L'ex padrone incontrastato della Banca Popolare di Lodi non ha ruoli ufficiali, ma è vicino al secondo azionista dell’istituto. Intanto la procura indaga sul finanziamento che Carige voleva concedere a Luca Parnasi per lo stadio della Roma
“Strabordante” è la parola più frequente che senti pronunciare nei corridoi di Carige per definire la presenza di Gianpiero Fiorani dell’istituto ligure. Sì, proprio Fiorani, protagonista tredici anni fa della stagione delle scalate bancarie e dei furbetti del quartierino. Un’estate ruggente finita in carcere e poi in tribunale. Ma quatto quatto Fiorani oggi è ritornato in banca. Pur senza ruoli ufficiali. È il braccio destro di Gabriele Volpi, il secondo azionista dell’istituto. Inseparabili, anche nelle inchieste che li vedono indagati insieme dalla procura di Como (l’ipotesi iniziale era auto riciclaggio).
E con Fiorani, racconta chi vive ogni giorno in quelle stanze, in Carige sono tornati altri protagonisti di quegli anni ruggenti. Molto ascoltato è, per dire, l’ex senatore Luigi Grillo. Ma a suscitare polemiche negli ultimi tempi è stata soprattutto la scelta del presidente del Collegio sindacale, insomma l’uomo – scelto dagli azionisti di minoranza, quindi Volpi – che dovrebbe controllare che i vertici della banca e il cda agiscano in modo corretto.
Per questo delicatissimo compito è stato scelto il commercialista lombardo Carlo Lazzarini. Un nome che inizialmente a Genova era quasi sconosciuto. Ma in questi giorni di lotta all’arma bianca qualcuno è andato a rovistare nel suo passato. Per carità, niente di illegale, ma Lazzarini è uomo di fiducia di Fiorani già dai tempi in cui Gianpi – come veniva chiamato allora nei salotti arrembanti della finanza – era il padrone incontrastato della Banca Popolare di Lodi (Bpl o Bipielle). Basta consultare i documenti camerali di Lazzarini per scoprire che è stato sindaco di Bipielle investimenti, Banca Bipielle Network, B2Bipielle, Bipielle Ducato, Bipielle previdenza, Bipielle Retail, Bipielle Finanziaria e Bipielle Riscossioni. Ma non solo: Lazzarini – mai indagato – sedeva anche nei collegi sindacati e nei cda di alcune società che all’epoca gravitavano nella galassia di Fiorani e della sua famiglia: Borgo Nobile, Giorni Sereni e Aura. Secondo gli inquirenti milanesi che si occuparono delle scalate del 2005, “la Borgo Nobile” ed altre società gestivano anche i conti esteri occultati e riferibili a Fiorani”. Ancora: nella Borgo Nobile sedevano anche come soci e rappresentanti alcuni di quelli che all’epoca delle inchieste vennero definiti ‘pattisti’ dell’operazione bancaria. Qui ritroviamo anche come sindaci Carlo e Chiara Lazzarini (non indagati).
Lo stesso Lazzarini che compare nella Giorni Sereni – tra i soci Gloria Sangalli, moglie di Fiorani, e altri familiari – quella società che, riferirono le cronache, aveva gestito l’acquisto di una villa in Costa Smeralda per la famiglia Fiorani. Non basta: ci sono anche la Borgo Centrale e la Marinai d’Italia che secondo i magistrati “erano riconducibili in primis a Fiorani”. E c’è anche l’Aura, società tra Lodi e la Liguria con cui personaggi vicini a Fiorani, come Aldino Quartieri, progettavano grandi investimenti immobiliari in Liguria.
Ma c’è altro: nel cda di Carige è stato nominato – in quota indipendente – anche l’avvocato di origini liguri Giacomo Fenoglio che è il difensore proprio di Fiorani, nonché di Volpi.
Intanto l’indagine della Procura, coordinata dal pm Francesco Pinto, va avanti velocemente. Al centro dell’attenzione c’è il finanziamento da 30 milioni che Carige voleva concedere a Luca Parnasi per lo stadio della Roma. Non basta, gli investigatori stanno cercando di capire se vi sia l’ombra di accordi tra soci in vista della prossima assemblea. Infine si sta approfondendo l’ipotesi investigativa che qualcuno negli ultimi tempi possa aver manovrato per far calare il titolo in vista di scalate. Di tutto questo si stanno occupando i pm genovesi che indagano per manipolazione del mercato e nei giorni scorsi hanno sentito (come testimoni, quindi non indagati) i membri del passato cda, come l’ex sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, sentito a proposito del suo parere dato in proposito alla cessione di preziose partecipazioni della banca (l’Autostrada dei Fiori) al valore iscritto a bilancio.