“Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri”. In vista delle elezioni europee del prossimo anno. Sorridono gioviali Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban, al termine dell’incontro in Prefettura a Milano. L'”amico Viktor” è volato nel capoluogo lombardo per incontrare il vicepremier del governo Lega-M5s e assicurarsi la ribalta mediatica di fine agosto per tracciare le linee di una collaborazione tra Italia e Ungheria che si fa sempre più forte. Soprattutto a livello comunitario e in vista dell’appuntamento elettorale del 2019.
A pochi mesi dal voto che rinnoverà il Parlamento europeo, Orban e Salvini definiscono la strategia che li vedrà opporsi uniti a quello che individuano come avversario: il Partito socialista europeo. Il tema è quello della permanenza di Fidesz, partito del premier ungherese, nel Partito popolare europeo (che a Bruxelles governa in alleanza con il Pse) o in alternativa dell’ingresso della Lega nello stesso Ppe. Per ora i due non danno indicazioni in un senso o nell’altro, ma all’orizzonte, dicono chiaramente i due leader, c’è un’alleanza tra Lega e Fidezs: “Non mi permetto di chiedere a Viktor di lasciare il Partito popolare europeo – ha spiegato il segretario della Lega, rispondendo a una domanda – stiamo lavorando ognuno nel proprio campo per un’alleanza per escludere i socialisti e riportare al centro le identità che i nostri governi rappresentano, ognuno con la sua storia”.
Il cambio di prospettiva per il Ppe è servito: il Partito socialista europeo, oggi alleato di governo a Bruxelles, diventa l’avversario da battere. Nel parlamento europeo attualmente “ci sono due campi – ha spiegato Orban – uno guidato da Emmanuel Macron (presidente della Repubblica francese, ndr) che è a capo di quelle forze che sostengono l’immigrazione. Dall’altra parte ci siamo noi che vogliamo fermare l’immigrazione illegale. Su questa questione c’è un grosso dibattito anche nel Ppe. Noi vorremmo che fosse adottata la nostra posizione“.
Il “nemico” individuato dall’asse Orban-Salvini è il capo dell’Eliseo, mentre sparisce dai radar Angela Merkel, data per assorbita nel fronte della destra: sull’immigrazione “chiediamo collaborazione ai grandi Paesi di confine con noi come la Francia – ha affermato il segretario della Lega – Macron passa il suo tempo a dare lezioni a governi stranieri ed è il primo a dover mostrare sensibilità e solidarietà riaprendo il confine di Ventimiglia e può farlo anche domattina”. “Se dai grandi paesi arrivasse questo esempio – ha aggiunto – anche da Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ndr) potrebbe esserci un approccio diverso. Ma io ritengo assoluto diritto dell’Ungheria difendere i confini e la sicurezza del suo popolo. L’obiettivo condiviso è quello della difesa delle frontiere esterne”
“L’Ungheria ha dimostrato che l’immigrazione può esser fermata – ha spiegato Orban – tutti dicevano fosse impossibile, sia sul piano giuridico sia su quello fisico. Abbiamo dimostrato che è possibile su entrambi i piani. La nostra politica è portare aiuto dove ci sono guai, non portare a noi i guai”. In questo contesto Salvini “sta dimostrando che l’immigrazione può essere fermata anche in mezzo al mare. Al di fuori di lui nessuno si è assunto questa responsabilità, nel Mediterraneo, lui è il primo. Dal suo successo dipende la sicurezza dell’Europa. Questo coraggio desta in noi rispetto. Gli auguriamo di non indietreggiare, che difenda i confini europei”.
Anche sul punto che da anni divide l’Italia e l’Ungheria – il ricollocamento e le redistribuzione dei migranti arrivati in territorio europeo – Orban e Salvini giungono a una sintesi: Budapest non accetterà mai di prenderne una quota perché “i migranti possono essere ritrasportati nei loro Paesi. Non bisogna ricollocare, non bisogna spartire tra di noi, ma rimandarli a casa loro”, ha spiegato il leader di Fidesz. E il collega leghista rilancia sugli accordi in vigore tra gli alleati europei: “Di ong, che volendo o no erano di aiuto ai trafficanti di esseri umani, non ce ne sono più nel Mediterraneo – ha detto Salvini – e posso dire che se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali, potremmo anche fare a meno di queste missioni”.
