Il padre era uno dei postini di Bernardo Provenzano. Lei adesso fa l’agente della polizia municipale. E a Casteldaccia, piccolo centro in provincia Palermo, i cittadini si sono divisi. Segnalando la vicenda all’edizione locale di Repubblica che racconta la storia di Alessandra Virruso, figlia di Giuseppe, il capomafia che gestiva i pizzini del latitante Provenzano. Domenica, infatti, la donna ha fatto il suo esordio con la casacca della polizia municipale per la processione. “Una scelta poco opportuna”, l’hanno definita alcuni cittadini che hanno telefonato a Repubblica. Il sindaco Giovanni Di Giacinto, però, difende Virruso. “Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli la signora Virruso è da vent’ anni un’ irreprensibile dipendente comunale”, dice il primo cittadino spiegando che la donna era una delle addette all’asilo nido. Poi, dopo la chiusura della struttura, venne trasferita all’ufficio anagrafe dove “aveva anche la delega a firmare le carte d’identità”. Un incarico delicato se si pensa che Provenzano riuscì a farsi operare alla prostata da latitante in una clinica di Marsiglia proprio grazie a una carta d’identità falsificata dal pentito Francesco Campanella nella vicina Villabate.
Niente a che fare con la storia di Virruso, diventata agente della polizia municipale per decisione del sindaco. “Adesso, avevo bisogno di rafforzare l’ organico dei vigili, ridotto all’osso. E ho disposto il trasferimento degli unici cinque dipendenti che potevano andare, quelli di categoria C5, fra cui la signora Virruso. Non hanno comunque la qualifica di agente di pubblica sicurezza. Potranno occuparsi solo di controlli amministrativi”, dice Di Giacinto. La donna, però, non è solo la figlia di un boss. In passato, infatti, è stata anche la moglie Antonino Spadaro, arrestato latitante in Brasile e figlio di Tommaso, storico boss della Kalsa rinchiuso all’ ergastolo.”Da quindici anni non ha più rapporti di frequentazione con il marito. Ora, non capisco perché tanto giustizialismo. La signora Virruso è una lavoratrice, basta speculazioni”, insiste il sindaco. Anche se qualcuno in paese non è d’accordo: “Chi è chiamato a fare multe e controlli amministrativi ai commercianti deve essere al di sopra di ogni sospetto”.
Giuseppe Virruso era uno dei postini più attivi di Provenzano. Coinvolto nell’operazione Grande Mandamento, che rivelò anche come il fratello del boss era stato sindaco di Casteldaccia fra il 1990 e il 1994. I carabinieri del Ros – ricostruisce il giornalista Salvo Palazzolo – documentarono anche come per consegnare i pizzini di Provenzano una volta Virruso utilizzò la Nissan della figlia.