Biologa, 54 anni, Beatrice Pizzorno è la madre di Fabio Rovazzi, colui che dall’estate del 2016 non ha sbagliato un tormentone, e in un’intervista al Corriere della Sera parla del suo rapporto con il figlio e con il suo successo. “Compose la prima ‘opera’ alle elementari, quando suonava il pianoforte. Si mise lì, prese un foglio con il pentagramma e scrisse un pezzettino a due mani che aveva un suo senso, era orecchiabile”, racconta mamma Beatrice. Con gli occhi che brillano quando parla del suo unico figlio, Beatrice Pizzorno rivela alcuni momenti di tensione in famiglia: “Quando ha deciso di lasciare la scuola, al quarto anno del Liceo artistico, è stato un momento di rottura tra noi. Per me era tassativo che finisse almeno le superiori. Soltanto dopo ho capito che aveva delle urgenze creative impellenti” spiega ancora al Corriere. E così, quando a “18 anni e un minuto” è andato via di casa, lei ha dovuto accettare la sua decisione: “Ma è stato faticoso anche per lui: ha preso in affitto un appartamento, si è dovuto occupare degli allacci, si è cercato un lavoro”.
L’infanzia? “Alle Elementari mi regalava ogni giorno un fiore”. E poi mamma Beatrice ricorda con affetto i momenti tutti insieme con papà Stefano Piccolrovazzi, medico, scomparso nel 2010. I film “anche quelli non adattissimi a un bambino: Tarantino, Woody Allen” e i viaggi. Poi è arrivato il successo, che ha cambiato il loro modo di stare insieme: “Nei ristoranti andiamo poco, perché c’è sempre qualcuno che si avvicina a chiedere una foto. Se voglio stare sola con lui dobbiamo vederci a casa”.
Da mamma, è la sua fan numero 1 e rivela che di tutti i videoclip dei tormentoni del figli, quello che preferisce è l’ultimo, Faccio quello che voglio: “Un capolavoro, non gli si può dire nulla”. Secondo nella sua classifica personale c’è Tutto molto interessante: “Me li fa vedere in anteprima, certe volte non sono in grado di capire le sue spiegazioni sugli effetti speciali. In quelle occasioni, davanti al suo talento, rinuncio a fargli le raccomandazioni che mi ero preparata”. Due su tutte: “Mangia di più e fuma di meno. Lui usa la sigaretta elettronica, ma io non sono convintissima che non faccia male…”. La vita è un po’ cambiata anche per lei, adesso: “A un certo punto al lavoro c’erano le processioni dagli altri uffici per un autografo. Ora me la cavo così: ho una sua foto firmata su WhatsApp e quando serve la mando a tutti” conclude Beatrice Pizzorno.