Quindi, fatemi capire: i due marò, accusati – se a torto o a ragione avrebbe potuto e dovuto stabilirlo un procedimento giudiziario, ma non è successo – dovevano essere assolutamente riportati in Italia, mentre gli uomini della Guardia Costiera che hanno salvato vite in mare – come prevedono le leggi internazionali – possono essere tenuti per giorni a bagno in mare fuori dai porti italiani?
Un attimo, articolo meglio: quando serve, la destra può utilizzare due fucilieri della Marina militare italiana come strumento per rivendicare l’onor di patria e accusare “uno Stato che non ha avuto la dignità e il coraggio di difenderli dall’arroganza di una Nazione straniera” (Giorgia Meloni, 26 maggio 2016), mobilitando gli elettori sensibili alla causa per esercitare una prelazione sui loro voti. Così al governo Monti dava del “vigliacco” (Casapound, 24 novembre 2012) accusandolo di utilizzare i due militari come moneta di scambio nella vicenda del contratto per i 12 elicotteri Agusta. E all’esecutivo Renzi dava del “ridicolo” perché incapace di “riportare a casa i nostri due soldati prigionieri da oltre due anni in India” (Matteo Salvini, 3 settembre 2014)
Ora che è al governo, però, la destra può giocare sulla pelle di altri militari – gli uomini della Diciotti – per negoziare con l’Ue il ricollocamento dei migranti, vero babau capace di coalizzare un consenso popolare che parte dagli elettori del M5s e arriva fino a Casapound e Forza Nuova passando per Forza Italia, Lega e Fratelli di’Italia. Che, guarda caso, sull’onore degli uomini della Guardia costiera bloccati da sei giorni tra Lampedusa e Catania non dicono una parola. Non organizzano nessuna veglia, nessun corteo, né sventolano alcun tricolore, neanche quello che campeggia minuscolo sui loro profili Twitter.
Perché in questo caso la destra, Matteo Salvini in primis, dovrebbe difendere l’onor di patria dei marinai della Diciotti dall'”arroganza” dello stesso Stato italiano che non li fa attraccare sul proprio territorio (in conflitto, peraltro, con il collega Toninelli e nel silenzio della collega Trenta). Quindi dall’arroganza del suo stesso ministero, quindi dello stesso ministro. Quindi dalla propria arroganza.
Che cosa meravigliosa la propaganda, eh?