“Di sicuro quel post non l’ho scritto io”, afferma la dottoressa del pronto soccorso di Spoleto. Sul suo profilo Facebook martedì è comparsa una frase razzista sui migranti che “andrebbero annegati al largo”. Lo screenshot del post è stato ricondiviso sui social, causando il forte imbarazzo dell’Usl Umbria 2 di cui la dottoressa è dipendente. È stato quindi avviato un procedimento disciplinare e una “richiesta di chiarimenti”. Ma la diretta interessata si difende, ipotizzando uno scherzo nei suoi confronti o una violazione del profilo.
Al legale la dottoressa ha infatti spiegato che quando è stato pubblicato il post era con il fidanzato a una festa e in quell’occasione avrebbe lasciato incustodito l’i-pad dopo avere visitato il gruppo Facebook di medici del quale fa parte. Appena si è accorta delle frasi offensive nei confronti dei migranti – sempre in base alla sua versione – le ha quindi cancellate. “Quanto compare in quel post – ha sottolineato l’avvocato Budelli all’Ansa – è opposto a quello che lei pensa. Sono cose che non ha mai messo in pratica nei diversi anni nei quali frequenta le corsie del pronto soccorso dove ha sempre fornito assistenza indistintamente a tutti”.
“E’ dispiaciuta per quanto successo ma ora è anche provata per le minacce ricevute“, ha spiegato il legale. La dottoressa infatti denuncia di aver ricevuto insulti e anche minacce fisiche: “Attueremo ogni iniziativa per tutelarne l’immagine professionale ma anche l’incolumità“, ha aggiunto l’avvocato Budelli. Che poi ha concluso: “La mia assistita è preoccupata anche per le conseguenze che questo può avere sul suo lavoro, avendo un contratto a termine con la Usl”.
La dottoressa ha quindi sostenuto che non appena si è accorta dell’accaduto, ha provveduto a cancellare immediatamente quanto scritto. Ma il post era già stato salvato da diversi altri utenti tra cui anche Selvaggia Lucarelli.
Nel caso venisse confermato invece che è la dottoressa la responsabile di quanto scritto su Facebook, quelle parole “rappresentano una violazione del codice deontologico e del giuramento professionale fatto”: a confermarlo all’Ansa è il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Perugia, Graziano Conti. La procedura disciplinare prevede ora una prima audizione dell’Ordine con la dottoressa, e poi il passaggio eventuale in Commissione. Le sanzioni previste, invece, vanno dall’avvertimento, al richiamo, alla sospensione, fino alla radiazione dall’ albo professionale.
Sul caso è intervenuto anche Umberto de Augustinis, il sindaco di Spoleto ha voluto dissociare in modo ufficiale la città da lui governata dall’accaduto: “In merito all’esternazione che sarebbe stata compiuta da un’addetta al Servizio sanitario nazionale a mezzo Facebook, e che dai media è stata associata al nome di Spoleto, credo si debba ricordare che ogni espressione più o meno umorale e di dubbio gusto nulla ha a che vedere con la città di Spoleto e i suoi abitanti, la cultura dei quali è da sempre improntata a precisi valori di umanità, ma è da riferire solo a chi l’ha effettuata”.