Una nota per difendersi, per ribattere agli attacchi e alle critiche di questi giorni. Perché, sostengono, grazie all’impegno per rafforzare i livelli di sicurezza i morti sono diminuiti. I dirigenti di Atlantia, controllante di Autostrade, rivendicano il lavoro svolto dopo il crollo del ponte Morandi, sotto il quale sono rimaste intrappolate 43 persone.

“Prima della privatizzazione – scrivono in una nota – (i livelli di sicurezza, nda) erano drammaticamente inferiori, con l’attuale gestione abbiamo raggiunto il risultato di far diminuire drasticamente le vittime degli incidenti registrati sulle tratte autostradali da noi gestite”. Si è passati, affermano “dalle 420 vittime nel 1999, ultimo anno di gestione pubblica, alle 119 nel 2017“.

Nella note si legge che i dirigenti hanno “ritenuto doveroso mantenere il silenzio per il rispetto dovuto alle persone che hanno perso la vita”. Ma ora snocciolano i numeri di quel “risparmio pesante”, lo chiamano così, “che la nostra azienda ha realizzato in questi 18 anni di privatizzazione ed è del risparmio, ogni anno, di queste 300 vite, che continuerà ad alimentarci per migliorarci negli anni a venire. Se ci sarà consentito di farlo”.

E spiegano: “Noi rappresentiamo i dirigenti di questo gruppo e della Società Autostrade per l’Italia, la metà di noi erano presenti nella Società Autostrade all’epoca della sua privatizzazione del 1999 e, dunque, testimoni di quello che eravamo e di quello che con la privatizzazione si è fatto in questi ultimi 18 anni” in tema di sicurezza. “Siamo manager, professionisti, siamo uomini e donne che in questi anni hanno lavorato per migliorare e rendere più sicura la rete autostradale gestita da Autostrade per l’Italia”, concludono, attraverso interventi profondi e impegnativi come “solo per fare qualche esempio concreto, gli ampliamenti a tre e quattro corsie delle tratte a più alto traffico”.

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