Il riferimento è a EunavForMed Sophia, missione Ue contro i trafficanti di esseri umani: oggi nessun accordo è stato raggiunto alla riunione degli ambasciatori del Cops sul cambio del piano operativo sui porti di sbarco e “il punto passerà ora alla discussione dei ministri della Difesa Ue”, all’informale di dopodomani a Vienna, spiega un portavoce Ue. Roma ha chiesto che il piano operativo cambi entro fine agosto, per evitare che tutti i migranti salvati dalle navi della missione arrivino in Italia, ma secondo fonti diplomatiche l’Ungheria non ha sostenuto la richiesta italiana di cambiare il piano operativo.
Eppure in favore di telecamere e microfoni la sintonia è totale, al punto che Salvini tiene a tessere le lodi dell’alleato anche in campo economico: “Il caso ungherese è da studiare. Lo dico visto che ci stiamo preparando ad affrontare la manovra economica“, ha detto il vicepremier elogiando il basso tasso di disoccupazione, l’alta crescita e la flat tax in vigore in Ungheria, che dimostrano “che un Paese può crescere investendo, spendendo e non tagliando e sacrificando”. E a chi gli domanda dei timori dei mercati circa la legge di bilancio in preparazione a Roma, Salvini replica sicuro: “Stiamo lavorando in maniera compatta a una manovra di crescita di investimenti e di lavoro. Sono convinto che i mercati riconosceranno la bontà di questa manovra. Quindi non ho preoccupazioni”.
Migliaia in protesta a piazza San Babila – Intanto la Milano a favore dell’accoglienza e dell’integrazione si è riunita in piazza San Babila in segno di protesta. Alcune migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione Europa senza muri, organizzata dalle stesse realtà che hanno promosso la grande tavolata per l’integrazione che si è tenuta in città a giugno. Al corteo hanno aderito anche partiti politici, come il Partito Democratico, Liberi e Uguali e Possibile, Anpi, sindacati a partire dalla Cgil, centri sociali, collettivi studenteschi, oltre ai Sentinelli di Milano, che sono fra gli organizzatori.
La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine e l’accesso a corso Monforte, dove si trova la sede della prefettura, è bloccato da camionette della Polizia e da agenti in tenuta anti sommossa. In piazza ci sono anche i ragazzi della ‘St Ambroeus Fc‘, la prima squadra composta da rifugiati iscritta alla Figc, che metterà in scena un allenamento per opporsi alla riapertura dell’ex Cie di via Corelli.
La sede del Consolato generale dell’Ungheria, nel capoluogo lombardo, è stata imbrattata con della vernice rossa. Gli attivisti del centro sociale Cantiere hanno protestato fuori dall’edificio di via Fieno, tappezzando la cancellata esterna con cartelli e striscioni. “I vostri confini uccidono, Salvini e Orban complici di razzismo e paura”, si legge. La cancellata e i muri esterni del Consolato sono stati ricoperti di impronte di mani rosse e all’ingresso della sede è stata versata della vernice dello stesso colore.
Martina: “Orban è il problema, non la soluzione” – Si moltiplicano, intanto, i commenti delle opposizioni: “Orban non è la soluzione. Orban è il problema – scrive Maurizio Martina su Facebook – e come lui lo sono i tanti egoismi a ogni latitudine che non intendono condividere responsabilità ma solo scaricare sugli altri i problemi di questo tempo”. “L’Europa non offre ancora risposte forti a temi cruciali come l’immigrazione – prosegue il segretario del Pd – proprio per responsabilità di governi, come quello ungherese, che non sono mai stati disposti a condividere oneri e responsabilità ma in compenso sono sempre pronti a riceve regolarmente ingenti fondi comunitari. Il 95% degli investimenti pubblici in Ungheria è cofinanziato dall’Unione europea”.
“Salvini dice che la sinistra sa solo insultare – ha detto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino durante la manifestazione – si vergogni per l’insulto che lui fa alla storia di questo Paese per l’operazione scandalosa che lui e Orban stanno mettendo in piedi”.
