per superare una situazione inaccettabile nata da braccio di ferro che ha molto di politico e nulla di umanitario”.
Da 5 giorni, infatti, i 177 migranti e i marinai della Guardia Costiera, sono “a bordo ‘in ostaggio’ di fronte la nostra isola da dove cittadini e turisti assistono increduli alla vista di una nave italiana che non può entrare in un porto italiano“. Il primo cittadino delle due isole denuncia poi il fatto che “nello stesso porto sbarcano piccole imbarcazioni con a bordo migranti”, “si finge di non vedere”, la considerazione di Martello. “Se il governo italiano e l‘Unione europea non riescono a trovare una soluzione intervenga il capo dello Stato per superare uno stallo che dura ormai da troppi giorni”, conclude il sindaco.
Una richiesta che segue la lettera-appello indirizzata sempre al presidente della Repubblica e firmata già da centinaia di persone tra cui il parlamentare regionale dei Cento passi e presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, l’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, il medico protagonista di Fuocoammare, Pietro Bartolo: “Le chiediamo di intervenire, e di pretendere che la guardia costiera possa attraccare a Lampedusa – si legge – non solo per sentimento di umana solidarietà ma per evitare che un eventuale respingimento in Libia pesi come un’onta irrimediabile non solo su chi l’ha autorizzata ma sull’intero paese”.
Sulla vicenda della nave Diciotti e sulla “permanenza forzata” dei 177 migranti, questa mattina si è espresso anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, il quale ha inviato alle alte cariche dello Stato alcune “sue valutazioni sul caso”, ritenuto di “rilevanza umanitaria”.
Cronaca
Diciotti, Toninelli: “La nave attraccherà a Catania”. Salvini: “Migranti non sbarcano senza risposte dall’Europa”
Dopo 5 giorni davanti Lampedusa, il caso dell'imbarcazione costretta a rimanere in rada sembra sbloccarsi grazie ad un tweet del ministro dei Trasporti. Poi lo stop del Viminale: Il ministro non darà l'ok, "finché non avrà certezza che i 177 migranti a bordo andranno altrove". Dunque, il natante può "attraccare ma i migranti non scenderanno". L'Ue: "A lavoro per trovare una soluzione". Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta
La Diciotti attracca a Catania, dice il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Alla Diciotti non sarà assegnato un porto “finché il ministro degli Interni non avrà certezza che i 177 migranti a bordo andranno altrove“, risponde Matteo Salvini. Dopo 5 giorni in rada davanti la costa di Lampedusa, il destino della Diciotti ancora incerto sembra risolversi con una posizione di mezzo, comunicata dal Viminale: “La nave potrebbe attraccare in tarda serata nel porto” indicato da Toninelli “ma i migranti a bordo non scenderanno fino a quando non ci sarà dall’Europa una risposta sulla ripartizione degli immigrati tra vari paesi”.
Per la nave della Guardia Costiera con 177 migranti a bordo, infatti, la destinazione assegnata con un tweet dal ministro pentastellato è il porto nella Sicilia orientale: “La nave #Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della guardia costiera – il tweet – hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte”.
Non passa neanche un’ora e il ministro dell’Interno Matteo Salvini fa sapere attraverso fonti del Viminale che “non ha dato nè darà alcuna autorizzazione all’attracco di nave Diciotti, finché non avrà certezza che i migranti a bordo andranno altrove”. Dal dicastero sottolineano con insistenza che “si attendono risposte dall’Europa. Fino a quel momento, dalla Diciotti non scenderà nessuno”. Poi, fonti qualificate del Viminale precisano che “l’imbarcazione potrà attraccare a Catania ma i migranti non potranno scendere“. La condizione di Salvini rimane sempre la stessa: “una risposta dall’Europa sulla ripartizione degli immigrati tra vari paesi”. Ancora una volta si sottolinea che il ministro “non darà alcuna autorizzazione allo sbarco fino a quando la situazione non verrà definita in questo modo”. Punto.
Questa mattina il destino dell’imbarcazione con 177 migranti a bordo, sembrava essere il porto di Pozzallo, nel Ragusano. La notizia riportata dalle agenzie di stampa era stata però smentita dal primo cittadino di Pozzallo Roberto Ammatuna che all’Adnkronos aveva negato “la rotta verso la nostra città”.
