Una “caccia allo straniero” organizzata dall’estrema destra tedesca, coinvolgendo gruppi xenofobi e neonazisti, che per due giorni ha avuto come teatro le strade della citta orientale di Chemnitz, nel Land della Sassonia. Il giorno dopo gli scontri con i contromanifestanti scesi in piazza lunedì sera per esprimere il loro dissenso alla protesta anti-immigranti, la polizia tedesca parla di 20 persone ferite: due agenti, nove esponenti di estrema desta e altrettanti oppositori. Intanto è stata avviata un’indagine nei confronti di dieci persone per aver fatto il saluto nazista. Sugli scontri che hanno sconvolto tutta la Germania a partire da domenica, è intervenuta anche la cancelliera Angela Merkel parlando di “odio nelle strade“. “Quello che abbiamo visto – ha detto – non ha posto in uno stato di diritto“.
Tutto è nato da un episodio di cronaca: un 35enne tedesco ucciso in una rissa nella notte tra sabato e domenica. Omicidio per il quale sono sospettati un siriano e un iracheno, ora in custodia cautelare. Prima ancora di sapere chi fossero i due indagati, vari movimenti di estrema destra cittadini, oltre all’islamafobo Pegida e al partito di estrema destra Alternativ für deutschland (Afd), hanno invitato i propri sostenitori a radunarsi in piazza alle 18.30 di domenica. Alla chiamata hanno risposto un migliaio di persone: la protesta non autorizzata è cominciato urlando slogan “Fuori gli stranieri“, “Questa è la nostra città” e “Noi siamo il popolo“. Poi sono cominciati gli scontri con la polizia e infine i protestanti hanno dato la caccia, armati di bottiglie, a persone che incontravano per strada e all’apparenza non erano di origine tedesca.
Un afghano, un siriano e un bulgaro sono rimasti lievemente feriti, mentre il deputato Afd Markus Frohnmaier su Twitter scriveva: “Se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi. Molto facile”. Tra domenica e lunedì la città di Chemnitz è finita nel caos, con ripetute segnalazioni di aggressioni a semplici passanti, a prescindere dalla nazionalità. I gruppi di ultradestra hanno trovato l’appoggio delle frange più estreme del tifo calcistico, non solo a livello locale, come hanno appurato le prime indagini. A Chemnitz sono arrivati in tutto circa 6mila esponenti di estrema destra e sono cominciati gli scontri con l’altro migliaio di persone che avevano nel frattempo dato vita a una contromanifestazione pro-migranti.
I 591 agenti di polizia al lavoro in strada non sono riusciti a separare i manifestanti e sono ora sotto accusa. Merkel però ne ha difeso l’operato – “hanno fatto quello che hanno potuto” – e ora plaude l’iniziativa del ministro dell’Interno Horst Seehofer che ha promesso rinforzi alla Sassonia. Il leader della Csu bavarese ha parlato di scontri che “non possono essere in alcun modo giustificati”. “Voglio dirlo in modo chiaro: né in questa, né in altre situazioni può essere giustificabile il ricorso alla violenza o a tumulti violenti”, ha affermato Seehofer.
A far lievitare il numero dei partecipanti in un modo imprevedibile è stata soprattutto la diffusione della convocazione per le proteste sulla rete. Per questo il primo ministro della Sassonia, Michael Kretschmer, parla di violenze “basate sulle fake news“. Online sono comparsi “commenti xenofobi, informazioni false, teorie complottistiche“, spiega Kretschmer. Il riferimento, in particolare, è alla notizia – smentita dalla polizia – secondo cui la vittima sarebbe stata uccisa mentre tentava di difendere una donna.
La fake news era stata diffusa da uno dei promotori della manifestazione, il movimento Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente). Un movimento nato proprio in Sassonia, dove anche l’Afd ha un forte sostegno: i sondaggi prevedono che nelle elezioni regionali del prossimo anno potrebbe essere il secondo partito. Nella città di Chemnitz in particolare, il partito di estrema destra ha tanti elettori quanto la Cdu della cancelliera Merkel. Chemnitz e la Sassonia, del resto, non sono nuove ad episodi di intolleranza e di razzismo. L’ultimo la scorsa settimana, quando una troupe televisiva dell’emittente pubblica Zdf era stata fermata per aver ripreso una manifestazione di Pegida, per poi scoprire che il manifestante che aveva fatto intervenire la polizia era lui stesso un collaboratore della polizia. Due anni fa, invece, nella vicinissima Clausnitz, a pochi chilometri dalla Polonia, un bus pieno di richiedenti asilo era stato fermato da 100 dimostranti che avevano impedito per protesta l’accesso nelle strutture di accoglienza. Il grido era lo stesso: “Il popolo siamo noi!”.
