Le ricerche della polizia sono durate tutta la notte, ma Rolando Scarpellini, un ex giocatore del Calcio storico di 48 anni, si è consegnato alle forze dell'ordine nonostante avesse giurato alla compagna di "essere pronto a morire"
E’ finita la fuga di Rolando Scarpellini, l’artigiano di 48 anni, ex giocatore del Calcio storico, che in un bar di piazza dell’Isolotto, a Firenze, aveva minacciato la fidanzata e una collega di quest’ultima, armato di una pistola. Scarpellini è stato sottoposto a fermo dalla polizia al termine dell’interrogatorio. E’ stato lo stesso artigiano a far sapere agli agenti dove si era nascosto: in un appartamento in via Canova. Al momento dell’intervento della polizia si è mostrato tranquillo e ha collaborato con i poliziotti.
Secondo la ricostruzione più o meno compiuta, Scarpellini era entrato nel bar nel tardo pomeriggio di ieri mostrando l’arma da fuoco e chiedendo della compagna. Un’altra dipendente gli ha detto che non c’era e a questo punto si è allontanato. Dopo alcuni testimoni hanno dichiarato di aver udito alcuni spari, forse colpi esplosi in aria. Per questo sono stati sequestrati alcuni bossoli, sui quali sono in corso accertamenti della scientifica. La zona è stata isolata dalle forze dell’ordine che hanno anche raccomandato ai cittadini della zona di non uscire di casa. Le ricerche sono proseguite per tutta la notte fino alla tarda mattinata di oggi quando Scarpellini si è sostanzialmente consegnato alla polizia. Durante la fuga, tra l’altro, per eludere i controlli della polizia l’artigiano è strisciato sotto a una siepe, ma ha anche perso il cellulare, inducendo le forze dell’ordine (che avevano sotto controllo il segnale del telefonino) a rimanere in zona.
Sul movente ci sono pochi dubbi. Durante la fuga dal bar, infatti, l’artigiano ha inviato alla fidanzata un messaggio vocale alla fidanzata minacciandola di morte. Nel messaggio Scarpellini aveva anche aggiunto di sapere di essere ricercato e si diceva pronto a morire a sua volta. La sua intenzione, diceva, sarebbe stata quella di andare a casa della donna e di “sparare da tutte le parti”. Come detto, in realtà, la storia è finita diversamente: l’artigiano ha chiamato la polizia e si è consegnato. Ora finirà in carcere per effetto del fermo di polizia per i reati di minacce aggravate, porto e detenzione illecita di armi, ricettazione di una delle due pistole che gli sono state trovate (due modelli semiautomatici calibro 22 e calibro 45).