Ed Wood (1994) – Cinema, amico mio
Eleggendo Johnny Depp a suo alter ego prediletto, Tim affida al proprio feticcio l’onore di dare corpo e anima alla vera storia di Ed Wood, il peggior regista di tutti i tempi. Insignito post mortem di questo (ben poco) lusinghiero titolo, Wood è in realtà presentato da Burton come la quint’essenza del cinema stesso. Pur privo di talento, infatti, il protagonista è trasportato dalla stessa viscerale passione che irrora le necrosi filmiche del nostro autore, deciso dunque a omaggiare il “maestro della serie Z” dedicandogli un’opera tra le più dolci e affettuose. Giocando con il bianco e nero di Stefan Czapsky (sua anche la fotografia di Batman – Il ritorno), la pellicola offre il ritratto di un uomo innamorato della macchina da presa e sempre incline allo stupore. Dietro a un sorriso giocondo e bizzarro, tuttavia, la narrazione custodisce anche i battiti di una tenera amicizia, quella tra lo stesso Wood e il vecchio divo Bela Lugosi (un Dracula per tutte le salse), in cui non è difficile rintracciare l’eco dell’affetto nutrito da Tim per il già citato Vincent Price. La pellicola, che valse a Martin Landau (Intrigo internazionale e Crimini e misfatti) l’Oscar al Miglior attore non protagonista, si presta anche come fedelissimo affresco di una Hollywood minore, popolata da sognatori dispersi e da star ormai dimenticate.