"Adesso siamo al porto ancora con delle magliette prestate dalla gente del Giglio che ci ha accolto e aiutato in maniera commovente, purtroppo loro sono abituati a dover assistere i naufraghi. Giovedì devo essere a Silvestone per il gran premio d’ Inghilterra... se si asciuga il passaporto" scherza il vicedirettore di Sky e telecronista della Moto Gp
“C’erano onde alte e vento fortissimo siamo andati a fondo ma ancora non capisco perché. Non siamo andati a sbattere contro gli scogli, ma l’imbarcazione ha iniziato ad affondare in pochi minuti”. Inizia così il racconto di Guido Meda, vicedirettore di Sky e telecronista molto noto nel modo dei motori, che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha rivelato i dettagli del naufragio dello yatch su cui era a bordo al largo dell’Isola del Giglio assieme alla famiglia, moglie e tre figli. Attimi di terrore, per fortuna senza conseguenze per nessuno. “Eravamo in mezzo al golfo di Campese questa burrasca ha colto tutti di sorpresa, in 5 minuti all’ improvviso è cominciato il finimondo. In un primo momento si pensava a una falla nello scafo — spiega — ma quando è stato recuperato il relitto, è stata accertata la sua totale integrità”.
È successo lunedì, intorno alle 18: “Ci hanno salvato quattro persone — racconta ancora Meda —. Da terra si sono accorti che la nostra imbarcazione era in difficoltà e hanno dato l’allarme. Per fortuna sapevamo cosa fare, il mio amico proprietario dell’ imbarcazione è stato lucidissimo: abbiamo cercato di mandare il may-day, il gommone di salvataggio si è gonfiato regolarmente e le ragazze ed i bambini sono stati bravissimi a buttarsi in mare. Siamo rimasti in balia delle onde credo almeno mezz’ ora, su quella zattera in mezzo alle tempesta il tempo sembra non passare più, è stato veramente terribile. Una brutta disavventura che Guido Meda è pronto a lasciarsi alle spalle per tornare al lavoro: “Giovedì devo essere a Silvestone per il gran premio d’ Inghilterra… se si asciuga il passaporto” scherza.
Grande è la sua gratitudine per i soccorritori: “Adesso siamo al porto ancora con delle magliette prestate dalla gente del Giglio che ci ha accolto e aiutato in maniera commovente, purtroppo loro sono abituati a dover assistere i naufraghi. Siamo salvi grazie a degli angeli. Quella è una zona dove i telefonini non prendono e credo che qualcuno di loro sia dovuto correre in paese ad avvertire di quello che stava succedendo per questo è passato così tanto tempo. Mi piacerebbe poterli conoscere e ringraziare perché senza di loro non so cosa sarebbe successo”.