“È necessario aprire un campo per rifugiati, non si può lasciare che questa gente riempia gli spazi vuoti di Pacaraima. Non si può lasciare che queste persone stiano per strada a fare i loro bisogni fisiologici”. Secondo la polizia brasiliana sono 460 i venezuelani che ogni giorno continuano ad attraversare il confine nello stato brasiliano di Roraima e il candidato alle presidenziali del 7 ottobre Jair Bolsonaro – al secondo posto nelle preferenze dei brasiliani – ha proposto di creare un “campo per rifugiati”. Solo la settimana scorsa sono stati 1.200 cittadini del Venezuela espulsi dalla località di Pacaraima e l’Onu ha calcolato che la crisi economica ha spinto oltre due milioni di persone a fuggire dal Paese, 500mila solo quest’anno. Secondo una ricerca annuale condotta da varie università del Paese, il 90% dei venezuelani vive in povertà e oltre il 60% ammette di svegliarsi affamato perché non ha denaro per comprare cibo sufficiente a sfamarsi.

Il Paese paralizzato dalla crisi: un pollo costa 14 milioni di bolivar – Maduro intanto ha messo in circolazione le nuove banconote private di cinque zeri, previste dal piano per contrastare la super-inflazione e dare una ‘spinta’ all’economia in crisi. Mentre gli imprenditori criticano la misura e i cittadini fanno i conti con fame e scarsità di prodotti, il Paese sembra paralizzato. Ora la nuova banconota di maggior valore, da 500 bolivar, equivale a 50 milioni di bolivar del vecchio conio. L’inflazione è esplosa, toccando a luglio l’82,7%: un pollo di due chili e mezzo, fino all’introduzione della nuova moneta, costava oltre 14 milioni di bolivar (equivalenti a poco più di due dollari). Altri esempi: due milioni e mezzo invece per un rotolo di carta igienica, tre e mezzo per un pacco di assorbenti, cinque per un chilo di pomodori, otto per un pacco di pannolini.  Oltre alla ‘nuova’ moneta, Maduro ha annunciato altre misure per contrastare la povertà, fra cui l’aumento del 3.400% del salario minimo da settembre, per la quinta volta quest’anno.

Il Roraima vuole chiudere la frontiera – Una situazione che spinge sempre più venezuelani a tentare la fuga e ad attraversare il confine a Pacaraima, principale punto di ingresso di decine di migliaia di immigrati. Sabato scorso, i residenti hanno attaccato gli immigrati che sono stati costretti a fuggire in Venezuela, prima che il presidente Michel Temer ordinasse l’invio di truppe federali. Di fatto, Roraima ha chiesto la chiusura temporanea del confine con il Venezuela dopo le aggressioni registrate nel fine settimana ai danni di immigrati provenienti dal paese limitrofo. Il governo locale ha inviato la richiesta al Tribunale supremo federale con l’obiettivo di evitare nuovi episodi di violenza. All’inizio d’agosto il giudice Rosa Weber ha formalizzato il no ad una prima analoga richiesta presentata ad aprile dal governo statale, evidenziando che la chiusura della frontiera non è compatibile con i trattati internazionali relativi alla protezione dei rifugiati. Il Roraima, ora, torna a premere per la chiusura sostenendo che da due mesi le autorità locali sono costrette a far fronte ad una crisi umanitaria per l’arrivo di numerosi cittadini venezuelani, che abbandonano il proprio paese stritolato dalla profonda crisi economica. Il governo federale, intanto, ha annunciato l’invio di 120 uomini per garantire maggiore sicurezza nel Roraima.

Il lancio della nuova moneta. Garcia: “Misura folle” – Il governo ha dichiarato lunedì giorno festivo, per consentire al sistema bancario di adeguarsi all’introduzione del ‘bolivar sovrano’, lanciato per sostituire il ‘bolivar forte’. In un video diffuso nella notte di lunedì su Facebook, Maduro ha detto che il lancio della nuova moneta è andato bene, insistendo sul fatto che “il sistema bancario si è comportato magnificamente”. Nel 2008 l’allora presidente Hugo Chavez aveva eliminato tre zeri al bolivar, in un’altra grande riconversione della moneta. Sospese per oltre 12 ore domenica, le transazioni elettroniche sono riprese poi in un clima di palpabile incertezza. “E’ una misura folle”, secondo Henkel Garcia, economista e direttore di Econometrica.

“Il Venezuela sperimenterà un miracolo economico”, ha promesso Maduro, ex autista di bus e leader sindacale. Ma economisti e opposizione sono scettici e ques’ultima ha indetto per oggi uno sciopero generale contro il piano. Per Henrique Capriles, noto leader dell’opposizione, “il governo ha deciso di gettarci nel disastro finale”. Andrés Velasquez, esponente dell’opposizione, ha parlato di “uno sciopero” che è “il primo passo di un’agenda di lotta che certamente prevederà altre interruzioni”. Ma Diodado Cabello, lealista di Maduro e presidente della Costituente, ha promesso una “contro-manifestazione”.

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