“Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri”. In vista delle elezioni europee del prossimo anno. Sorridono gioviali Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban, al termine dell’incontro in Prefettura a Milano. L'”amico Viktor” è volato nel capoluogo lombardo per incontrare il vicepremier del governo Lega-M5s e assicurarsi la ribalta mediatica di fine agosto per tracciare le linee di una collaborazione tra Italia e Ungheria che si fa sempre più forte. Soprattutto a livello comunitario e in vista dell’appuntamento elettorale del 2019.
A pochi mesi dal voto che rinnoverà il Parlamento europeo, Orban e Salvini definiscono la strategia che li vedrà opporsi uniti a quello che individuano come avversario: il Partito socialista europeo. Il tema è quello della permanenza di Fidesz, partito del premier ungherese, nel Partito popolare europeo (che a Bruxelles governa in alleanza con il Pse) o in alternativa dell’ingresso della Lega nello stesso Ppe. Per ora i due non danno indicazioni in un senso o nell’altro, ma all’orizzonte, dicono chiaramente i due leader, c’è un’alleanza tra Lega e Fidezs: “Non mi permetto di chiedere a Viktor di lasciare il Partito popolare europeo – ha spiegato il segretario della Lega, rispondendo a una domanda – stiamo lavorando ognuno nel proprio campo per un’alleanza per escludere i socialisti e riportare al centro le identità che i nostri governi rappresentano, ognuno con la sua storia”.
Il cambio di prospettiva per il Ppe è servito: il Partito socialista europeo, oggi alleato di governo a Bruxelles, diventa l’avversario da battere. Nel parlamento europeo attualmente “ci sono due campi – ha spiegato Orban – uno guidato da Emmanuel Macron (presidente della Repubblica francese, ndr) che è a capo di quelle forze che sostengono l’immigrazione. Dall’altra parte ci siamo noi che vogliamo fermare l’immigrazione illegale. Su questa questione c’è un grosso dibattito anche nel Ppe. Noi vorremmo che fosse adottata la nostra posizione“.
Il “nemico” individuato dall’asse Orban-Salvini è il capo dell’Eliseo, mentre sparisce dai radar Angela Merkel, data per assorbita nel fronte della destra: sull’immigrazione “chiediamo collaborazione ai grandi Paesi di confine con noi come la Francia – ha affermato il segretario della Lega – Macron passa il suo tempo a dare lezioni a governi stranieri ed è il primo a dover mostrare sensibilità e solidarietà riaprendo il confine di Ventimiglia e può farlo anche domattina”. “Se dai grandi paesi arrivasse questo esempio – ha aggiunto – anche da Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ndr) potrebbe esserci un approccio diverso. Ma io ritengo assoluto diritto dell’Ungheria difendere i confini e la sicurezza del suo popolo. L’obiettivo condiviso è quello della difesa delle frontiere esterne”
“L’Ungheria ha dimostrato che l’immigrazione può esser fermata – ha spiegato Orban – tutti dicevano fosse impossibile, sia sul piano giuridico sia su quello fisico. Abbiamo dimostrato che è possibile su entrambi i piani. La nostra politica è portare aiuto dove ci sono guai, non portare a noi i guai”. In questo contesto Salvini “sta dimostrando che l’immigrazione può essere fermata anche in mezzo al mare. Al di fuori di lui nessuno si è assunto questa responsabilità, nel Mediterraneo, lui è il primo. Dal suo successo dipende la sicurezza dell’Europa. Questo coraggio desta in noi rispetto. Gli auguriamo di non indietreggiare, che difenda i confini europei”.
Anche sul punto che da anni divide l’Italia e l’Ungheria – il ricollocamento e le redistribuzione dei migranti arrivati in territorio europeo – Orban e Salvini giungono a una sintesi: Budapest non accetterà mai di prenderne una quota perché “i migranti possono essere ritrasportati nei loro Paesi. Non bisogna ricollocare, non bisogna spartire tra di noi, ma rimandarli a casa loro”, ha spiegato il leader di Fidesz. E il collega leghista rilancia sugli accordi in vigore tra gli alleati europei: “Di ong, che volendo o no erano di aiuto ai trafficanti di esseri umani, non ce ne sono più nel Mediterraneo – ha detto Salvini – e posso dire che se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali, potremmo anche fare a meno di queste missioni”.