Politica
Orban-Salvini, incontro a Milano: “Insieme per cambiare questa Unione”. A piazza San Babila migliaia in protesta
"Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa", ha detto il vicepremier leghista al termine del vertice in prefettura con il primo ministro ungherese. "Noi siamo contro Macron e l'immigrazione illegale - ha detto il leader di Fidesz - e vorremmo che nel partito popolare europeo fosse adottata la nostra posizione". Alla manifestazione di protesta "Europa senza muri" hanno aderito anche partiti politici, come il Pd, Liberi e Uguali e Possibile, l'Anpi e i sindacati a partire dalla Cgil
“Siamo vicini a una svolta storica per il futuro dell’Europa: oggi comincia un percorso di incontri, ce ne saranno tanti altri”. In vista delle elezioni europee del prossimo anno. Sorridono gioviali Matteo Salvini e il premier ungherese Viktor Orban, al termine dell’incontro in Prefettura a Milano. L'”amico Viktor” è volato nel capoluogo lombardo per incontrare il vicepremier del governo Lega-M5s e assicurarsi la ribalta mediatica di fine agosto per tracciare le linee di una collaborazione tra Italia e Ungheria che si fa sempre più forte. Soprattutto a livello comunitario e in vista dell’appuntamento elettorale del 2019.
A pochi mesi dal voto che rinnoverà il Parlamento europeo, Orban e Salvini definiscono la strategia che li vedrà opporsi uniti a quello che individuano come avversario: il Partito socialista europeo. Il tema è quello della permanenza di Fidesz, partito del premier ungherese, nel Partito popolare europeo (che a Bruxelles governa in alleanza con il Pse) o in alternativa dell’ingresso della Lega nello stesso Ppe. Per ora i due non danno indicazioni in un senso o nell’altro, ma all’orizzonte, dicono chiaramente i due leader, c’è un’alleanza tra Lega e Fidezs: “Non mi permetto di chiedere a Viktor di lasciare il Partito popolare europeo – ha spiegato il segretario della Lega, rispondendo a una domanda – stiamo lavorando ognuno nel proprio campo per un’alleanza per escludere i socialisti e riportare al centro le identità che i nostri governi rappresentano, ognuno con la sua storia”.
Il cambio di prospettiva per il Ppe è servito: il Partito socialista europeo, oggi alleato di governo a Bruxelles, diventa l’avversario da battere. Nel parlamento europeo attualmente “ci sono due campi – ha spiegato Orban – uno guidato da Emmanuel Macron (presidente della Repubblica francese, ndr) che è a capo di quelle forze che sostengono l’immigrazione. Dall’altra parte ci siamo noi che vogliamo fermare l’immigrazione illegale. Su questa questione c’è un grosso dibattito anche nel Ppe. Noi vorremmo che fosse adottata la nostra posizione“.
Il “nemico” individuato dall’asse Orban-Salvini è il capo dell’Eliseo, mentre sparisce dai radar Angela Merkel, data per assorbita nel fronte della destra: sull’immigrazione “chiediamo collaborazione ai grandi Paesi di confine con noi come la Francia – ha affermato il segretario della Lega – Macron passa il suo tempo a dare lezioni a governi stranieri ed è il primo a dover mostrare sensibilità e solidarietà riaprendo il confine di Ventimiglia e può farlo anche domattina”. “Se dai grandi paesi arrivasse questo esempio – ha aggiunto – anche da Paesi di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ndr) potrebbe esserci un approccio diverso. Ma io ritengo assoluto diritto dell’Ungheria difendere i confini e la sicurezza del suo popolo. L’obiettivo condiviso è quello della difesa delle frontiere esterne”
“L’Ungheria ha dimostrato che l’immigrazione può esser fermata – ha spiegato Orban – tutti dicevano fosse impossibile, sia sul piano giuridico sia su quello fisico. Abbiamo dimostrato che è possibile su entrambi i piani. La nostra politica è portare aiuto dove ci sono guai, non portare a noi i guai”. In questo contesto Salvini “sta dimostrando che l’immigrazione può essere fermata anche in mezzo al mare. Al di fuori di lui nessuno si è assunto questa responsabilità, nel Mediterraneo, lui è il primo. Dal suo successo dipende la sicurezza dell’Europa. Questo coraggio desta in noi rispetto. Gli auguriamo di non indietreggiare, che difenda i confini europei”.
