È dal 29 giugno che, sulla maxi pagoda del Twiga frequentata da Daniela Santanchè, è aperto un procedimento per infrazione edilizia. Lo ha fatto sapere il comune di Pietrasanta a Ettore Neri, il consigliere del Pd che, con la sua interrogazione in consiglio comunale, nei giorni scorsi, aveva domandato se quella struttura in legno, a pochi passi dal mare, con tanto di elettricità, fosse o meno autorizzata.
“Secondo lei abbiamo messo questa struttura senza chiedere le autorizzazioni? Abbiamo chiesto tutto ciò che dovevamo, infatti non sono assolutamente preoccupata per i controlli che faranno”, aveva dichiarato al ifattoquotidiano.it Daniela Santanchè, che dello stabilimento balneare di lusso, a Marina di Pietrasanta, possiede delle quote insieme all’imprenditore Flavio Briatore, attraverso la società Mammamia srl.
Se fosse accertato che è abusiva, la pagoda dovrà, con ogni probabilità, essere smontata. Ma senza fretta: alla fine della stagione balneare. Lo dicono i tempi burocratici: il procedimento è stato avviato il 29 giugno e dura 60 giorni, al termine dei quali, se l’ufficio infrazioni confermerà l’abuso, ai gestori del Twiga sarà imposto di ripristinare lo stato dei luoghi. “Avranno tra i 60 e i 90 giorni di tempo per demolire il manufatto. È una presa in giro. Da tutti gli atti che abbiamo a disposizione, si può affermare che il manufatto, con estrema probabilità, è stato fatto senza titoli edilizi e, con ogni probabilità, andrà a finire che verrà smontato a settembre, quando ormai non servirà più”, tuona dalla segreteria del Pd di Pietrasanta, Rossano Forassiepi, ex assessore all’urbanistica della cittadina versiliese, nonché ingegnere.
Per Forassiepi, il regolamento comunale parla chiaro. “Premesso che bisogna aspettare la fine del procedimento per averne certezza, per me, il manufatto è abusivo, sia per la forma che per la dimensione, visto che il Piano di Utilizzazione degli Arenili prevede che in spiaggia si usino solo tende o ombrelloni tradizionali per ripararsi dal sole. Tanto più che lì c’è pure un impianto wi-fi ed elettrico”, dice l’ex assessore all’urbanistica. In particolare, l’avvio del procedimento di infrazione, inviato a Santanchè e soci a giugno, rimanda all’articolo 18 del Piano, in cui si legge che sono consentiti “modesti manufatti di legno ad uso servizi igienici, docce e cabine”. Non al posto di tende e ombrelloni.