Dopo giorni di tira e molla tra Roma e Bruxelles sul destino dell’imbarcazione della Guardia Costiera, – che ha creato insofferenza anche tra Viminale e Marina – l’impasse non si sblocca, dunque. Anzi. Questa mattina il ministro degli Interni Matteo Salvini in visita a Milano all’Opera Cardinal Ferrari Onlus a chi gli chiedeva della nave della Guardia Costiera, ha confermato la linea del Governo: “O l’Europa si ricorda di esistere o l’Italia la smetterà di essere il campo profughi dove tutti arrivano e tutti rimangono e gli italiani pagano. E, quindi, abbiamo detto agli amici europei che se c’è un aiuto concreto, veloce, immediato bene, altrimenti visto che sono sbarcate in Italia 700mila persone negli ultimi anni abbiamo già dato”. Il diktat è sempre lo stesso: “O c’è un aiuto e una redistribuzione immediata oppure cominceremo a riportare queste persone in Libia“, ha aggiunto. Poi, il tweet di Toninelli, con la smentita e la precisazione a stretto giro dal Viminale. Il 19 agosto una nota della Farnesina investiva l’Unione Europea “ufficialmente e formalmente” affinché provvedesse “a individuare una soluzione”.
Ue a “lavoro per trovare una soluzione” – La Diciotti si profila come tavolo da gioco per un braccio di ferro sui migranti con Bruxelles. E le parole spese dal vicepremier in mattinata, non sono passate inosservate in Europa. “Siamo al lavoro per trovare una soluzione, la più rapida possibile. Siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri“. Così Tove Ernst, della Commissione europea per la migrazione. Nessun commento invece sull’ipotesi ventilata da Matteo Salvini di riportare i migranti in Libia senza una soluzione condivisa. “Non commentiamo scenari ipotetici”, ha detto. E non arrivano commenti neanche da Berlino. Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulla posizione italiana sui migranti ha tagliato corto: “Non voglio commentare le affermazioni di Matteo Salvini”. Ma sottolinea quanto “nelle scorse settimane” la Germania abbia concordato “che servono soluzioni europee durevoli e solidali, che vanno trovate a livello europeo”, “Berlino darà il suo contributo”, ha assicuratp Seibert.
La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta – “Conoscere il tentativo di ingresso di 190 immigrati extracomunitari avvenuto in data 16 agosto 2018 al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave “Diciotti” e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera”, con queste parole la Procura di Agrigento ha accompagnato l’apertura dell’inchiesta affidata alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e alla Squadra Mobile di Agrigento, per fare chiarezza sulla dinamica del salvataggio. Il procuratore Luigi Patronaggio ha scritto in una nota che “oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento della immigrazione clandestina, tende altresì a conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti a bordo della predetta unità navale militare”.
Il racconto dei migranti agli investigatori – Sulla dinamica del salvataggio, motivo di frizioni tra Roma e La Valletta, gli investigatori hanno raccolto le testimonianza degli otto migranti che erano a bordo della nave Diciotti al momento del movimento in mare e che sono stati trasferiti a Lampedusa e a Porto Empedocle per le cure mediche. Qui sono stati ascoltati, come persone informate sui fatti e – secondo quanto trapela – hanno raccontato di essere stati soccorsi da un’imbarcazione di maltesi. Il natante li ha “scortati” verso Lampedusa e dopo circa 24 ore dall’intervento, li avrebbe abbandonati, facendo marcia indietro. I migranti – è la ricostruzione – sono stati poi recuperati dalla nave della Guardia costiera italiana. Nella versione dei testimoni, l’intervento di soccorso è stato condotto da un’imbarcazione di “notevoli dimensioni” e da due gommoni. Gli uomini “maltesi” hanno informato i migranti che non li avrebbero portati a Malta, bensì gli avrebbero indicato la rotta per l’Italia. Una volta che si sono resi conto che il gruppo di migranti non aveva dispositivi di navigazione satellitare, hanno fatto capire loro che li avrebbero accompagnati verso Lampedusa. Quando l’imbarcazione su cui viaggiavano ha iniziato ad imbarcare acqua – complici le cattive condizioni meteorologiche – i migranti dicono di essere stati abbandonati e recuperati da nave Diciotti circa due ore dopo. Le testimonianze, acquisite dalla polizia giudiziaria, sono state trasmesse alla procura di Agrigento.
