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Vincino morto a Roma: il fumettista satirico aveva 72 anni. La carriera da “Il Male” a “Cuore”

Nato a Palermo il 30 maggio 1946, Vincenzo Gallo è protagonista del 1968 e dei movimenti studenteschi e operai militando in Lotta Continua nel capoluogo siciliano. Negli ultimi anni aveva pubblicato le sue vignette anche su Il Fatto Quotidiano. Era approdato al "Foglio" nel 1996, dopo aver lavorato, tra gli altri, per L'Ora, Cuore, Corriere della Sera e Vanity Fair

di F. Q.

Vincenzo Gallo, in arte Vincino, è morto oggi a Roma a 72 anni. Nato a Palermo il 30 maggio 1946, era malato da tempo. Ad annunciare la morte del disegnatore satirico è un tweet del Foglio. “È morto oggi a Roma Vincino. È stato al Foglio la nostra speranza, il nostro specchio, la nostra risorsa d’acqua e di alcol e di fumo”. Negli ultimi anni aveva pubblicato le sue vignette anche sul Fatto Quotidiano e sul suo inserto satirico, il Misfatto, oltre ad avere rifondato con Vauro nell’ottobre del 2011 la storica rivista di satira Il Male, che ha chiuso le pubblicazioni nel 2013. Vincino era approdato al “Foglio” di Giuliano Ferrara nel 1996, dopo aver lavorato, tra gli altri, per L’Ora, Cuore, Corriere della Sera e Vanity Fair.

Era passato dalle lotte politiche nella Palermo di Vito Ciancimino alle prime rubriche per Lotta Continua, fino alla naja come architetto sovversivo, ma Vincino fu soprattutto il fondatore e il direttore del settimanale Il Male (1978-1982), che in cinque anni cambiò la satira italiana. Era un giornale iconoclasta, radicalmente di sinistra ma lontano dal Pci, provocatorio, irridente, non a caso battezzato Il Male. La sua satira feroce e le finte prime pagine di Repubblica o La Stampa (“Arrestato Ugo Tognazzi. È il capo delle Br”, fu uno dei tanti titoli-beffa) gli valsero perfino una cena al Quirinale con il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il marchio di fabbrica della rivista era proprio la falsa prima pagina di un quotidiano, ma Il Male fu molto di più: per esempio, il banco di prova di alcuni dei disegnatori più grandi di quegli anni, come Andrea Pazienza, Roland Topor, Tanino Liberatore, e la tribuna che ospitava articoli scandalosi su argomenti tabù come il terrorismo e i rapporti tra mafia e politica.

Tanti i messaggi di cordoglio su Twitter, compreso quello dell’ex premier Paolo Gentiloni. “Ci mancherà la sua dissacrante ironia, la sua capacità di fare editoriali politici con un disegno appena abbozzato, il suo impegno di uomo libero. Ci mancherai Vincino”. E Vauro lo saluta con una vignetta postata sui social, in cui ritrae se stesso in lacrime mentre si rivolge al collega: “Hai disegnato i grandi mostri della politica italiana…e mi hai lasciato solo con i mostriciattoli!”.

La vita – Nato a Palermo il 30 maggio 1946, Vincenzo Gallo è protagonista del 1968 e dei movimenti studenteschi e operai militando in Lotta Continua nel capoluogo siciliano. Nel 1969 inizia a collaborare con il quotidiano L’Ora di Palermo, seguendo da disegnatore il processo sulla strage di viale Lazio. Nel 1972 si laurea in architettura e per l’esame di ammissione all’albo professionale redige il progetto di un centro sociale per ventimila persone, ricalcato sulla pianta del carcere dell’Ucciardone di Palermo. Sempre nel 1972 viene chiamato a Roma a lavorare nel giornale Lotta Continua, dove resta fino al 1978.

Nel 1978 fonda e dirige L’avventurista (inserto satirico del giornale Lotta Continua) e partecipa alla nascita della rivista Il male con Pino Zac e Vauro Senesi, di cui sarà direttore per quattro anni (dei cinque in cui venne pubblicata), fino alla chiusura, nel 1982. Tra il 1984 e il 1985 è stato direttore di Ottovolante, quotidiano di satira cui hanno collaborato diversi vignettisti: Roland Topor, Andrea Pazienza, Guido Buzzelli, Bernard Willem Holtrop, Jean-Marc Reiser, Jacopo Fo. Nel 1985 partecipa all’avventura de Il Clandestino, supplemento de l’Espresso e collabora contemporaneamente con Linus econ Tango (diretto da Sergio Staino), supplemento de l’Unità.

Nel 1987 Vincino è direttore di Zut e inizia a collaborare con il Corriere della Sera. Nel 1988 esce Cuore e Vincino ne diventa una delle colonne portanti fino alla chiusura. Nel frattempo collabora con il Sabato, acquistando così la nomea di “vignettista dai facili costumi” che si porterà fino al 1996, quando comincia a lavorare a Il Foglio. Nel 1987 fa risorgere Il Clandestino con Vauro, Riccardo Mannelli e Sergio Saviane. Nel 1988 collabora con Boxer di Vauro, supplemento de Il manifesto, di cui dirige un numero. Nell’ottobre del 2011, insieme con Vauro Senesi, Vincino rifonda la storica rivista di satira Il Male, che ha chiuso le pubblicazioni nel 2013. Successivamente collabora, tra gli altri, con il settimanale Vanity Fair e con Radio Radicale.

È autore di Il Male. 1978-1982. I cinque anni che cambiarono la satira, pubblicato da Rizzoli nel 2007, e di Mi chiamavano Togliatti. Autobiografia disegnata a dispense (Utet, 2018), con prefazione di Giuliano Ferrara, con cui ha vinto il 46° Premio Satira Forte dei Marmi: è un’autobiografia oscena e candida, un flusso d’incoscienza, ispirata alle sue malefatte ma anche a ricordi affettuosi e privati.

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