Anche sul punto che da anni divide l’Italia e l’Ungheria – il ricollocamento e le redistribuzione dei migranti arrivati in territorio europeo – Orban e Salvini giungono a una sintesi: Budapest non accetterà mai di prenderne una quota perché “i migranti possono essere ritrasportati nei loro Paesi. Non bisogna ricollocare, non bisogna spartire tra di noi, ma rimandarli a casa loro”, ha spiegato il leader di Fidesz. E il collega leghista rilancia sugli accordi in vigore tra gli alleati europei: “Di ong, che volendo o no erano di aiuto ai trafficanti di esseri umani, non ce ne sono più nel Mediterraneo – ha detto Salvini – e posso dire che se non cambieranno le regole di alcune missioni internazionali e navali, potremmo anche fare a meno di queste missioni”.
Il riferimento è a EunavForMed Sophia, missione Ue contro i trafficanti di esseri umani: oggi nessun accordo è stato raggiunto alla riunione degli ambasciatori del Cops sul cambio del piano operativo sui porti di sbarco e “il punto passerà ora alla discussione dei ministri della Difesa Ue”, all’informale di dopodomani a Vienna, spiega un portavoce Ue. Roma ha chiesto che il piano operativo cambi entro fine agosto, per evitare che tutti i migranti salvati dalle navi della missione arrivino in Italia, ma secondo fonti diplomatiche l’Ungheria non ha sostenuto la richiesta italiana di cambiare il piano operativo.
Eppure in favore di telecamere e microfoni la sintonia è totale, al punto che Salvini tiene a tessere le lodi dell’alleato anche in campo economico: “Il caso ungherese è da studiare. Lo dico visto che ci stiamo preparando ad affrontare la manovra economica“, ha detto il vicepremier elogiando il basso tasso di disoccupazione, l’alta crescita e la flat tax in vigore in Ungheria, che dimostrano “che un Paese può crescere investendo, spendendo e non tagliando e sacrificando”. E a chi gli domanda dei timori dei mercati circa la legge di bilancio in preparazione a Roma, Salvini replica sicuro: “Stiamo lavorando in maniera compatta a una manovra di crescita di investimenti e di lavoro. Sono convinto che i mercati riconosceranno la bontà di questa manovra. Quindi non ho preoccupazioni”.
Migliaia in protesta a piazza San Babila – Intanto la Milano a favore dell’accoglienza e dell’integrazione si è riunita in piazza San Babila in segno di protesta. Alcune migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione Europa senza muri, organizzata dalle stesse realtà che hanno promosso la grande tavolata per l’integrazione che si è tenuta in città a giugno. Al corteo hanno aderito anche partiti politici, come il Partito Democratico, Liberi e Uguali e Possibile, Anpi, sindacati a partire dalla Cgil, centri sociali, collettivi studenteschi, oltre ai Sentinelli di Milano, che sono fra gli organizzatori.
La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine e l’accesso a corso Monforte, dove si trova la sede della prefettura, è bloccato da camionette della Polizia e da agenti in tenuta anti sommossa. In piazza ci sono anche i ragazzi della ‘St Ambroeus Fc‘, la prima squadra composta da rifugiati iscritta alla Figc, che metterà in scena un allenamento per opporsi alla riapertura dell’ex Cie di via Corelli.
La sede del Consolato generale dell’Ungheria, nel capoluogo lombardo, è stata imbrattata con della vernice rossa. Gli attivisti del centro sociale Cantiere hanno protestato fuori dall’edificio di via Fieno, tappezzando la cancellata esterna con cartelli e striscioni. “I vostri confini uccidono, Salvini e Orban complici di razzismo e paura”, si legge. La cancellata e i muri esterni del Consolato sono stati ricoperti di impronte di mani rosse e all’ingresso della sede è stata versata della vernice dello stesso colore.