“Voglio capire se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l’altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo, saremmo davanti all’ennesima prova dell’inesistenza dell’Europa, dove troppi paesi fanno i furbi a danno dell’Italia”, ha detto Salvini a proposito di quanto avrebbero dichiarato agli investigatori i migranti che si trovano a bordo di nave Diciotti.
L’appello a Mattarella: “Situazione inaccettabile” – Intanto non si placa la polemica interna. Questa mattina da più parti si sono alzate voci per permettere uno sblocco dello stallo della Diciotti. Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa si è rivolto direttamente al presidente della Repubblica: “Sergio Mattarella intervenga sul governo italiano a proposito della vicenda della nave Diciotti, per superare una situazione inaccettabile nata da braccio di ferro che ha molto di politico e nulla di umanitario”.
Da 5 giorni, infatti, i 177 migranti e i marinai della Guardia Costiera, sono “a bordo ‘in ostaggio’ di fronte la nostra isola da dove cittadini e turisti assistono increduli alla vista di una nave italiana che non può entrare in un porto italiano“. Il primo cittadino delle due isole denuncia poi il fatto che “nello stesso porto sbarcano piccole imbarcazioni con a bordo migranti”, “si finge di non vedere”, la considerazione di Martello. “Se il governo italiano e l‘Unione europea non riescono a trovare una soluzione intervenga il capo dello Stato per superare uno stallo che dura ormai da troppi giorni”, conclude il sindaco.
Una richiesta che segue la lettera-appello indirizzata sempre al presidente della Repubblica e firmata già da centinaia di persone tra cui il parlamentare regionale dei Cento passi e presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, l’ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, il medico protagonista di Fuocoammare, Pietro Bartolo: “Le chiediamo di intervenire, e di pretendere che la guardia costiera possa attraccare a Lampedusa – si legge – non solo per sentimento di umana solidarietà ma per evitare che un eventuale respingimento in Libia pesi come un’onta irrimediabile non solo su chi l’ha autorizzata ma sull’intero paese”.
Sulla vicenda della nave Diciotti e sulla “permanenza forzata” dei 177 migranti, questa mattina si è espresso anche il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, il quale ha inviato alle alte cariche dello Stato alcune “sue valutazioni sul caso”, ritenuto di “rilevanza umanitaria”.
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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.
(Adnkronos) - La letteratura fantastica in Italia si prende sempre più spazio. Questo fine settimana si tiene a Roma la prima edizione di ‘Oblivion, fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale', dedicata alla letteratura di genere horror, fantasy, fantascienza e weird.
"È nato tutto da una pizza a San Lorenzo insieme a Claudio Kulesko, Paolo di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli", spiega all’Adnkronos Emmanuele Pilia, alla direzione editoriale dell’evento. "Volevamo ribadire il valore artistico letterario del mondo della letteratura fantastica, che in Italia ha poche piattaforme in cui fare rete e in cui avere dignità, e così ci siamo ispirati a eventi come ‘Stranimondi’ e ‘Marginalia’ che si svolgono a Milano, per creare qualcosa di simile", dice.
Alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere Testaccio di Roma, il 22 e il 23 febbraio, 45 case editrici indipendenti italiane propongono i propri libri e un programma ricco di incontri, che si terranno tra le 10 e le 20 di sabato e domenica. "Niente presentazioni classiche, ma piccole conferenze sui temi in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti gli editori", spiega Pilia. E così dalla crisi climatica al femminismo, dall’intelligenza artificiale alle relazioni affettive sono tantissimi gli argomenti che verranno affrontati da autori ed editori attraverso la lente della letteratura di genere.
Nell'anno che si è appena concluso si è registrato un calo del numero generale di lettori, eppure il fantasy è in controtendenza: le vendite nel 2024 sono cresciute del 27,1% da gennaio a ottobre, superando il milione di libri venduti. Gli italiani hanno riscoperto un genere considerato a lungo di ‘serie b’? “I lettori e le lettrici italiani – spiega Pilia – hanno sempre letto tanta letteratura fantastica, ma prima era meno monitorata. Pensiamo alla collana di successo ‘Urania’, che esce in edicola e non è tracciata. Però negli ultimi anni c’è stata sicuramente una crescita dell’ecosistema editoriale: ci sono più editor, più traduttori, sono nate molte case editrici di genere che hanno portato un ‘know how’ che prima era appannaggio di accademici. È aumentata la qualità, ma anche il discorso attorno al genere, con un grande lavoro di riscoperta del fantasy italiano".
