A La Verità l'ex nunzio apostolico negli Usa - allontanato da Benedetto XVI per volontà del cardinale Bertone - rivela di aver comunicato personalmente a Bergoglio, tre mesi dopo la sua elezione, gli abusi sessuali commessi dall’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick, al quale recentemente il Papa ha tolto la porpora
“In questo momento estremamente drammatico la Chiesa universale riconosca i suoi errori e in coerenza con il conclamato principio di tolleranza zero, Papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi che hanno coperto gli abusi di McCarrick e si dimetta insieme a tutti loro”. A chiederlo è monsignor Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Usa, in un lungo e durissimo atto di accusa contro Bergoglio pubblicato su La Verità. Il diplomatico vaticano rivela di aver comunicato personalmente a Francesco, appena 3 mesi dopo la sua elezione al pontificato, ovvero nel giungo 2013, gli abusi sessuali su minori commessi dall’arcivescovo emerito di Washington Theodore McCarrick, al quale recentemente il Papa ha tolto la porpora.
Secondo Viganò, Francesco “nel caso di McCarrick non solo non si è opposto al male ma si è associato nel compiere il male con chi sapeva essere profondamente corrotto, ha seguito i consigli di chi ben sapeva essere un perverso, moltiplicando così in modo esponenziale con la sua suprema autorità il male operato da McCarrick. E quanti altri cattivi pastori Francesco sta ancora continuando ad appoggiare nella loro azione di distruzione della Chiesa! Francesco sta abdicando al mandato che Cristo diede a Pietro di confermare i fratelli. Anzi con la sua azione li ha divisi, li induce in errore, incoraggia i lupi nel continuare a dilaniare le pecore del gregge di Cristo”.
Parole durissime e inequivocabili. Ma c’è di più. Viganò mette nero su bianco i nomi di tutti i cardinali e vescovi che, a suo giudizio, si sono resi complici coprendo la pedofilia di McCarrick. La lista è lunghissima. “Vescovi e sacerdoti, – scrive il nunzio apostolico – abusando della loro autorità, hanno commesso crimini orrendi a danno di loro fedeli, minori, vittime innocenti, giovani uomini desiderosi di offrire la loro vita alla Chiesa, o non hanno impedito con il loro silenzio che tali crimini continuassero ad essere perpetrati”.
Nelle parole di Viganò, che ripercorre in maniera precisa tutti gli avvenimenti del caso McCarrick, si legge anche, però, il suo forte risentimento per essere stato allontanato da Roma da Benedetto XVI per volontà del cardinale Bertone con il quale era entrato in forte contrasto. Il diplomatico, infatti, come è emerso quando furono pubblicati alcuni documenti riservati di Ratzinger nello scandalo Vatileaks 1, nutriva la certezza che sarebbe diventato cardinale presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Un desiderio che neanche Francesco ha esaudito limitandosi a mandarlo nel 2016 al compimento dell’età canonica delle dimissioni.
Nel suo atto di accusa il diplomatico rivela che già “Papa Benedetto aveva comminato al cardinale McCarrick sanzioni simili a quelle ora inflittegli da Papa Francesco: il cardinale doveva lasciare il seminario in cui abitava, gli veniva proibito di celebrare in pubblico, di partecipare a pubbliche riunioni, di dare conferenze, di viaggiare, con obbligo di dedicarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Sanzioni, però, che, come l’ex nunzio negli Usa riporta di aver costatato personalmente, non erano state minimamente rispettate. “Papa Francesco – scrive Viganò – ha chiesto più volte totale trasparenza nella Chiesa e a vescovi e fedeli di agire con parresia. I fedeli di tutto il mondo la esigono anche da lui in modo esemplare. Dica da quando ha saputo dei crimini commessi da McCarrick abusando della sua autorità con seminaristi e sacerdoti. In ogni caso, il Papa lo ha saputo da me il 23 giugno 2013 ed ha continuato a coprirlo, non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto Papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere insieme con Maradiaga”.
La lettera di Viganò arriva mentre il Papa è in Irlanda dove, nel 2010, scoppiò in modo sconvolgente lo scandalo della pedofilia del clero. Una vicenda talmente grave che fu perfino chiusa per 4 anni l’ambasciata della Santa Sede nel Paese, poi riaperta nel 2014. Francesco, sulla scia della lettera che aveva scritto nel 2010 Benedetto XVI ai cattolici irlandesi, ha voluto chiedere perdono per “il fallimento delle autorità ecclesiastiche, vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri, nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti che ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica”.
Proprio alla vigilia del viaggio, Bergoglio, che in Irlanda ha incontrato anche 8 vittime degli abusi, aveva indirizzato una lettera ai fedeli di tutto il mondo sulla piaga della pedofilia del clero. Lettera scritta di getto dopo l’ennesimo scandalo avvenuto proprio negli Stati Uniti, in Pennsylvania, dove 301 sacerdoti hanno abusato di oltre mille minori dagli anni ’40 in poi.
Non a caso, Viganò scrive che “ora negli Stati Uniti è un coro che si leva specialmente dai fedeli laici, a cui ultimamente si sono uniti alcuni vescovi e sacerdoti, che chiedono che tutti quelli che hanno coperto con il loro silenzio il comportamento criminale di McCarrick o che si sono serviti di lui per fare carriera o promuovere i loro intenti, ambizioni e il loro potere nella Chiesa si devono dimettere. Ma ciò non sarà sufficiente per sanare la situazione di gravissimi comportamenti immorali da parte del clero, vescovi e sacerdoti. Occorre proclamare un tempo di conversione e di penitenza. Occorre ricuperare nel clero e nei seminari la virtù della castità. Occorre lottare contro la corruzione dell’uso improprio delle risorse della Chiesa e delle offerte dei fedeli. Occorre denunciare la gravità della condotta omosessuale. Occorre sradicare le reti di omosessuali esistenti nella Chiesa”.
Da qui l’appello del diplomatico vaticano: “Imploro tutti, in particolare i vescovi, a rompere il silenzio per sconfiggere questa cultura di omertà così diffusa, a denunciare ai media ed alle autorità civili i casi di abusi di cui sono a conoscenza”. E aggiunge: “Voglio ricordare questa verità indefettibile della santità della Chiesa ai tanti che sono rimasti così profondamente scandalizzati degli abominevoli e sacrileghi comportamenti del già arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, dalla grave, sconcertante e peccaminosa condotta di Papa Francesco e dall’omertà di tanti pastori, e che sono tentati di abbandonare la Chiesa deturpata da tante ignominie”.