Martina: “Orban è il problema, non la soluzione” – Si moltiplicano, intanto, i commenti delle opposizioni: “Orban non è la soluzione. Orban è il problema – scrive Maurizio Martina su Facebook – e come lui lo sono i tanti egoismi a ogni latitudine che non intendono condividere responsabilità ma solo scaricare sugli altri i problemi di questo tempo”. “L’Europa non offre ancora risposte forti a temi cruciali come l’immigrazione – prosegue il segretario del Pd – proprio per responsabilità di governi, come quello ungherese, che non sono mai stati disposti a condividere oneri e responsabilità ma in compenso sono sempre pronti a riceve regolarmente ingenti fondi comunitari. Il 95% degli investimenti pubblici in Ungheria è cofinanziato dall’Unione europea”.
“Salvini dice che la sinistra sa solo insultare – ha detto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino durante la manifestazione – si vergogni per l’insulto che lui fa alla storia di questo Paese per l’operazione scandalosa che lui e Orban stanno mettendo in piedi”.
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Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Grazie Fulco per aver insegnato a intere generazioni la cura e la conservazione della natura. Fondatore del WWF, parlamentare, sempre attento a portare fuori dai recinti l'ambientalismo convinto che doveva vivere soprattutto nella società e nei comportamenti individuali e collettivo per cambiare anche la politica. In un mondo in grave crisi climatica la Sua saggezza e conoscenza divulgativa ci mancherà molto". Lo dice Paolo Cento, già parlamentare dei Verdi e direttore della rivista ambientalista 'Articolo 9'.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni non ha nulla da dire sulle parole dell’inviato speciale di Trump?". Lo scrive sui social al deputato di Iv Maria Elena Boschi, rilanciando il colloquio di Paolo Zampolli con il Foglio.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - A sedici anni dall'ultima presenza di un Capo dello Stato, in quel caso Giorgio Napolitano, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna in Giappone per una visita ufficiale in programma da lunedì 3 a domenica 9 marzo. Un appuntamento che suggella una fase di svolta nei rapporti tra l'Italia e il Paese del Sol Levante, visto che l'entrata in vigore nel 2023 del Partenariato strategico e il successivo Piano di azione siglato tra i rispettivi Governi l'estate scorsa in occasione del G7 a Borgo Egnazia segnano l'avvio di un rapporto caratterizzato da un nuovo dinamismo, che si preannuncia foriero di conseguenze positive e di prospettive da esplorare, che vanno ad inserirsi in una già collaudata comunanza di vedute e di interessi sul piano politico ed economico.
Basti pensare all'attenzione sempre crescente dell'Italia per le problematiche del Sud-est asiatico, con l'intensificazione di un dialogo a livello Nato e tra Unione europea e Giappone, per il quale il partenariato con gli Stati Uniti rappresenta un pilastro fondamentale, anche per la stabilità dell'Indo-pacifico. Con la necessità per il Paese del Sol Levante di trovare un equilibrio nei rapporti con la Cina, tra tensioni di carattere geopolitico da governare e interessi commerciali da salvaguardare.
Le circa 150 nostre aziende che operano in Giappone e le circa 380 giapponesi che sono nel nostro Paese, il Business-Forum in programma a Roma il prossimo 13 maggio, con la partecipazione di circa 200 imprese nipponiche e italiane, sono invece la dimostrazione di quanto sia rilevante e in crescita la partnership economica, che oltre alla presenza italiana nei tradizionali settori del design, della moda e dell'agroalimentare vede aumentare la collaborazione sul piano industriale e tecnologico. Si inserisce proprio in questo contesto il progetto Gcap per il caccia di sesta generazione basato sulla collaborazione tra Italia, Giappone e Regno Unito.
Si svilupperà quindi lungo questa direttrice il programma della visita di Mattarella, con impegni di carattere istituzionale, economico e culturale. Lunedì 3 marzo alle 19 ora locale (8 ore avanti il fuso orario rispetto all'Italia dove quindi saranno le 11), il Capo dello Stato vedrà a Tokyo la comunità italiana. Poi martedì l'incontro con l'imperatore Naruhito e l'imperatrice Masako e i colloqui con gli speaker, rispettivamente, della Camera dei Rappresentanti e della Camera dei Consiglieri. Quindi il concerto del tenore Vittorio Grigolo, offerto dall'Italia alla presenza dei rappresentanti della Casa imperiale.