Non c’è una motivazione unica dietro alla cresciuta di interesse registrata negli ultimi anni: da un lato ci sono il successo di saghe letterarie e cinematografiche/televisive come ‘Harry Potter’, ‘Hunger Games’ o ‘Il trono di spade’, dall’altro c’è chi ritiene che il fantasy, con le sue metafore, sia uno strumento utile a interpretare il tempo presente. Emmanuele Pilia ci tiene a sottolineare l’aspetto più importante quando si devono avvicinare nuovi lettori: "Credo che l’idea moralistica che leggere sia utile e necessario abbia danneggiato la letteratura. Leggere è divertente, è bello, è fico. Si può paragonare a una partita di calcio o una cena fuori. Bisogna desacralizzare la lettura per darle valore e noi, con il nostro evento, abbiamo puntato tutto su questo concetto anche per avvicinare chi non ha ancora scoperto il fantastico".
La manifestazione, che beneficia del patrocinio del Comune di Roma, dell’Assessorato alla Cultura e del I Municipio, è completamente gratuito e non sarà solo un'occasione per i lettori, ma anche per chi sogna di lavorare nel campo. Nel corso della fiera infatti verrà assegnato il Premio di Racconti Brevi, "dedicato agli autori e alle autrici che vogliono esplorare i temi dell’horror, del fantasy, della fantascienza e del weird", si legge sul sito ufficiale, e che avranno così l'opportunità di sottoporre il proprio scritto a una giuria di editori esperti, presenti alla fiera. Sono previste anche diverse menzioni speciali, con relativi premi e targhe, per le opere che si distingueranno per originalità e stile. (di Corinna Spirito)
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - "La prima richiesta che facciamo al ministro della Salute Schillaci è quella di valutare e concludere la questione medico-legale istituendo una commissione super partes, che valuti prima di ogni iter, di ogni pratica, la questione, in modo tale che il numero delle denunce venga ridotto. Questo accade negli Stati Uniti, accade anche in Francia, quindi crediamo che debba essere applicato anche in Italia. Seconda cosa", serve "intervenire sulla questione delle nuove tecnologie, che ha un peso rilevantissimo anche sul fronte economico, quindi legiferare a livello centrale sulla congruità e sul numero, per esempio, dei robot e delle nuove tecnologie importanti e costose che vengono, diciamo, proposte. L'altra cosa è incentivare l'intelligenza artificiale. Tuttavia sappiamo che soltanto il 26% delle Asl in Italia ha investito in intelligenza artificiale". Così all'Adnkronos Salute il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Maurizio Brausi, in occasione del secondo congresso Cic, momento di confronto sul presente e il futuro della chirurgia, promosso oggi a Roma.
"La formazione per i giovani chirurghi è importantissima - continua Brausi - A questo proposito abbiamo ideato un questionario che è stato spedito a tutte le scuole di specialità. Abbiamo già raccolto più di 600 risposte sulla soddisfazione o meno che i nostri specializzandi hanno nelle varie scuole". Per far fronte alla carenza di professionisti, poi, "dobbiamo fare una programmazione diversa. Sappiamo che 3mila medici all'anno vanno in pensione e non vengono sostituiti - ricorda - e abbiamo anche un problema contingente degli specializzanti stessi: per diventare un chirurgo occorrono 11 anni, cosa che non aiuta". A questo si aggiunge "il problema dello stipendio che in Italia non è equiparato a quello europeo", e quello "delle denunce: ne arrivano circa 35mila-40mila all'anno per i chirurghi. Questo ovviamente è un fattore un po' negativo", che rende "più difficile la scelta della specialità". La prova lampante è sui "concorsi, soprattutto per l'ortopedia e anche per chirurgia generale: vanno deserti".