Il riferimento è a EunavForMed Sophia, missione Ue contro i trafficanti di esseri umani: oggi nessun accordo è stato raggiunto alla riunione degli ambasciatori del Cops sul cambio del piano operativo sui porti di sbarco e “il punto passerà ora alla discussione dei ministri della Difesa Ue”, all’informale di dopodomani a Vienna, spiega un portavoce Ue. Roma ha chiesto che il piano operativo cambi entro fine agosto, per evitare che tutti i migranti salvati dalle navi della missione arrivino in Italia, ma secondo fonti diplomatiche l’Ungheria non ha sostenuto la richiesta italiana di cambiare il piano operativo.
Eppure in favore di telecamere e microfoni la sintonia è totale, al punto che Salvini tiene a tessere le lodi dell’alleato anche in campo economico: “Il caso ungherese è da studiare. Lo dico visto che ci stiamo preparando ad affrontare la manovra economica“, ha detto il vicepremier elogiando il basso tasso di disoccupazione, l’alta crescita e la flat tax in vigore in Ungheria, che dimostrano “che un Paese può crescere investendo, spendendo e non tagliando e sacrificando”. E a chi gli domanda dei timori dei mercati circa la legge di bilancio in preparazione a Roma, Salvini replica sicuro: “Stiamo lavorando in maniera compatta a una manovra di crescita di investimenti e di lavoro. Sono convinto che i mercati riconosceranno la bontà di questa manovra. Quindi non ho preoccupazioni”.
Migliaia in protesta a piazza San Babila – Intanto la Milano a favore dell’accoglienza e dell’integrazione si è riunita in piazza San Babila in segno di protesta. Alcune migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione Europa senza muri, organizzata dalle stesse realtà che hanno promosso la grande tavolata per l’integrazione che si è tenuta in città a giugno. Al corteo hanno aderito anche partiti politici, come il Partito Democratico, Liberi e Uguali e Possibile, Anpi, sindacati a partire dalla Cgil, centri sociali, collettivi studenteschi, oltre ai Sentinelli di Milano, che sono fra gli organizzatori.
La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine e l’accesso a corso Monforte, dove si trova la sede della prefettura, è bloccato da camionette della Polizia e da agenti in tenuta anti sommossa. In piazza ci sono anche i ragazzi della ‘St Ambroeus Fc‘, la prima squadra composta da rifugiati iscritta alla Figc, che metterà in scena un allenamento per opporsi alla riapertura dell’ex Cie di via Corelli.
La sede del Consolato generale dell’Ungheria, nel capoluogo lombardo, è stata imbrattata con della vernice rossa. Gli attivisti del centro sociale Cantiere hanno protestato fuori dall’edificio di via Fieno, tappezzando la cancellata esterna con cartelli e striscioni. “I vostri confini uccidono, Salvini e Orban complici di razzismo e paura”, si legge. La cancellata e i muri esterni del Consolato sono stati ricoperti di impronte di mani rosse e all’ingresso della sede è stata versata della vernice dello stesso colore.
Martina: “Orban è il problema, non la soluzione” – Si moltiplicano, intanto, i commenti delle opposizioni: “Orban non è la soluzione. Orban è il problema – scrive Maurizio Martina su Facebook – e come lui lo sono i tanti egoismi a ogni latitudine che non intendono condividere responsabilità ma solo scaricare sugli altri i problemi di questo tempo”. “L’Europa non offre ancora risposte forti a temi cruciali come l’immigrazione – prosegue il segretario del Pd – proprio per responsabilità di governi, come quello ungherese, che non sono mai stati disposti a condividere oneri e responsabilità ma in compenso sono sempre pronti a riceve regolarmente ingenti fondi comunitari. Il 95% degli investimenti pubblici in Ungheria è cofinanziato dall’Unione europea”.
“Salvini dice che la sinistra sa solo insultare – ha detto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino durante la manifestazione – si vergogni per l’insulto che lui fa alla storia di questo Paese per l’operazione scandalosa che lui e Orban stanno mettendo in piedi”.