La vicenda della nave Diciotti ci sta coprendo di ridicolo e di vergogna di fronte al mondo. Si tratta infatti di una nave militare italiana cui è impedito l’approdo nei nostri porti perché a bordo vi si trovavano, in condizioni di salute purtroppo estreme, 150 migranti e richiedenti asilo (per lo più di origine eritrea) a cui devono aggiungersi i 27 minori fortunatamente fatti scendere per ordine della magistratura.
Il tutto, com’è noto, per soddisfare i disegni politici di Matteo Salvini, il quale insiste nel negare l’approdo a quei poveri cristi al fine di rinverdire i propri allori nella parte più rozza e demunita dell’opinione pubblica italiana, anche in vista delle elezioni che si svolgeranno ben presto, sicuramente quelle europee e probabilmente anche quelle politiche anticipate. E anche per distogliere l’attenzione dal passato sostegno a Benetton e da quello attuale alle varie cricche più o meno bipartisan che intendono portare avanti, con le cosiddette grandi opere, il saccheggio di un territorio, quello italiano, già da tempo all’estremo dal punto di vista dell’equilibrio ambientale e della sicurezza delle infrastrutture.
A un leader politico è ovviamente consentito portare avanti i suoi obiettivi e le sue strategie. Ma non a tutti i costi. Salvini, come puntualmente osservato da vari giuristi, sta travolgendo con un colpo solo vari articoli della Costituzione italiana, convenzioni europee e internazionali. Sono infatti in gioco principi fondamentali come quelli relativi alla libertà delle persone e alla salvaguardia della loro vita e integrità fisica. La condotta di Salvini integra gli estremi di un vero e proprio sequestro di persona, fattispecie prevista dall’articolo 289ter del Codice penale, dato che la privazione della libertà degli ostaggi, non li si potrebbe definire altrimenti, è finalizzata, per esplicita ammissione dello stesso Salvini, a costringere l’Unione europea a comportarsi in un certo modo.
Cosa aspetta la magistratura a procedere senza guardare in faccia nessuno, individuando se del caso anche responsabilità di livello ministeriale? Occorre augurarsi che non siano le ridicole minacce di qualche sbruffone leghista o un malinteso senso di deferenza nei confronti dell’autorità politica a distoglierla da quello che è il suo preciso dovere. Che aspetta il Movimento 5 stelle a rompere l’innaturale ed esclusivamente opportunistica alleanza con la Lega, smentendo l’affermazione di Salvini di trovarsi ottimamente a collaborare con Luigi Di Maio e Danilo Toninelli, quasi a voler distinguere un M5s buono da uno cattivo, rappresentato da Roberto Fico e altri?
Che aspetta il popolo italiano a impedire che Salvini trascini nel fango l’immagine di un Paese che qualcosa di buono pure nel passato l’ha fatta, disseminando fra l’altro nel mondo milioni di migranti per nulla diversi da quelli che oggi ci chiedono asilo e accoglienza? Fino a quando, Salvini, continuerai ad anteporre i tuoi meschini interessi di bottega e miopi calcoli politici al rispetto delle leggi e a quello degli esseri umani?
Come in altri momenti topici della storia nazionale, come la Resistenza antifascista, si evidenzia e approfondisce oggi il fossato tra gli ideali di umanità e l’egoismo gretto dei retrivi, ovvero, per dirla con Elio Vittorini, tra Uomini e no. A ciascuno di noi la scelta da che parte stare, nella consapevolezza della necessità e urgenza di quella rivoluzione culturale che è oggi condizione imprescindibile del futuro del nostro Paese e del mondo.