Altra cosa che interessa molto il Collegio, che rappresenta circa 47 società chirurgiche e 45 mila chirurghi italiani, è "l'uso delle nuove tecnologie e la loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale - conclude Brausi - Possiamo fare qualcosa per ridurre i costi, però occorre essere molto determinati e prendere decisioni sia a livello centrale che a livello regionale per razionalizzare, ad esempio, il numero di robot in Italia o il numero delle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale può ridurre nettamente il lavoro e dovrebbe essere applicata nelle varie Asl, vista l'applicazione incredibile che c'è nell'imaging, della radiologia, con la velocizzazione degli esami radiologici e diagnosi molto più sicure in accordo con le linee guida".
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Mary Modaffari, presidente nazionale della Confederazione nazionale esercenti (Cne), associazione sindacale datoriale italiana, iscritta al registro dei lobbisti del Parlamento Europeo, è stata l' unica italiana entrata a far parte del direttivo del Seri ( sindacato europeo dei rappresentanti di interessi ) e contestualmente nominata a responsabile della gestione dei rapporti istituzionali esteri del Seri.
"Il Seri, acronimo di Sindacato europeo rappresentanti interessi presso il Parlamento Europeo è un’organizzazione sindacale europea composta da presidenti di varie sigle sindacali datoriali di tutta Europa. Il Seri è stato istituito per rappresentare e tutelare i diritti e gli interessi dei professionisti che operano al Parlamento Europeo come rappresentanti di interessi e dunque portavoce delle esigenze delle imprese associate presso le rispettive associazioni datoriali dei vari Paesi Europei. L' obiettivo è quello di fornire un supporto qualificato a livello istituzionale, promuovendo la valorizzazione delle competenze e delle specificità del lavoro che ogni rappresentante svolge al Parlamento Europeo. Le finalità principali includono la difesa dei diritti delle imprese, pmi e start-up in ambito parlamentare, la promozione di politiche di equità e sostenibilità nel mondo del lavoro e il rafforzamento delle relazioni tra il settore istituzionale europeo e partner internazionali presso Paesi extra Ue", afferma Modaffari.
"La mia priorità -continua- è consolidare e ampliare le relazioni internazionali del Seri coinvolgendo in primo luogo soprattutto l' Italia , dando dunque voce alle varie associazioni sindacali datoriali italiane aderenti al Seri creando nuove opportunità di collaborazione istituzionale e professionale. L’obiettivo è rendere il Seri un associazione sindacale europea dei rappresentanti di interessi autorevole e riconosciuta non solo a livello europeo ma globale. La prima tappa del mio programma è organizzare con lo staff del dipartimento del Seri che mi è stato assegnato, incontri con rappresentanti di istituzioni straniere, anche tramite tavoli tematici, su argomenti che hanno come obiettivo la crescita delle imprese e pmi tenendo conto dei punti di vista dei colleghi rappresentanti di interessi degli altri stati europei", spiega ancora.
"I punti centrali da trattare sono: commercio internazionale (limiti e prospettive future), sostenibilità, crescita economica, innovazione e tutela dei diritti umani, transizione digitale e particolare attenzione sull' utilizzo dell'Ia. In sostanza, il nostro obiettivo è quella di fungere da ponte tra le istituzioni europee e le imprese degli stati membri , promuovendo uno scambio continuo e costruttivo su temi di particolare rilevanza sociale, economica e culturale. Altresì attraverso l’internazionalizzazione sarà possibile consolidare nuove partnership, rendendo il Sindacato europeo dei rappresentanti di interessi un organo "influente" nei processi decisionali che riguardano il mondo del lavoro e delle imprese", spiega ancora.
"Sono davvero onorata ed orgogliosa di questo importante incarico che mi è stato conferito e ringrazio la presidenza nazionale per la fiducia accordatami. Da anni lavoro nel mondo sindacale, ho svolto l' attività di politica sindacale con grande responsabilità ed impegno, e pertanto metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze. Sono certa che riusciremo a portare benefici concreti ai nostri iscritti nonché il nostro obiettivo finale è poter dare supporto con le nostre proposte alle istituzioni europee ed alle rispettive commissioni", conclude Mary Modaffari.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Si è chiuso alle 13, come annunciato, il collocamento del nuovo Btp Più che ha registrato nel quarto e ultimo giorno di raccolta 39.759 contratti per un controvalore di 1.096.376.000 euro. Il dato porta il totale del collocamento a oltre 14,9 milioni di euro. L'attenzione adesso è per il dato definitivo sul rendimento che, nelle speranze dei sottoscrittori, potrebbe portare a qualche ritocco al rialzo.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.