Cronaca

Bari, i magistrati a Mattarella, Csm e Bonafede: “Senza sede paralisi indagini, anche quelle sulla mafia foggiana”

La nota, scritta al termine di un'assemblea dei pubblici ministeri convocata dal procuratore capo Giuseppe Volpe, ripercorre i problemi legati all'ordine di sgombero della sede del PalaGiustizia, dichiarato inagibile perché a rischio crollo. Attualmente i pubblici ministeri dovrebbero finire in un piccolo stabile che può ospitarne solo un terzo in stanze di 20 metri quadri

“Date una sede oppure sarà paralisi nelle indagini, anche quelle riguardanti la mafia foggiana, un’emergenza nazionale”. È il cuore della lettera inviata dai magistrati di Bari al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Csm e al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La nota, scritta al termine di un’assemblea dei pubblici ministeri convocata dal procuratore capo Giuseppe Volpe, ripercorre i problemi legati all’ordine di sgombero della sede del PalaGiustizia, dichiarato inagibile perché a rischio crollo. I magistrati della procura barese chiedono che “venga individuata, con la massima urgenza, una soluzione che permetta a questo ufficio di poter svolgere il proprio lavoro” così da poter garantire il “perseguimento dei reati del territorio”.

Il procuratore Volpe e i pm baresi parlano di “funzioni istituzionali proprie della procura fortemente compromesse, se non addirittura paralizzate, con conseguenti riflessi in tema di tutela dei diritti e della sicurezza delle persone”. “L’ufficio – prosegue la nota – che ha competenza distrettuale e quindi si occupa anche della criminalità foggiana, vera e propria emergenza nazionale, non potrà garantire indagine e processi in tale materia, oltre che in tutti gli altri settori nevralgici di intervento”. Nel pomeriggio, rispondendo a un primo appello lanciato due giorni fa dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, Bonafede ha chiamato il primo cittadino assicurandogli che il ministero è al lavoro per una soluzione, aggiornandosi a venerdì per fare il punto con i propri tecnici.

Nella lettera – inviata anche alla Corte d’appello e alla procura generale di Bari, al Commissario europeo per la giustizia, al sindaco della città e al presidente della Regione Puglia – i magistrati baresi prendono “atto che nell’imminenza della scadenza del termine fissato per lo sgombero, non è stata data dagli organi competenti soluzione al problema della idonea collocazione dell’ufficio”. Dopo la dichiarazione di inagibilità di via Nazariantz, infatti, una ricerca di mercato avviata dal ministero della Giustizia aveva individuato un immobile per ospitare tutti gli uffici penali, la cui aggiudicazione è stata revocata alcuni giorni fa.

Personale e arredi della Procura sono, comunque, in corso di trasferimento in un altro piccolo immobile in via Brigata Regina, in cui sono disponibili poco più di 1000 metri quadri “a fronte degli spazi di via Nazariantz – dicono i pm – pari a circa 4.800”. Troveranno, quindi, collocazione solo gli uffici centralizzati e pochi magistrati (circa un terzo del totale), “in tre o quattro unità in stanze di circa 20 metri quadri, in violazione – si legge nella nota – sia delle norme sulla sicurezza e dignità del lavoro sia della riservatezza delle indagini“. Non sarà possibile, tra le altre cose, ricevere avvocati ed effettuare interrogatori. Resterebbe fuori, inoltre, circa il 90 per cento dei fascicoli relativi alle indagini in corso.