In Italia la popolazione straniera immigrata è pari al 7 per cento del totale. Uno studio dell’Istituto Cattaneo ci dice che a noi sembra di vederne molti di più: almeno quattro volte di più del reale. Percepiamo un dato falso e lo assumiamo come vero.
Se c’è umido fa più caldo. E la temperatura reale aumenta d’intensità nella nostra percezione. Aumenta il peso di quel caldo sul nostro corpo.
L’alterazione della percezione è un fenomeno non solo metereologico. È precisamente l’oggetto della propaganda politica, strumento legittimo che i partiti usano per illustrare le loro buone ragioni massimizzando la positiva percezione di esse attraverso lo screditamento delle tesi opposte. È anche una tecnica pubblicitaria. La propaganda serve a sopperire all’assenza di passione, al comune sentire che può farci ritrovare uniti per il medesimo ideale di società. Qual è allora il ruolo dell’informazione? Quello di mitigare la propaganda, ridurre l’alterazione della percezione, fare in modo che i nostri occhi guardino la realtà per come essa è, non per ciò che appare a noi.
Ecco perché la politica ha il massimo interesse a gestire, governare, dominare il mondo dell’informazione. Non a caso i primi avvicendamenti che ogni governo decreta, anche questo come si è visto, sono quelli che fanno capo alla Rai. E non a caso ogni politico si dota di addetti alle comunicazioni che svolgono il doppio compito di agevolare la conoscenza degli atti prodotti, magari amplificarne gli esiti, e ridurre al massimo quelli negativi.
Un’informazione assoggettata, contigua, o soltanto amica dell’uno o dell’altro protagonista in campo ridurrà o aumenterà l’enfasi di una notizia, e la tratterà attraverso un processo di manipolazione. E, come nel caso dell’immigrazione percepita, agevolerà il radicamento di un dato falso in luogo del vero.
L’informazione, per essere libera, deve essere autonoma, e per essere autonoma deve avere i conti in ordine, deve poter avanzare sulle proprie gambe.
Perciò è necessario leggere, approfondire, e pagare l’informazione. La conoscenza è cibo per la mente, è come il pane a tavola. Andreste dal fornaio senza soldi in tasca?
Ricordate sempre, e mi rivolgo ai tanti che utilizzano i social per conoscere (ed eventualmente deliberare), che l’unica cosa che vi viene offerta gratis è e sarà sempre la pubblicità.