Mercoledì 5 alle 11 (le 3 di notte in Italia) è previsto un confronto del presidente della Repubblica con rappresentanti della Confindustria giapponese ed esponenti dell'imprenditoria italiana, mentre alle 18 Mattarella vedrà il premier giapponese, Shigeru Ishiba.
Nelle giornate di giovedì e venerdì il Capo dello Stato sarà invece a Kyoto, dove sono in programma appuntamenti di carattere artistico e culturale e l'incontro con i nostri connazionali. Particolarmente significativa, anche per i risvolti legati alla attuale e delicata situazione internazionale, l'ultima tappa a Hiroshima, prevista sabato 8 marzo, con la visita al Museo della Pace e l'incontro con l'Associazione dei sopravvissuti ai bombardamenti nucleari e con l'organizzazione Nihon Hidankyo, impegnata per l'abolizione delle armi nucleari e insignita lo scorso anno del Premio Nobel per la pace. Domenica 9 il rientro a Roma.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Mentre la vigilanza resta bloccata dal ricatto della maggioranza, gli ascolti della Rai continuano a precipitare, soprattutto nel settore dell’informazione, dove assistiamo a una vera e propria desertificazione. Un tempo i programmi di approfondimento erano punti di riferimento, oggi vengono sistematicamente penalizzati da scelte di palinsesto incomprensibili". Lo dicono i parlamentari del M5s della commissione di Vigilanza Rai.
"Un esempio? Fiction di grande successo, capaci di catalizzare milioni di spettatori, vengono mandate in onda in diretta concorrenza con trasmissioni storiche d’informazione. È successo con Rocco Schiavone contro Chi l’ha visto?, e si ripete con Imma Tataranni opposta a Report -proseguono-. Chi ha interesse a sabotare l’informazione di qualità? Come se non bastasse, la Rai autorizza con leggerezza la partecipazione di suoi volti di punta sulle reti concorrenti, depotenziando i propri programmi".
"Domani sera, Stefano De Martino sarà ospite di Fabio Fazio: un conduttore che già raccoglie ottimi ascolti, ha bisogno di fare promozione sul Nove? Ma a chi serve davvero questa ospitata, a De Martino o a Fazio? È solo una coincidenza che entrambi abbiano lo stesso agente? Di certo, non si può pensare di premiare chi è responsabile di tutto questo affidandogli la supergestione dei palinsesti. Per salvare la Rai serve competenza, non amichettismo", concludono gli esponenti M5s.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Tra l’invasore Putin e il bullo Trump, noi stiamo con Zelensky, con l’Ucraina e con l’Unione europea, ormai unico argine al neocolonialismo e al neo imperialismo di Usa e Russia. Per questo +Europa parteciperà alle piazze per l’Ucraina che si stanno organizzando in tutta Italia, comprese quelle di oggi a Milano davanti al consolato USA e di domani in piazza dei Mercanti, così come a Roma in Piazza Santi Apostoli sempre domani. Non possiamo più stare a guardare. È il momento che tutti coloro che credono nell’Europa Unita e nella democrazia si schierino dalla parte di Kiev, dell’Europa, dei diritti e della libertà”. Lo annuncia il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Apprezzabile la manifestazione in favore dell’Ucraina, domani pomeriggio. Ridicolo però che venga da Carlo Calenda, che ha distrutto il progetto Stati Uniti d’Europa non aderendo alla lista e regalando posti al parlamento europeo ai sovranisti filo Putin". Lo scrive sui social il senatore di Iv Ivan Scalfarotto.
Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Le immagini di ieri dallo Studio ovale hanno sconvolto il mondo. Siamo in una situazione internazionale senza precedenti e il comunicato della premier Meloni, giunto ben ultimo dopo altri leader europei, non fa chiarezza sulla posizione dell’Italia". Lo dicono Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera e al Senato.
"Meloni deve spiegare al paese se ha intenzione di abbandonare l’Ucraina al suo destino, se pensa di distinguersi dal resto dell’Europa e come intende rispondere all’arroganza degli Stati Uniti e di Trump. Non può continuare a nascondersi e a scansare la questione di fondo: dove colloca l’Italia nel mondo in questo drammatico frangente. Basta video e comunicazioni tardive, venga in Parlamento già prima del vertice europeo straordinario del 6 marzo", aggiungono Braga e Boccia.