Mondo
Germania, 20 feriti in protesta anti-immigrati a Chemnitz. Dieci indagati per saluto nazista. Merkel: “Odio nelle strade”
Dopo la morte di un 35enne in una rissa, per cui sono indagati un iracheno e un siriano, gruppi di estrema destra hanno preso in ostaggio le strade della città della Sassonia dando vita a una caccia allo straniero, degenerata in scontro con la polizia e i contromanifestanti
Una “caccia allo straniero” organizzata dall’estrema destra tedesca, coinvolgendo gruppi xenofobi e neonazisti, che per due giorni ha avuto come teatro le strade della citta orientale di Chemnitz, nel Land della Sassonia. Il giorno dopo gli scontri con i contromanifestanti scesi in piazza lunedì sera per esprimere il loro dissenso alla protesta anti-immigranti, la polizia tedesca parla di 20 persone ferite: due agenti, nove esponenti di estrema desta e altrettanti oppositori. Intanto è stata avviata un’indagine nei confronti di dieci persone per aver fatto il saluto nazista. Sugli scontri che hanno sconvolto tutta la Germania a partire da domenica, è intervenuta anche la cancelliera Angela Merkel parlando di “odio nelle strade“. “Quello che abbiamo visto – ha detto – non ha posto in uno stato di diritto“.
Tutto è nato da un episodio di cronaca: un 35enne tedesco ucciso in una rissa nella notte tra sabato e domenica. Omicidio per il quale sono sospettati un siriano e un iracheno, ora in custodia cautelare. Prima ancora di sapere chi fossero i due indagati, vari movimenti di estrema destra cittadini, oltre all’islamafobo Pegida e al partito di estrema destra Alternativ für deutschland (Afd), hanno invitato i propri sostenitori a radunarsi in piazza alle 18.30 di domenica. Alla chiamata hanno risposto un migliaio di persone: la protesta non autorizzata è cominciato urlando slogan “Fuori gli stranieri“, “Questa è la nostra città” e “Noi siamo il popolo“. Poi sono cominciati gli scontri con la polizia e infine i protestanti hanno dato la caccia, armati di bottiglie, a persone che incontravano per strada e all’apparenza non erano di origine tedesca.
Un afghano, un siriano e un bulgaro sono rimasti lievemente feriti, mentre il deputato Afd Markus Frohnmaier su Twitter scriveva: “Se lo Stato non può più proteggere i suoi cittadini, i cittadini vanno in strada a proteggere se stessi. Molto facile”. Tra domenica e lunedì la città di Chemnitz è finita nel caos, con ripetute segnalazioni di aggressioni a semplici passanti, a prescindere dalla nazionalità. I gruppi di ultradestra hanno trovato l’appoggio delle frange più estreme del tifo calcistico, non solo a livello locale, come hanno appurato le prime indagini. A Chemnitz sono arrivati in tutto circa 6mila esponenti di estrema destra e sono cominciati gli scontri con l’altro migliaio di persone che avevano nel frattempo dato vita a una contromanifestazione pro-migranti.
I 591 agenti di polizia al lavoro in strada non sono riusciti a separare i manifestanti e sono ora sotto accusa. Merkel però ne ha difeso l’operato – “hanno fatto quello che hanno potuto” – e ora plaude l’iniziativa del ministro dell’Interno Horst Seehofer che ha promesso rinforzi alla Sassonia. Il leader della Csu bavarese ha parlato di scontri che “non possono essere in alcun modo giustificati”. “Voglio dirlo in modo chiaro: né in questa, né in altre situazioni può essere giustificabile il ricorso alla violenza o a tumulti violenti”, ha affermato Seehofer.
A far lievitare il numero dei partecipanti in un modo imprevedibile è stata soprattutto la diffusione della convocazione per le proteste sulla rete. Per questo il primo ministro della Sassonia, Michael Kretschmer, parla di violenze “basate sulle fake news“. Online sono comparsi “commenti xenofobi, informazioni false, teorie complottistiche“, spiega Kretschmer. Il riferimento, in particolare, è alla notizia – smentita dalla polizia – secondo cui la vittima sarebbe stata uccisa mentre tentava di difendere una donna.
La fake news era stata diffusa da uno dei promotori della manifestazione, il movimento Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente). Un movimento nato proprio in Sassonia, dove anche l’Afd ha un forte sostegno: i sondaggi prevedono che nelle elezioni regionali del prossimo anno potrebbe essere il secondo partito. Nella città di Chemnitz in particolare, il partito di estrema destra ha tanti elettori quanto la Cdu della cancelliera Merkel. Chemnitz e la Sassonia, del resto, non sono nuove ad episodi di intolleranza e di razzismo. L’ultimo la scorsa settimana, quando una troupe televisiva dell’emittente pubblica Zdf era stata fermata per aver ripreso una manifestazione di Pegida, per poi scoprire che il manifestante che aveva fatto intervenire la polizia era lui stesso un collaboratore della polizia. Due anni fa, invece, nella vicinissima Clausnitz, a pochi chilometri dalla Polonia, un bus pieno di richiedenti asilo era stato fermato da 100 dimostranti che avevano impedito per protesta l’accesso nelle strutture di accoglienza. Il grido era lo stesso: “Il popolo siamo noi!”.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.