La visita di Bergoglio in uno dei paesi maggiormente colpiti arriva pochi giorni dalla pubblicazione della "Lettera al popolo di Dio", in cui ha chiesto "perdono per i peccati propri e altrui" in merito all'inchiesta sugli abusi da parte del clero negli Usa. La vittima delle violenze dimessasi dalla commissione pontificia: "La storia lo giudicherà sui fatti, non per le intenzioni"
Due giorni per incontrare le famiglie di tutto il mondo e per visitare un Paese che attende da quasi quarant’anni la visita di un pontefice: è iniziato il viaggio di Papa Francesco in Irlanda. Il pontefice atterrato a Dublino, incontrerà una rappresentanza della vittime di abusi da parte del clero, in occasione del Congresso mondiale delle famiglie. La visita di Bergoglio in uno dei paesi maggiormente colpiti dagli scandali, arriva pochi giorni dopo la pubblicazione della “Lettera al popolo di Dio“, in cui il pontefice chiede “perdono per i peccati propri e altrui” in merito all’inchiesta sui preti pedofili negli Usa. Attese quindi dal Papa altre parole di condanna, ma le vittime, dal canto loro, già si sono mobilitate e per domenica pomeriggio è attesa una contro-manifestazione lanciata da Amnesty International.
Il pontefice troverà l’Irlanda attraversata da una vera e propria rivoluzione culturale: tre anni fa furono legalizzate, dopo un referendum, le nozze gay, mentre quest’anno è stato legalizzato l’aborto. Il Papa non dovrà far passare in secondo piano il tema delle famiglie, ma sarà difficile visti i fari puntati sul dramma pedofilia. Un tema molto caldo che in passato creò non poche attriti tra la Chiesa e l’Irlanda. Nel 2011, durante il pontificato di Ratzinger, la tensione tra la Santa Sede e l’isola cattolica divenne tale che Dublino chiuse l’ambasciata in Vaticano, poi riaperta poi nel 2014 con Bergoglio.
Il ‘Meeting delle famiglie’ al quale papa Francesco parteciperà è in corso già da martedì 21 agosto. Famiglie in difficoltà economica, educazione e accoglienza delle coppie Lgbt sono alcuni dei temi trattati fino ad ora. Ma è l’incontro del pontefice – il secondo, dopo la visita di Giovanni Paolo II del ’79 – con una rappresentanza delle vittime di abusi sessuali da parte del clero il momento più atteso del congresso. Marie Collins, vittima ma anche ex membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori – dimessasi in segno di protesta – ha commentato con parole dure sia la lettera di scuse di Bergoglio si la sua partecipazione al meeting: “La storia lo giudicherà dalle sue azioni, non dalle sue intenzioni”.
“I sopravvissuti e le vittime di abusi non hanno bisogno di una lettera del Papa per sapere che questa è una realtà, ne abbiamo parlato per decenni”, ha commentato la Collins al panel sulla tutela dei minori. La donna, che si batte da anni contro la lentezza delle decisioni sui casi di pedofilia e sulle coperture perpetrate nei decenni dalla Chiesa, ha dichiarato che “ancora nella Chiesa, tra clero e laici, ci sono persone che preferiscono credere che tutto questo sia una cospirazione mediatica”. Allo stesso panel sarebbe dovuto intervenire anche il cardinale di Boston, Sean O’Malley, presidente della commissione vaticana. Ma gli scandali che hanno investito di recente gli Stati Uniti hanno portato il cardinale a disdire la sua partecipazione all’evento di Dublino.