La struttura di Vicofaro era gestita da don Massimo Biancalani, che l'anno scorso portò i migranti ospiti in piscina mandando su tutte le furie il leader leghista. Che oggi è soddisfatto per la chiusura del centro dovuta a irregolarità di caldaia e cucina. Il sacerdote: "L’attività è solo sospesa, ora mettiamo a norma quello che non lo è"
Tra il ministro degli Interni Matteo Salvini e don Massimo Biancalani, il parroco di Vicofaro, in provincia di Pistoia, lo scontro continua. Un anno fa il prete, che nella sua parrocchia ospita alcune decine di migranti, portò in piscina i suoi ospiti africani e postò una foto che mandò su tutte le furie il leader leghista. Un anno dopo ecco un altro duello tra Salvini e don Massimo. Lunedì scorso la prefettura di Pistoia ha disposto la chiusura del centro di accoglienza di Vicofaro perché alcune strutture del centro, in particolare la cucina e la caldaia, non erano a norma di sicurezza, stando all’ispezione dell’Asl e dei vigili del fuoco, e il ministro degli Interni non ha perso occasione per esultare su facebook: “Tempi duri per il prete che ama attaccare me e circondarsi di presunti profughi africani, ancora un po’ e la canonica scoppiava…Chiuso!”.
Per Salvini e la sua fedelissima toscana Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina, sono giorni esaltanti. Prima di Vicofaro la prefettura ha ordinato la chiusura di un altro centro di accoglienza proprio nel comune di Cascina. Due centri chiusi, nella rossa Toscana sempre più leghista. Esultano anche i salviniani pistoiesi. Da tempo caldeggiavano la chiusura di Vicofaro accusando gli ospiti migranti di non tenere una condotta “irreprensibile” e il prete di “un criticabile ed eccessivo esibizionismo non tipico di chi indossa un abito talare”.
Vicofaro chiuso? “No, l’attività è solo sospesa. Ora ci mettiamo a fare i lavori per rendere le strutture a norma come richiesto dai vigili, ma l’accoglienza non si interrompe. Ce lo chiede il vangelo”, spiega serafico anche se scosso don Biancalani. E in sua difesa scende in campo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che è andato a trovarlo: “Ho versato il mio contributo per sostenere la realizzazione dei lavori e invito tutti i cittadini a farlo. È possibile effettuare una donazione sul conto corrente della parrocchia, Iban IT06G0626013827000003000C00. L’esperienza di Vicofaro mi sta particolarmente a cuore perché non ha fini di lucro e perché negli ultimi tempi don Massimo e i ragazzi ospiti hanno subito attacchi ingiustificati e insulti”.
Anche il Pd toscano appoggia il prete pistoiese: “Ci auguriamo che la parrocchia di Vicofaro possa far fronte quanto prima ai rilievi operati dalla prefettura e predisporre quelle misure in grado di ripristinare i livelli di sicurezza richiesti. Crediamo che l’attività di accoglienza e di integrazione nei confronti dei migranti da parte di don Biancalani rappresenti un’esperienza da salvaguardare e da valorizzare, perché essa si è sviluppata in sintonia con lo spirito di apertura che sempre ha contraddistinto Pistoia e la Toscana“, hanno sottolineato i consiglieri regionali Massimo Baldi e Marco Niccolai.
E ora cosa succede agli immigrati di don Massimo? I 12 migranti che vivono nel centro verranno spostati in altre strutture toscane e alcuni resteranno a casa del prete. A Vicofaro però vivono anche giovani fuori progetto, per i quali la parrocchia non prende un euro. Di questi 35 dormono al piano terra proprio vicino alla cucina non a norma e altri 35 in un’area soppalcata. “Probabilmente li metteremo in chiesa”, annuncia don Biancalani. Che nei giorni scorsi ha ricevuto inatteso dal Vaticano l’invito a partecipare a settembre alla conferenza mondiale su “Xenofobia, Razzismo e Nazionalismo populista nel contesto della Migrazione globale”. Ci sarà anche papa Francesco e l’invito al prete avversato da Salvini è un chiaro segno di benevolenza.
(fermo immagine tratto da youtube)