Due donne che volevano trascrivere all'anagrafe il bimbo, nato da una delle due tramite fecondazione artificiale, come figlio di entrambe si sono viste rifiutare la pratica. Che dall'ufficio comunale è passata in Prefettura, arrivando fino al ministero degli Interni
Niente da fare per una coppia lesbica che ha fatto richiesta all’anagrafe di Pesaro di trascrivere la nascita del bimbo di una delle due, come figlio di entrambe. Le donne non hanno ottenuto il riconoscimento del bambino – avuto da una partner con fecondazione artificiale all’estero tramite donatore sconosciuto – con doppia genitorialità. L’ufficio del Comune, il cui sindaco è il democratico Matteo Ricci, ha bloccato la pratica, chiedendo l’autorizzazione alla Prefettura di Pesaro Urbino, che ha rinviato il quesito al Ministero degli Interni. Che a sua volta deve ancora rispondere, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino. La madre riconosciuta ufficialmente, per il momento, è solo quella biologica.
È l’ennesimo caso di rifiuto di adozione per una coppia omosessuale. Meglio conosciuta come “stepchild adoption”, l’adozione del figlio del partner, infatti non riconosciuta in Italia. Solo che questa volta la richiesta delle due donne è arrivata direttamente al Viminale. Come anticipa il giornale, l’ufficio di Stato civile pesarese ha detto no alla richiesta, ma ha girato il quesito alla prefettura e “per conoscenza”, alla procura della Repubblica. Gli uffici prefettizi così, hanno istruito la pratica inviando il quesito direttamente al ministero degli Interni per avere una risposta il più possibile omogenea col resto d’Italia.
Quella della stepchild adoption, infatti, è una questione tutt’altro che risolta. Se è vero che non è stata riconosciuta dalla legge n. 76 del 2016 – la Legge Cirinnà che ha dato il via libera alle unioni civili – è altrettanto vero che l’adozione del figlio del partner è “interpretabile” e rappresenta un buco normativo. Le risposte alla richiesta di adozione, infatti, sono state diverse finora. Con conseguente giungla interpretativa: in diversi casi sono i tribunali italiani ad ordinare le trascrizioni, oppure a negarle.
Sono molti i Comuni italiani ad aver accettato di trascrivere la ‘stepchild adoption’, tra cui quello di Gabicce Mare. Solo due mesi fa, l’ufficio della località marchigiana, aveva trascritto due papà quali genitori di due gemelli partoriti in America, tramite utero in affitto. La trascrizione è stata poi segnalata alla Prefettura. E la Procura di Pesaro ha impugnato la trascrizione ricorrendo al tribunale civile. Una vicenda ancora senza una soluzione: l’udienza è fissata il 18 settembre.
Altro caso è stato quello di Napoli, dove il tribunale ha recepito la decisione di un Tribunale francese dichiarativa di stepchild adoption ordinando allo stato civile italiano di trascrivere nei registri anagrafici i bambini quali figli di due donne. Una decisione impugnata dalla Procura generale. Ma c’è anche quello famoso di Firenze, in cui il procuratore ha rinunciato al ricorso. La Cassazione invece ha confermato la trascrizione nei registri degli atti di nascita dell’adozione di un minore concessa all’estero, in funzione sempre dell’interesse del minore stesso.
Nel caso delle due donne pesaresi, la Procura non è intervenuta perché non c’è stata trascrizione, ma è comunque informata della vicenda. Sul caso dovrà esprimersi il Ministero degli Interni guidato da Matteo Salvini che poche settimane fa aveva annunciato di voler togliere Genitore 1 e Genitore 2 dai moduli del Viminale, e di volerli sostituire con la dicitura Madre e Padre. Se il dicastero dovesse opporsi alla coppia (che non è unita civilmente), le due ricorreranno al Tribunale di Pesaro. Per ora l’ufficio anagrafe ha trascritto ovviamente la nascita del bimbo come figlio della sola mamma biologica.