Dopo il crolle del ponte Morandi residenti di quartieri storici e popolari come Pigneto, San Lorenzo e Prenestino-Labicano sono tornati a chiederne l’abbattimento, recuperando un mood andato avanti per tutti gli anni 2000 e sul quale da tempo erano calate speranza e convinzione. Il “mostro” – come lo definisce chi vi abita a ridosso - completato nel 1971 e reso famoso dall’indimenticabile sketch di Paolo Villaggio è già rimasto chiuso per alcune settimane all’indomani del terremoto di Norcia
Calcinacci e altri detriti che periodicamente piovono sulle strade sottostanti. A volte mettendo a rischio l’incolumità dei passaggi. E oggi, dopo i tragici eventi di Genova, la vecchia Tangenziale Est di Roma è tornata fra gli “osservati speciali” del comune di Roma, nella lista delle infrastrutture (ponti e sopraelevate) ritenute ormai obsolete e dunque sostanzialmente a rischio. Tanto che ora i residenti di quartieri storici e popolari come Pigneto, San Lorenzo e Prenestino-Labicano sono tornati a chiederne l’abbattimento, recuperando un mood andato avanti per tutti gli anni 2000 e sul quale da tempo erano calate speranza e convinzione. Anche perché nello stesso periodo la giunta guidata da Walter Veltroni mise a punto un progetto da circa 200 milioni per un tunnel sotterraneo di quasi 5 km che ne avrebbe dovuto sopperire i flussi di traffico. Piano che l’allora governo Berlusconi non volle finanziare, spedendolo nel dimenticatoio.
LA PIOGGIA DI CALCINACCI – Il “mostro” – come lo definisce chi vi abita a ridosso – completato nel 1971 e reso famoso dall’indimenticabile sketch di Paolo Villaggio nel film ‘Il Secondo Tragico Fantozzi’, è già rimasto chiuso per alcune settimane all’indomani del terremoto di Norcia del 30 ottobre 2016 per verifiche strutturali e alcuni interventi di manutenzione, dopo che i vigili del fuoco rilevarono crepe sulla rampa di accesso di via Prenestina. Da allora si sono verificati alcuni episodi che hanno fatto crescere la preoccupazione dei residenti. Nel febbraio 2017 un’infermiera e alcuni dipendenti Atac ritrovarono le proprie auto danneggiate dai pezzi di cemento che si sbriciolavano sopra a un parcheggio al Pigneto; il 18 ottobre 2017, alcuni calcinacci si sono staccati all’inizio di via dello Scalo San Lorenzo, danneggiando delle auto in sosta; stessa cosa è avvenuta il 15 giugno scorso, quando la Polizia Locale fu costretta a transennare il sottopasso all’altezza del parcheggio dietro il Cimitero del Verano. “La pioggia di detriti, seppur minima, sembra essere costante – avverte Gianluca Santilli, del comitato Pigneto-Tangenziale – per non parlare delle vistose infiltrazioni che si presentano lungo tutta l’infrastruttura”. Nei giorni scorsi il Campidoglio ha annunciato “nuove verifiche” dopo quelle di due anni fa e una cospicua parte dei soldi che verranno stanziati per la verifica statica dei ponti romani sarà dedicata al monitoraggio della sopraelevata che, come detto, sfiora edifici ancora più antichi e sovrasta quartieri molto popolosi.
IL PROGETTO DELLA SOTTOVIA –È sul futuro del “mostro” che, però, si torna a dibattere. La Tangenziale Est è vicina a compiere il mezzo secolo (fra 3 anni), sebbene i pilastri in acciaio, solo rivestiti dal cemento, dovrebbero garantire una vita leggermente più lunga all’infrastruttura. “Questo non vuol dire che fra qualche anno non vi sia la necessità di agire con urgenza”, avverte ancora Santilli. A prevederne la demolizione, sulla spinta di comitati e associazioni, fu addirittura Francesco Rutelli, già nel 2000: i tecnici realizzarono lo studio di fattibilità di un tunnel di quasi 5 km che avrebbe dovuto collegare il quartiere Arco di Travertino alla Stazione Tiburtina. Il progetto, del costo di circa 200 milioni di euro, fu però osteggiato da una parte dei comitati ambientalisti più radicali e, soprattutto, venne rispedito al mittente dall’allora ministro Pietro Lunardi, cui Veltroni si rivolse per un co-finanziamento del Cipe e delle Ferrovie dello Stato (con le quali c’era già un accordo di valorizzazione di alcuni terreni intorno alle stazioni periferiche). “Questa storia rischia di diventare come quella della Gronda di Genova. La mancanza di visione strategica ci porterà ad agire in emergenza”, dice a ilfattoquotidiano.it il deputato Pd, Roberto Morassut, allora assessore all’Urbanistica delle giunte capitoline di centrosinistra.
L’APPRODO IN COMMISSIONE – In realtà, il progetto della Sottovia è ancora all’attenzione del Campidoglio. Nel 2016 l’attuale amministrazione ha dato il via al progetto di abbattimento di un altro settore di Tangenziale indipendente da quello “storico”, in pratica un cavalcavia (più recente) di 460 metri davanti alla stazione Tiburtina, sostituito da tempo da un viadotto sotterraneo. Nel maggio 2017 lo studio di fattibilità – rivisto e corretto nel 2008 da Risorse per Roma – era anche arrivato in Commissione Mobilità, fra lo scetticismo del direttore del Dipartimento Lavori Pubblico, Roberto Botta, e del presidente di Commissione, Enrico Stefano. Resta il fatto che la Tangenziale Est, ancora oggi, è un’arteria fondamentale tutta la viabilità romana e, come avverte ancora Santilli “qualora si verificasse la necessità di chiuderla o limitarla al traffico bisognerà farsi trovare pronti”.