Zonaeuro

Migranti, Der Spiegel accusa l’Italia: “Navi Ue non fanno più salvataggi, così Roma vuole silurare la missione Sophia”

Ufficiali della Marina tedesca raccontano che le operazioni di soccorso vengono lasciate alla Guardia costiera libica. Il settimanale tedesco parla di un sabotaggio da parte del governo italiano che da almeno un mese critica l'operazione. E spiega che questa strategia ora potrebbe essere appoggiata da Bruxelles

L’Italia sta sabotando il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo eseguito tramite la missione Sophia, guidata proprio da Roma, lasciando che a recupare i naufraghi sia la Guardia costiera libica, con l’obiettivo che questa prassi diventi un piano adottato dall’Unione europea. In questi termini l’edizione online del settimanale tedesco Der Spiegel, diretta da Barbara Hans e Ullrich Fichtner, accusa il governo italiano di non utilizzare più da mesi le navi che l’Ue mette a dispozione per le operazioni di soccorso nel Mediterraneo, ma solo per eseguire controlli su imbarcazioni sospette molto lontano dalle coste della Libia. E Matteo Salvini, in conferenza stampa con il premier ungherese Viktor Orban, ha annunciato che “se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali”, l’Italia è pronta a tirarsi fuori.

L’articolo a firma Markus Becker e Matthias Gebauer cita fonti tra gli alti ufficiali della Marina tedesca che raccontano come questa pratica sia cominciata già da prima dell’estate. Da quel momento, si legge, nessuna nave europea è stata utilizzata per salvare dei naufraghi. I migranti recuperati da un’imbarcazione della missione Sophia andrebbero infatti portati in Italia, sottolinea Der Spiegel. Per questo le richieste di salvataggio vengono indirizzate alla Guardia costiera di Tripoli che si occupa di riportare le persone in Libia, anche con l’uso della forza. Così, riportano i due giornalisti, la nave delle Forze armate tedesce ha salvato quest’anno in tutto 403 persone, ma nessuna in maggio, giugno e luglio.

L’Italia si giustifica spiegando che il salvataggio in mare è solo una parte della missione Sophia. “Un trucco“, replica Der Spiegel. Ma che Roma abbia adottato questo atteggiamento non è un mistero: l’obiettivo, portato avanti dal governo Conte da metà luglio, è intanto costringere gli altri Paesi Ue ad accogliere i migranti che vengono salvati dalle loro navi. E le critiche alla missione europea erano cominciate già prima, quando dopo il caso del pattugliatore irlandese arrivato a Messina, Danilo Toninelli aveva parlato di “folle accordo voluto da Renzi” e Matteo Salvini aveva detto: “Porterò al tavolo europeo la richiesta di bloccare l’arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali”. Salvo poi essere frenato dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta.

La novità di cui parla Der Spiegel però è un’altra: la “tattica italiana” per “silurare” la missione Sophia potrebbe infatti essere “cementata” dai piani Ue. A Bruxelles infatti è in corso la ricerca di un compromesso, visto che delle conclusioni del vertice di fine giugno vengono date molte interpretazioni diverse dai vari Stati membri. Fatto sta che se non si troverà presto un accordo, l’operazione Sophia rischia di finire, sostiene il settimanale.

La tattica italiana porta a dei fatti, scrivono infatti Becker e Gebauer. Perché lasciare che i migranti vengano riportati in Libia potrebbe essere in futuro una strategia ancor più sponsorizzata, dato che la Commissione europea nel luglio 2017 ha stanziato 46 milioni di euro per garantire la creazione di una zona Sar libica, dichiarata ufficialmente da Tripoli il 28 giugno scorso, in cui coordinare autonomamente le operazioni di soccorso. Si sta lavorando anche alla seconda parte: “Vi sono progressi nel tentativo di creare un vero centro di risposta alle emergenze che possa coprire efficacemente la zona Sar libica”, afferma un documento interno dell’Ue della scorsa settimana citato da Der Spiegel. Così, conclude l’articolo, ogni capitano di una nave dovrebbe segnalare a Tripoli una chiamata di emergenza in arrivo.