Matteo Salvini contro tutti: Giuseppe Conte, Sergio Mattarella, Enzo Moavero, Roberto Fico, il Pd. Ma andiamo con ordine. Molto della politica si gioca nei non detti o in ciò che è detto in maniera implicita. Quando Salvini dice “non con il mio consenso”, è un avviso al lavorio sotto traccia che Conte – con la preoccupazione palpabile del Colle – ha compiuto fino a quando è stato messo alle strette da Salvini: il premier ha dovuto sfornare il comunicato nei confronti dell’Europa e Salvini ha consentito ai minori di scendere.
Insomma, la palla è sempre in mano a Salvini. Che, forte della sua fallimentare strategia in Europa, acquista paradossalmente consenso nel Paese con la sua propaganda. L’immigrazione è invece un fenomeno troppo complesso da non ridurre a proclami: da un lato si ha il fattore umano e dall’altro le paure degli italiani. Ecco perché è necessaria una gestione federalista in Europa.
Bene ha fatto il segretario Maurizio Martina andando a Catania, la cui scelta è stata motivo di orgoglio. Ma questo non basta quando di fronte hai chi, come Salvini, parla alla pancia degli elettori attraverso prove muscolari da una posizione di forza. È necessario abbandonare le tifoserie e far politica, insinuandoci nelle contraddizioni che si aprono nella compagine di governo.
Ho quindi trovato demenziali gli attacchi verso il Presidente della Camera Fico da parte di chi nel partito ha adottato la strategia dei pop corn, dando di fatto le chiavi del ministero degli Interni a Salvini: alle parole di Fico bisogna fare sponda. Soprattutto nel momento in cui Luigi Di Maio si associa – di questo me ne dispiaccio – alle parole di Salvini, minacciando che non saranno versati i 20 miliardi all’Europa mentre quei disperati sono ancora sulla nave. È umano avviare una trattativa sulle loro teste?
Ho sempre pensato e sostenuto che Lega e Movimento non fossero la stessa cosa: le due basi elettorali sono diverse, molti dei secondi prestano maggiore attenzione alla questione umanitaria e non si riconoscono nel modus operandi di Salvini. Per chi fa politica al Sud – come me – queste differenze sono fondamentali e vanno aiutate a emergere, ovviamente non è dalla nostra l’aver buttato il Movimento tra le braccia della Lega.
Questa Lega mi ha fatto vergognare, buttando sotto i piedi i nostri principi fondamentali e di accoglienza. Così muore l’Italia. Mentre questa Europa, chiusa nei suoi egoismi nazionali, non è mai stata così lontana dagli Stati Uniti d’Europa. Quelle persone hanno il diritto di scendere perché stanno male e devono essere curate. Dalla vicenda Diciotti emerge un dato ulteriore: la sinistra è tornata a riunirsi. Ha in Parlamento Fico e una parte del Pd e Leu, fuori dal Parlamento Diem25, PaP, i sindacati, le Ong che fanno un grande lavoro. Manca organizzarla come movimento di popolo.