Il viadotto progettato dallo stesso ingegnere autore di quello di Genova "potrebbe collassare". Lo sostengono da mesi tre accademici che hanno rilevato uno scalzamento di 4 metri sotto una delle tre campate. Palazzo Vecchio al fatto.it: "Il numero dei pali ammalorati è limitato”. Ma dopo i 43 morti di Ferragosto ha annunciato la messa in sicurezza già per settembre. E i primi sondaggi sono stati anticipati a oggi, martedì 28 agosto
Secondo gli esperti quel ponte nel pieno centro di Firenze andava chiuso a maggio ma il Comune ha deciso di non ascoltarli: tutt’oggi il Vespucci rimane aperto al traffico dei fiorentini e si dovrà aspettare fino a metà settembre per i lavori di messa in sicurezza. E come se non bastasse, c’è un altro aspetto che sta facendo preoccupare non poco i cittadini che ogni giorno percorrono quel tratto di strada: a progettare il ponte Vespucci negli anni Cinquanta fu proprio Riccardo Morandi, autore di molti viadotti in giro per l’Italia tra cui quello di Genova venuto giù lo scorso 14 agosto provocando 43 morti. Il crollo dello scorso Ferragosto, infatti, ha fatto suonare il campanello d’allarme sullo stato dei viadotti in tutto il paese, e anche in Toscana sono centinaia le strutture che da qui ai prossimi mesi avranno bisogno di interventi di messa in sicurezza. Per questo è stato convocato per giovedì prossimo un vertice in prefettura a Firenze in cui il Presidente della Regione Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Dario Nardella faranno un controllo sullo stato dei viadotti in Toscana per poi individuare gli interventi più urgenti, tra cui proprio quello del ponte Vespucci.
Le indagini sul ponte nel pieno centro della città iniziarono addirittura nel 2015 quando Palazzo Vecchio, oltre all’esecuzione dei classici monitoraggi statici, commissionò a tre professori dell’Università di Firenze – Enio Paris (ingegnere idraulico), Salvatore Giacomo Morano (strutturista) e Giovanni Vannucchi (geotecnico) – delle indagini idrauliche sull’alveo del fiume Arno. E proprio in quell’occasione i tre ingegneri avevano lanciato i primi allarmi: durante le loro ricerche, infatti, avevano rilevato un’erosione profonda (circa 4 metri) nella pila sinistra del ponte, denunciando tutto al Comune con l’obiettivo di fare indagini più approfondite su altre possibili criticità e poi mettere in campo le necessarie misure di consolidamento.
In questi tre anni però oltre alle tradizionali prove di carico, sul ponte Vespucci non è stato fatto alcun intervento. Nemmeno in seguito ad un altro allarme lanciato nel maggio scorso dagli stessi tre professori che hanno scritto una relazione in cui invitavano il Comune di Firenze a “chiudere” immediatamente il ponte perché lo scalzamento di 4 metri sotto una delle tre campate lo renderebbe non sicuro: “La situazione è critica – ha spiegato a Repubblica Firenze il professor Paris – per noi il ponte è completamente scarico e potrebbe collassare”.
Perché il Comune non ha deciso di seguire il consiglio degli esperti? Da Palazzo Vecchio fanno sapere al fattoquotidiano.it che l’ipotesi di chiusura del ponte si sarebbe concretizzata “solo nel caso in cui il deterioramento avesse riguardato la maggior parte dei pali”. Insomma, il Comune ha ritenuto non idoneo il parere tecnico dei tre professori sullo stop del traffico e ha deciso di fare ulteriori indagini attraverso le cosiddette prove di carico e i rilievi subacquei: “Da queste analisi – continuano dagli uffici tecnici di Palazzo Vecchio – è emerso che il numero dei pali ammalorati è limitato”.
La società esterna che ha svolto i rilievi ha poi rilasciato un certificato di idoneità statica con limitazioni a 40 tonnellate ma, per ragioni di sicurezza, i tecnici del Comune hanno comunque deciso di mantenere le limitazioni a 20. Ma tutto questo probabilmente non è bastato per tranquillizzare la giunta fiorentina: solo poche ore dopo il crollo del viadotto Morandi di Genova, Palazzo Vecchio ha reso pubblico un comunicato in cui si annunciava l’inizio dei lavori di messa in sicurezza del ponte a partire da settembre: “L’ultima prova dinamica è stata effettuata il 12 luglio – si legge nella nota uscita il 14 agosto – È stato quindi redatto il progetto dell’intervento che è stato finanziato dall’Amministrazione comunale. Il 31 luglio si è tenuta una conferenza dei servizi con tutti i soggetti interessati per la definizione delle modalità esecutive di intervento e soprattutto della cantierizzazioni. I lavori sono stati assegnati e l’avvio è previsto a settembre”.
Per rimettere in sesto il ponte Vespucci i lavori che dureranno fino a novembre per un totale di 1,5 milioni di euro, ma l’emergenza ha già fatto anticipare alcune operazioni propedeutiche in questi giorni di fine agosto: da martedì 28 inizieranno i cosiddetti “sondaggi a carotaggio continuo” per riuscire ad avere conferme sul tipo di palo da curare. Una volta finita questa fase, che potrebbe durare qualche settimana, partiranno i cantieri. Nel frattempo, oltre alla riunione speciale convocata dal prefetto Laura Lega prevista per giovedì 30, il caso arriverà presto in Consiglio Comunale: la grillina Silvia Noferi ha presentato ben quattro interrogazioni in cui si chiede alla giunta Nardella di fare chiarezza sulla sicurezza di altri quattro viadotti di Firenze che potrebbero presentare delle criticità, ovvero quelli di San Niccolò (anche questo progettato da Morandi), Varlungo, Indiano e Verrazzano. La risposta è attesa al rientro dalle vacanze.